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Volontariato: il Tar dà ragione ai centri servizio
E' stata contesta una delibera del Comitato di gestione piemontese che bloccava l'erogazione dei fondi relativi ai bandi.
L?associazione dei Centri servizio per il volontariato di Biella, Novara e Vercelli è stata la prima a fare riscorso al Tar contro una delibera del Comitato di gestione piemontese che bloccava la parte di programma annuale inerente ai bandi e l?erogazione dei relativi fondi. E ha vinto. Una decisione destinata a diventare un pesante precedente nei rapporti tra Centri servizi volontariato e Comitati di gestione. I primi infatti ribadiscono la loro competenza nell?ambito dei progetti, i secondi, trait d?union con le fondazioni bancarie, stentano a riconoscerne il ruolo.
Facciamo un passo indietro per ricostruire la vicenda piemontese.
L?associazione dei Centri servizi per il volontariato di Biella, Novara e Vercelli (di seguito A-Csv) presenta i bandi al comitato di gestione del Piemonte che, in attesa di deliberare, li diffida dal continuare la procedura sulla base della comunicazione Turco. Il documento, frutto di concertazioni tra le parti sociali ma senza valore di legge, interpreta la legge 266/91 nel senso di accordare la gestione di fondi ai Csv stessi. Ma a questo punto la vicenda si trasferisce su scenari nazionali ed entra in campo il coordinamento nazionale dei Centri servizi per il volontariato.
“Ci siamo più volte incontrati con la consulta nazionale dei Comitati di gestione per difendere la comunicazione Turco”, dice Marco Granelli, “e per proporre soluzioni, come la creazione di commissioni miste e non a nomina esclusiva del singolo comitato. Abbiamo anche fatto leva su esperienze spontanee sorte in Toscana , in Liguria, in Emilia Romagna e nelle Marche. Riconoscendo il ruolo indispensabile di controllo dei Comitati. Ma la consulta si è chiusa”.
Da qui il Comitato di gestione piemontese emana una delibera con cui ribadisce la sospensione dei bandi rivolti alle associazioni di volontariato medie e piccole, in cui l?approvazione dei progetti avviene all?interno del consiglio direttivo di ciascun Csv. Viene paventato il rischio che i consiglieri del comitato direttivo dell?A-Csv favoriscano le loro associazioni. Un conflitto d?interesse che sarebbe risolto dalla presenza di una commissione tecnica.
I Csv di Biella, Novara e Vercelli non ci stanno e fanno ricorso al Tar per far valere le loro ragioni. “Abbiamo spiegato che le nostre procedure sono trasparenti, tutti gli atti relativi ai progetti sono pubblicati sul sito e sul giornalino che le associazioni associate ricevono tutti i mesi. Non solo, il conflitto d?interessi palesato con riferimento al consiglio direttivo dell?associazione dei Csv sarebbe presente allora anche a livello di comitato di gestione visto che anche lì ci sono rappresentanti del volontariato”, spiega Riccardo Bresciani direttore dell?A-Csv.
Il Tar del Piemonte con l?ordinanza del 3 dicembre 2003 riconosce l?autonomia e le competenze dell?A-Csv. E la decisione afferma che la commissione tecnica per l?analisi dei programmi presentati dai Centri servizio per il volontariato, richiesta dal Comitato di gestione, non trova fondamento in alcuna norma neppure nella comunicazione Turco e quindi il rigetto delle richieste di finanziamento non trova plausibile giustificazione.
Al momento il caso Piemonte è ancora sospeso così come pure la trattativa a livello nazionale. Ma va da sé che sullo sfondo di questa vicenda c?è la riforma della legge 266 del 1991. Oggi i Comitati di gestione destinano 1/15 dei proventi ai Csv a seconda dei programmi annuali.
La proposta ministeriale prevede che i Comitati di gestione diano almeno il 60% di 1/15 ai Csv per attività di servizio. Mentre con il 40% il comitato finanzia direttamente i progetti dei Csv. “Così, la scelta dello sviluppo del volontariato viene data ai Comitati di gestione”, dice Marco Granelli. “è vero che i Centri servizio non sono soggetti erogatori di fondi, ma il nostro obiettivo di promozione del volontariato lo intendiamo nel senso anche di finanziare i progetti. I Comitati di gestione dunque non devono cambiare il ruolo di attenti controllori di procedure che anzi devono diventare sempre più trasparenti”.
Info:
266: A che punto è il restyling
È ormai imminente, secondo le ultime indiscrezioni, la presentazione della bozza di riforma della 266/1991. Il testo è ora in fase di definizione all?ufficio legislativo del ministero del Welfare e sarà messo all?ordine del giorno di una prossima riunione del Consiglio dei ministri, per poi presentarlo in parlamento. Il 27 novembre scorso, i rappresentanti del ministero si sono incontrati con i membri dell?Osservatorio nazionale per il volontariato. Quest?ultimo ha presentato delle osservazioni che sono state accettate dal ministero, che ha provveduto di conseguenza a modificare il testo della legge di riforma che andrà alle Camere.
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