Politica

Volontariato: Gambelli, la nostra è crisi di credibilità

Il presidente delle Misericordie d'Italia interviene alla vigilia della Conferenza di Arezzo. «Inutile prendersela con le istituzioni». Per la 266, «non è necessario uno stravolgimento»

di Giampaolo Cerri

«E? inutile rifarsela sempre con le istituzioni perché non ci ascoltano e non ci seguono, quando la colpa più grossa delle difficoltà che il volontariato sta vivendo è nostra, perché non sappiamo essere credibili, come indica il calo di ?vocazioni? per il volontariato tra i giovani».
E? la dura analisi sulla ?crisi? del volontariato del presidente della Confederazione Nazionale delle Misericordie d?Italia Gianfranco Gambelli.
Un parere autorevole il suo, visto che le Misericordie, con i loro 750 anni di storia, rappresentano la prima forma di volontariato nata nel mondo (furono fondate a Firenze nel 1244) e contano oggi su 700 Confraternite in tutta Italia e oltre 670 mila iscritti.
Gambelli partecipa alla Seconda Conferenza Nazionale sul volontariato, in programma da oggi a domenica ad Arezzo. «Uno dei temi cruciali su cui da questa Conferenza dovranno arrivare risposte ?ha detto Gambelli- sarà proprio quello dell?identità del volontariato, che si interroga sulla sua stessa sopravvivenza. Dobbiamo rimotivarci e ricostruire la nostra ossatura, sennò rischiamo di essere schiacciati da quelle stesse imprese sociali e cooperative che noi abbiamo creato; che sono uno strumento utile, ma devono restare uno strumento. Se il volontariato si chiude e perde vitalità, cooperative e impresa sociale ci schiacceranno. Rischiamo che il volontariato ci sfugga di mano. Abbiamo difficoltà a motivare la partecipazione; anche da un punto di vista propositivo non c?è sufficiente forza. Se vogliamo capire il perché della crisi del volontariato, senza cercare facili capri espiatori, dobbiamo guardarci dentro».
A proposito poi della modifica della legge 266 sul volontariato Gambelli ha detto che «è utile che sia rivista e corretta, dopo dieci anni dalla sua nascita. Ma non c?è bisogno di uno stravolgimento. A nostro avviso ha bisogno solo di una aggiustatina, per rispondere meglio alle esigenze del volontariato».

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