Non profit
Volontariato. Enrico Finzi spiega i numeri della crisi
Meno 15% e i motivi non sono un segreto. Legittimazione di unetica egoistica, scandali e troppa retorica: così il volontariato non attrae più la gente
di Enrico Finzi
I primi segnali della crisi numerica e motivazionale che oggi investe il volontariato li avevamo rilevati all?inizio del 2001, quando realizzammo una ricerca sulla propensione al dono degli italiani. Dai nostri dati emerge che il calo riguarda soprattutto i giovani (cioè tra i 14 e i 34 anni), mentre l?impegno degli over 65enni è invariato. In complesso, noi parliamo del 15% in meno di volontari in Italia.
Logorìo psicologico
Le ragioni, o meglio i fenomeni che hanno provocato questa discesa sono a mio avviso tre: il primo è un certo Logorìo ideale; il secondo l?affermarsi di un clima culturale egoistico e individualista, che chiamerei ?l?etica dei cazzi miei?; il terzo la convinzione, derivata da una serie di scandali, che nel mondo della solidarietà non tutti abbiano le mani pulite, e che non valga la pena impegnarsi in un settore che ?predica bene ma razzola male?.
Approfondiamo i fenomeni uno per uno. Non occorre essere sociologi per accorgersi che in Italia lo slancio ideale che ha sempre caratterizzato la militanza di sinistra, e più in generale quella politico-sindacale, viva una crisi sempre più grave; questo dato è confermato dalla sostanziale stabilità dell?impegno volontario cattolico-cristiano, e dal significativo calo invece di quello laico e di sinistra. Esiste poi un Logorìo psicologico, di due tipi: da una parte, la sensazione di non cambiare le cose con le modalità classiche del volontariato (cioè impegnandosi poche ore la settimana); dall?altra la difficoltà psicologica, che diventa fisica, di fare volontariato in settori quali l?handicap, il disagio psichico o la malattia terminale. Nota a margine: non è da sottovalutare il fatto che entro i 34 anni si trova lavoro, ci si sposa o si mette su famiglia, e di conseguenza si riduce il tempo (anche mentale) da dedicare alla gratuità.
Quella che ho definito ?l?etica dei cazzi miei?, per sua natura nemica del volontariato, non deve farci gridare allo scandalo: da sempre infatti individualismo ed egoismo dominano cultura e comportamenti in modo trasversale. La novità è semmai la legittimazione sociale di tale atteggiamento: se qualche anno fa, infatti, chi dicesse apertamente di sé «io non sono cattivo, ma degli altri non mi importa, mi faccio gli affari miei» non sarebbe stato pubblicamente lodato, oggi viene invece esaltato perché dimostra di essere furbo e trendy. È un po? come per l?antisemitismo o l?odio per le minoranze, che non è in aumento in sé, ma non viene più considerato un?opinione di cui ci si deve vergognare.
Poca trasparenza
Infine il problema degli scandali della solidarietà. Lo scandalo Arcobaleno, nel 1999, ha aperto una falla nella fiducia pubblica nel non profit che ancora non si è rimarginata. La convinzione dominante, da allora, è che molti enti non profit utilizzino male i fondi, non sempre in cattiva fede, ma semplicemente per imperizia o per un eccessivo peso dei fondi destinati all?organizzazione. Altra ricaduta è una certa insofferenza per la retorica della solidarietà, che è poi anche la causa dell?insuccesso di alcune raccolte fondi o la sempre maggiore difficoltà incontrata dai fund raiser nel loro lavoro.
Enrico Finzi
presidente Astra Demoskopea
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