Una nuova piattaforma, aiuterà i neolaureati statunitensi a ripagare il proprio prestito attraverso una formula che unisce crowdfunding e volontariato. Si chiama
Zero Bound e offre agli utenti la possibilità di registrarsi online, porsi un obiettivo di
raccolta fondi e offrire ore di tempo per avere un impatto positivo sulla comunità in cui si vive. Proprio come su un sito di
crowdfunding, gli utenti promuoveranno la richiesta di raccolta fondi tra i propri contatti, cercando di convincerli a donare. Zero Bound, si impegna invece a coinvolgere sponsor aziendali a contribuire alla raccolta fondi.
Con il motto “You are not a loan”, ovvero “Non sei un prestito”, gioco di parole che suona anche come “Non sei solo”, Zero Bound cerca di offrire una possibilità alternativa ai neolaureati appesantiti dai debiti di studio. Un’iniziativa che ha raccolto già i primi successi anche se viene da chiedersi quante saranno le ore di volontariato per ripagare le decine di mgliaia di dollari di debito che gli studenti americani hanno accumulato durante gli anni dell’università.
Ammonta a 1 trilione di dollari, il debito studentesco complessivo negli Stati Uniti, una cifra impressionante, cresciuta in modo esponenziale negli ultimi anni, complice l’ incremento del tasso di interesse e l’ aumento degli studenti che fanno richiesta di prestiti per pagare le salatissime tasse universitarie made in USA.
In California ad esempio, dove il sistema universitario pubblico è tra i migliori del Paese, gli studenti residenti nello stato e quindi contribuenti, arrivano a pagare circa 14 mila dollari all’anno, mentre per un non residente, il costo di un anno accademico tra tasse e assicurazione, possono addirittura arrivare a 37 mila dollari.
In media un neolaureato entra nel mondo del lavoro con debito di 40 mila dollari, suddiviso in rate da 500 dollari al mese. L’81% degli studenti con i prestiti più alti, ha anche un interesse dell’8% .
Un fardello pesante per la generazione dei millennials, soprattutto per coloro che dopo l’università ottengono lavori meno remunerativi. Ma il problema dei debiti studenteschi non preoccupa solo i neolaureati, potrebbe tradursi invece in un elemento di freno anche per il mercato immobiliare, in lentissima ripresa, influenzando negativamente tutta l’economia del Paese.
Come ha denunciato infatti il
Time recentemente, la disoccupazione giovanile e il debito studentesco sono tra le principali cause di stagnazione del mercato immobiliare. I
giovani i non solo non hanno la disponibilità necessaria per acquistare nuove case, ma spesso non possono nemmeno permettersi di pagare l’affitto e sono costretti a tornare a vivere in famiglia. Secondo il Consumer Financial Protection Bureau, il debito studentesco è responsabile per ¾ della diminuzione vertiginosa nella formazione di nuovi nuclei familiari.
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