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Volontariato: Ddl per recuperare sprechi di cibo

Si potranno distribuire gratuitamente a persone indigenti prodotti alimentari che altrimenti sarebbero gettati via. E' quanto prevede un ddl, approvato venerdì dal consiglio dei ministri

di Redazione

Si potrà distribuire gratuitamente a persone indigenti prodotti alimentari che altrimenti sarebbero gettati via. E’ quanto prevede uno schema di disegno di legge, approvato venerdì dal consiglio dei ministri, che equipara ai consumatori finali le organizzazioni di volontariato dedite, a fini di beneficenza, alla distribuzione gratuita di prodotti alimentari alle persone indigenti. Sarà così possibile svincolare tali organizzazioni da una serie di adempimenti burocratici per favorire quindi lo sviluppo di interventi altamente meritori. Scopo del provvedimento, dare la possibilità di riutilizzare, per beneficenza, le grandi quantità di cibo deperibile, che, a fine giornata, non possono più essere vendute o utilizzate, e così distribuirle a poveri o ‘senza-casa’ attraverso organizzazioni di volontari. ”Siamo all’inizio di una rivoluzione industriale”. E’ entusiasta Marco Lucchini, direttore generale della Fondazione Banco Alimentare, dopo che il Consiglio dei ministri ha approvato lo schema di disegno di legge che equipara ai consumatori finali le organizzazioni di volontariato e prevede che si possano distribuire gratuitamente a persone indigenti prodotti alimentari che altrimenti sarebbero gettati via. L’iniziativa riguarderà le mense, il mondo della ristorazione e della gastronomia ma anche privati cittadini che vorranno prendervi parte evitando che si buttino prodotti commestibili. ”Dovremo dotarci di un sistema logistico – spiega Lucchini – principalmente di camion refrigeranti e contenitori; servirà poi una campagna informativa per convincere le aziende a credere in questa iniziativa ed, ovviamente, saranno necessari numerosi volontari”. La Fondazione Banco Alimentare già recupera prodotti che vengono distribuiti a più di 6500 associazioni attraverso i suoi 17 punti di raccolta sparsi in Italia. Nel 2001 sono stati distribuiti circa 45 mila tonnellate di prodotti a comunità, gruppi caritativi, centri accoglienza per tossicodipendenti e minori, mense per indigenti o a famiglie bisognose. Il Banco Alimentare fonda il proprio lavoro sull’opera di oltre 700 volontari e ogni anno organizza, per l’ultimo sabato di novembre, la giornata della colletta alimentare. Se il provvedimento, che ha ottenuto il primo sì del Consiglio dei ministri, sarà approvato, si comincerà a lavorare probabilmente partendo dai grandi centri urbani: Lucchini stima che a Milano si potranno raccogliere ogni giorno migliaia di tonnellate di prodotti. ”A New York – rivela – si distribuiscono ogni anno 15-20 mila tonnellate di prodotti di questo tipo. E’ stata proprio della Fondazione Banco Alimentare, insieme alla signora Cecilia Canepa e ad alcuni giuristi – racconta Lucchini – l’idea di mettere a punto la proposta di legge che il Consiglio dei ministri ha fatto propria. La signora Canepa si è rivolta a noi dopo essere rimasta colpita da quello che vedeva succedere nella mensa della scuola della figlia”. Tutta l’iniziativa prende spunto da una normativa americana detta ‘del buon Samaritano’ che favorisce proprio il recupero di alimenti a scopo benefico. ”Ci aspettiamo l’aiuto di enti locali, privati ed aziende – conclude Lucchini – e, d’altra parte, si evitano gli sprechi e si sostiene chi soffre: credo proprio che troveremo molta solidarieta’. Ci auguriamo che entro la fine dell’anno il provvedimento possa andare in porto”. La Fondazione già aiuta ogni anno circa un milione di bisognosi: la previsione e’ di aumentare la qualita’ e la quantita’ di questi sostegni. Dar da mangiare ai poveri ridistribuendo le enormi quantità di cibo non consumato e destinato alla pattumiera. Questa l’ idea alla base dell’ iniziativa di Cecilia Canepa, che, insieme ad alcuni giuristi, al Banco Alimentare e alla Comunita’ di Sant’Egidio, e’ riuscita a trovare la soluzione del problema, pensando a un provvedimento normativo, approvato ieri dal consiglio dei ministri, con cui si superano gli ostacoli, burocratici e sanitari, che non permettono di riutilizzare il cibo deperibile. Una norma che ricorda da vicino la ”Good Samaritan Law”, la legge del Buon Samaritano, come negli Stati Uniti viene comunemente indicata la norma che il presidente Clinton approvo’ nel 1996 proprio per aiutare gli indigenti a mangiare. Finora infatti, solo il cibo non deperibile poteva essere utilizzato per fini filantropici, ma non quello deperibile, che va in scadenza nei supermarket, o quello che rimane nelle mense scolastiche o aziendali, che deve essere gettato. Non e’ infrequente, anche nel centro delle nostre citta’, rendersi conto che anche nella stessa via, puo’ accadere che da un lato si sprecano cose buonissime, e dall’ altro c’e’ chi non riesce a mangiare. Nel 1996, il presidente Clinton affronto’ il problema, e andando contro tutte le burocrazie, lo risolse con la ”Good Samaritan Law”, che elimina tutti i vincoli e i controlli di igiene e tributari per quelle organizzazioni di volontariato che vanno a recuperare questo cibo e li portano ai mense dei poveri, senza fini di lucro. L’ idea di affrontare e risolvere la questione in Italia come e’ stato fatto dagli Stati Uniti e’ di Cecilia Canepa, che, impegnata in opere di beneficenza, di fronte ad un problema del genere, contatta una associazione di volontariato americano, la ”City Harvest”, che organizza il recupero negli Stati Uniti, approfondisce il meccanismo, e capisce altresì che non potrebbe essere introdotta in Italia visto la nostra legislazione in materia. Allo stesso tempo però decide di attivarsi per risolvere la questione, insieme al presidente del Banco Alimentare, Marco Lucchini, con l’ aiuto di due giuristi: l’ex presidente della Corte Costituzionale Cesare Mirabelli, il magistrato della corte dei conti Mario Ciaccia, attuale capo di gabinetto del ministro Urbani. E si trova il sistema per superare la montagna di difficoltà tecniche, e provvedimenti legislativi che, con finalità buone, ma impediscono di utilizzare questa grande massa di cibo sprecato. Le associazioni di volontariato verranno equiparate all’ utilizzatore finale, come cioè se, presente alla mensa degli studenti, fosse presente anche l’ associazione dei volontari, che, al fine del pasto, si porta via quello che e’ rimasto. Si superano cosi’ i problemi, di responsabilita’ e di igiene sopratutto, perche’ il cibo non viene consegnato ad altre persone, ma e’ come se fosse utilizzato da chi e’ seduto al tavolo della mensa. Potrà quindi, salvo che lo faccia senza fine di lucro, utilizzarlo a sua volta. Il meccanismo viene quindi tradotto in provvedimento legislativo, viene fatto proprio dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Gianni Letta, presentato al Consiglio dei ministri, e approvato. Dovrà ora passare al vaglio della conferenza Stato-regioni, per iniziare in settembre l’ iter parlamentare. E nelle intenzioni dei promotori, non ci dovrebbero essere problemi, né nel centrodestra, né nel centrosinistra, ad approvare in breve tempo il provvedimento per iniziare subito la raccolta del cibo. Nel prossimo numero in edicola troverete anche il testo completo della Legge, approfondimenti e interviste


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