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Volontariato: Acli, fiducia al Forum e vinca il dialogo

La posizione di Luigi Bobba sulle dichiarazioni del Ministro Roberto Maroni sul forum del Terzo settore in occasione della conferenza sul volontariato ad Arezzo

di Redazione

«Perché il confronto tra Governo e forum del Terzo settore non diventi una rigida contrapposizione, si abbandonino i toni polemici e si riprenda un confronto di merito sulle proposte». Bobba formula tre proposte concrete, anche in vista della legge finanziaria».   Roma, 15 ottobre 2002 ? «Esprimo piena fiducia al portavoce del Forum del Terzo settore, Edo Patriarca, oggetto di un duro attacco da parte del Ministro Maroni». Reagisce con fermezza il Presidente nazionale delle ACLI, Luigi Bobba, di fronte all?atteggiamento del responsabile del Dicastero al Welfare, tenuto in occasione della conferenza sul volontariato di Arezzo. «Se il Ministro ? continua Bobba ? voleva affermare che il Forum non esaurisce la rappresentanza di tutto il mondo del volontariato, ha detto una cosa ovvia. Il Forum, rappresenta i propri soci e dà voce alle istanze di questi stessi. Evidentemente il mondo del volontariato è molto più vasto, ma, nondimeno, credo si debba apprezzare lo sforzo fatto di tenere insieme una complessità di associazioni in vista di una rappresentanza organizzata nel confronto con le istituzioni. Se altri intendono costruire forme di rappresentanza simili al Forum possono farlo in assoluta libertà; la pluralità di soggetti non è mai un problema, ma anzi, una risorsa». «Nondimeno ? prosegue il Presidente delle ACLI ? anche se i toni sono stati sinceramente eccessivi, occorre non perdere la strada del dialogo. A farne le spese sarebbero i più deboli, gli esclusi, i cittadini con minore reddito. Per questo rilancio al Ministro Maroni tre proposte, in vista anche della stessa legge finanziaria. Prima proposta: adottare per il Terzo settore una norma del tutto simile a quella prevista per i partiti politici, per cui oggi un cittadino può fare donazioni fino a circa 100.000 euro. Se le organizzazioni associative di volontariato sono un soggetto della democrazia e della coesione sociale, dovrebbero avere lo stesso trattamento che hanno i partiti politici. Seconda proposta: introdurre nella finanziaria una norma fiscale che premi i comportamenti di spesa sociale delle famiglie. Se le famiglie investono in cura dei propri bambini, degli anziani, con disago o handicap, o in formazione ed educazione dei propri membri, le istituzioni devono sostenere questi comportamenti perché tendono a migliorare  la qualità di vita delle famiglie nel Paese nel suo insieme. Terza proposta, da ?girare? al Ministro Tremonti e da analizzare in sede di riforma fiscale: occorre una revisione sostanziale del meccanismo di prelievo fiscale dai redditi, che ponga come base della tassazione non il reddito individuale, bensì il reddito familiare disponibile, introducendo il ?quoziente familiare?. È una norma che potrebbe rendere giustizia a tante famiglie che hanno figli, specialmente quelle numerose, che oggi vanno ad alimentare il circuito della povertà. Ugualmente, se si vuole fare un po? di giustizia, occorre rimettere mano agli assegni familiari, adeguandone il valore al tasso di inflazione, fermo al 1988, e incrementandoli almeno del 20%».

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