Politica

Volontariato & 328

Un bilancio delle organizzazioni di volontariato nella programmazione sociale

di Redazione

Presentata durante il convegno Realizzare la partecipazione: il volontariato e il nuovo welfare promosso dal Coordinamento dei Csv della Lombardia e dal Comitato di gestione del fondo speciale per il volontariato nella Regione Lombardia, la ricerca Il ruolo del volontariato lombardo nella programmazione zonale, indagine studio realizzata dall?Irs – Istituto per la ricerca sociale con la collaborazione del Csv. La ricerca è stata, come ha sottolineato il presidente dell?Irs, Emanuele Ranci Ortigosa l?occasione «per verificare a che punto era la partecipazione del volontariato».

Il punto di partenza
«Grazie alla collaborazione di tutti i Centri di servizio provinciali abbiamo potuto ricostruire la mappa delle organizzazioni di volontariato iscritte e non iscritte ai registri. Ovviamente è una visione parziale, nel senso che abbiamo considerato il punto di vista dei Csv e quindi ci sono altre organizzazioni non iscritte che non abbiamo contattato», è stata la premessa metodologica di Diletta Cicoletti, ricercatrice dell?Irs che, con Paolo Canino, ha presentato la ricerca. Tra gli obiettivi, quello di cercare di capire la visione del mondo del volontariato lombardo rispetto alla partecipazione, facendo degli affondi su temi quali la rappresentanza e l?idea di rete. I risultati sono poi stati portati al tavolo di regìa costituitosi per il progetto e composto da alcuni Csv e dall?Irs.
L?indagine è stata condotta su un campione di 315 organizzazioni di volontariato. Oltre la metà delle organizzazioni del campione (186 pari al 59%) ha dichiarato di essere a conoscenza dell?esperienza dei Piani e di queste 113 (pari al 36% del totale) sono state convocate per la triennalità 2006-2008 e solo 84 hanno partecipato effettivamente ad almeno una delle fasi. «Queste ultime evidenziano una maggiore specializzazione nell?assistenza sociale, più spesso operano a livello di ambito distrettuale, appartengono a realtà di secondo livello; abbiamo verificato che se appartengono già a una rete hanno una maggior capacità di partecipazione», ha spiegato Canino. Tra quante hanno partecipato «oltre il 90% ha preso parte all?analisi del bisogno, meno del 40% all?individuazione delle priorità, infine, meno del 30% ha partecipato alla fase di coprogettazione». Tra i temi approfonditi dalla ricerca vi è quello della rappresentanza: da notare come il 72% delle odv ha visto la stessa organizzazione come rappresentante e portatrice di istanze, bisogni e domande dei cittadini.
«Stando alle risposte, il tavolo di rappresentanza del terzo settore, previsto da una circolare regionale, è stato istituito solo nel 45% dei casi, una quota molto rilevante delle odv non sa neanche se sia stato istituito o meno », ha chiosato Canino, «quindi è più forte il senso di rappresentare delle istanze provenienti dalla società piuttosto che il bisogno di farsi rappresentare da qualcuno ». Per quanto riguarda il ruolo ricoperto dai Csv, considerando che la metà del campione ha usufruito dei servizi offerti, con particolare riferimento all?informazione, il grado di soddisfazione espresso è molto elevato, non si scende sotto l?85%.

Dentro la ricerca
In sintesi emerge che tre sono stati gli obiettivi della partecipazione delle odv: ottenere una buona programmazione, rappresentare i diritti dei cittadini e, infine, avere più visibilità sul territorio in modo da accrescere la propria capacità di produrre risposte. Quanto al tema della rete, che, come osserva la ricercatrice, «è l?obiettivo dell?attività della programmazione coordinata che nasce dalla 328 e da altre leggi, sicuramente è riconosciuta come un?opportunità per lavorare insieme evitando sovrapposizioni e autoreferenzialità. Tuttavia non basta lavorare insieme per fare rete e nemmeno è sufficiente avere un obbiettivo comune, bisogna convergere operativamente».

Per ulteriori informazioni e per scaricare gli atti del convegno, www.csvlombardia.it


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