Non profit

Volontari: Maroni risponde. La deducibilità? Più che una promessa

Dopo Arezzo. Riparte il dialogo? "Detrarre le donazioni? la delega fiscale già lo prevede" annuncia il ministro. E si spiega anche sul Forum del terzo settore

di Riccardo Bonacina

“Maroni, rispondici”. Era il perentorio titolo di copertina dello scorso numero di Vita. A tema le discussioni e le polemiche nate intorno alla Conferenza nazionale del volontariato di Arezzo. «Dopo le polemiche tra il ministro e il Forum del Terzo settore, i volontari chiedono che su alcuni punti venga fatta chiarezza. Ecco le sei domande cruciali», così recitava il sommario. Il ministro del Welfare, è noto, non ama né i bizantinismi né le polemiche indirette o camuffate, perciò la telefonata che aspettavamo, arriva: «Siete interessati alle sei risposte? Quando ci vediamo?». Detto, fatto. Allora cominciamo, snoccioliamo le domande una dietro l?altra con il taccuino davanti. Vita: Signor ministro, pensa davvero che il Forum rappresenti solo le istanze del volontariato di centrosinistra? Roberto Maroni: Per la precisione, e nonostante le tante inesattezze che ho letto e sentito, non ho mai sostenuto che il Forum del Terzo settore sia schierato politicamente. E tanto per chiarire, in ogni caso, non ho mai pensato di sostituire il Forum con qualche altro organismo. Noi dialoghiamo con le rappresentanze che il volontariato e il Terzo settore autonomamente si danno. Ci mancherebbe altro, è persino ovvio. Certo, man mano che i corpi intermedi crescono e assumono nuove responsabilità si pone anche il problema della loro rappresentanza e della rappresentatività dei loro organismi. Ma questo è un tema generale e appassionante, è un tema che riguarda tutti i corpi intermedi della società, il sindacato come il Terzo settore, è un tema vero su cui un dibattito mi parrebbe persino utile. Ripeto, poi non tocca al governo risolvere il problema ma percorsi autonomi dei mondi che chiedono di essere rappresentati. Vita: Allora la polemica è ancora una volta colpa di noi giornalisti? Nessuna sfida? Maroni: Forse avete preso spunto da un fastidio che avevo effettivamente espresso rispetto a chi aveva fatto, prima che la Conferenza ancora iniziasse, dichiarazioni preventive sulla sua inutilità. In quelle dichiarazioni avevo letto, magari sbagliando, un attacco politico e non una polemica sui contenuti. Vede, io chiedo solo una cosa a chi rappresenta il Terzo settore: di confrontarsi sulle cose concrete. Vita: La seconda questione. Lei non perde occasione per proporre la trasformazione dell?Agenzia per le onlus in vera e propria Authority. Perché? E, a che pro? Maroni: Così, come è disegnata oggi, l?Agenzia è un?articolazione dei ministeri del Welfare e dell?Economia. Anche se i suoi membri sono autorevoli, non siamo di fronte a un organismo indipendente, ma governativo. E questo è un grande limite dell?Agenzia. Un limite che le impedisce di avere tutta l?autorevolezza per imporre regole, standard, per proporre linee guida ai governi, per bloccare iniziative di enti pubblici, ecc. Credo che un?Authority indipendente, una vera e propria Authority sia sempre più necessaria, soprattutto qualora si voglia intervenire in maniera più decisa sulla defiscalizzazione delle donazioni. Possiamo accontentarci di un organismo ibrido e vivacchiare, ma se si vuol metter mano a un grande progetto? Vita: Ministro, ma un organismo indipendente non potrà più essere nominato dal governo. A chi i poteri di nomina? Maroni: Non lo so, parliamone, se interessa il progetto. Magari i presidenti di Camera e Senato, o i Consigli regionali. Alcuni membri dell?Autorità potrebbero poi essere proposti dagli organismi rappresentativi del Terzo settore. Mi interessa sottolineare che questa mia insistenza non mira a un maggior controllo dello Stato, anzi ha come obiettivo quello di fissare paletti certi per il decollo di un settore importante: la solidarietà. Vita: Terza questione. Lei ha annunciato la convocazione annuale della Conferenza. Da quando? E perché? Maroni: Il motivo è semplice: la Conferenza ogni quattro anni viene percepita (in questo caso ma anche nei precedenti) come un atto troppo formale e dovuto. Proprio per evitare che le passerelle di politici o i tempi contingentati, ho proposto di rinnovare più spesso l?appuntamento. Tanto più alla luce delle decisioni importanti che dovremmo prendere. Abbiamo un?agenda talmente intensa che più momenti di confronto ci diamo, meglio è. Abbiamo modificato il Fondo sociale rendendolo un fondo indistinto, e allora di anno in anno dovremo decidere le priorità e i criteri guida per cui allocare i fondi. Per esempio, ora prevede uno stanziamento di 7,7 milioni di euro per non meglio precisati progetti sui Tempi delle città e solo 1,5 milioni di euro per il volontariato. Va bene così? Vogliamo cambiare? Ecco la Conferenza dovrebbe aiutare nella risposta a queste domande. A fine anno presenteremo poi il Libro bianco sul Welfare e chiederemo a tutti di discuterlo, di arricchirlo. Perciò penso che la prossima Conferenza vada organizzata nella primavera del 2003. In Europa si sta affermando l?idea che debba esistere un dialogo civile accanto al dialogo sociale, si sta pensando addirittura a organismi strutturati. Vogliamo seguire questa strada, in cui anche chi è piccolo e periferico abbia possibilità di essere, ogni tanto, ascoltato. Vita: Ultima questione. Lei ad Arezzo ha annunciato la totale deducibilità delle donazioni. Il solito annuncio? Maroni: Perché dovete sempre pensare male? Io ho un progetto che riguarda le politiche sociali del Paese ed è un progetto cui tengo molto e che mi appassiona. Si può discutere, ma prima bisogna provare a capirlo. Prevede tre pilastri. Il primo: le risposte dei corpi sociali intermedi ai bisogni della collettività sono più efficaci e più efficienti di quelli che lo Stato potrebbe mettere in campo. È il principio di sussidiarietà verticale. Il secondo: io mi fido di questi corpi intermedi perché c?è un sistema di regole che lo stesso settore si è dato, e che mi permette di esercitare la funzione di controllo e di garanzia che rimane di pertinenza dello Stato. Il terzo: lo Stato fa un passo indietro come gestore di servizi che avrebbe garantito e spesato con la leva della fiscalità generale. In questo modo, posso usare la leva della defiscalizzazione come volano a ciò che i corpi intermedi fanno nel campi dei servizi di pubblica utilità. In questo progetto la deducibilità totale delle donazioni non è un?utopia, ma un passo necessario. Quando accadrà? Entro fine anno la delega fiscale già approvata in Senato otterrà l?ok dalla Camera. In quella delega (legge 1396) questo principio è già previsto all?articolo 3, comma 1/lettera B/punto 3 dove si parla di «inclusione, tra i soggetti passivi dell?imposta, degli enti non commerciali» e di «progressiva sostituzione delle detrazioni in deduzioni», infine definisce le deduzioni in funzione di «(…) formazione, ricerca, previdenza, non profit e volontariato». All?inizio del 2003 ci saranno i decreti attuativi e lì si potrà lavorare nella direzione annunciata ad Arezzo.


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