Neo laureata in Scienze politiche, da anni mi interesso alla cooperazione e al volontariato internazionale. Ho seguito un corso di formazione presso una ong e cerco di partecipare agli eventi formativi di cui vengo a conoscenza. La mia delusione per non essere stata inserita fino a ora in un progetto di cooperazione allo sviluppo, si è trasformata in vera preoccupazione quando su ?Vita? del 24 aprile ho letto l?articolo che lanciava un ?allarme cooperazione?. Continuerò a formarmi ma mi chiedo se per noi giovani ?candidati volontari?, senza nessuna esperienza sul campo, c?è la speranza di rendere operative le nostre preparazioni e di partire come volontari internazionali.
Laura F.,Milano
Risponde Sergio Marelli
Inutile tentare di tingere di rosa una situazione a dir poco grigia. Ancor meno di fronte a una domanda tanto perentoria quanto legittima. Se i numeri hanno un valore, rileviamo che i volontari internazionali che a fine ?97 beneficiavano ancora dei diritti previsti dalla legge 49 (vigente in materia di cooperazione e volontariato internazionale) erano poco più del 10 per cento contro i 1.200 del 1992!
Disfunzioni nella pubblica amministrazione, lungaggini burocratiche, applicazioni di norme incompatibili con la flessibilità richiesta dai Paesi in via di sviluppo e in più, con risorse umane, insufficiente attenzione politica, strapotere dei tecno-burocrati, tagli dei fondi destinati alla cooperazione, e alle ong di volontariato: questi elementi e la loro combinazione in circoli viziosi di scarico di responsabilità porta alla realtà di oggi. A nulla sembrano valere trattative condotte e proposte avanzate dai rappresentanti delle nostre ong.
Le poche azioni intraprese su pressione delle stesse dal ministero degli Affari esteri in questi anni (registrazione dei contatti di volontari con presa in carico di oneri assicurativi e previdenziali) non consentono incrementi quantitativi delle opportunità offerte a giovani e meno giovani, desiderosi di fare i volontari nei Paesi in via di sviluppo.
Ogni anno oltre cinquemila persone contattano le ong di volontariato per offrire prestazioni all?estero: ecco le dimensioni della disponibilità manifestata dagli italiani che allo stesso tempo mostra il livello di frustrazione che ingenera il disimpegno del nostro governo. Non bisogna però abbandonare le speranze. Gli organismi di volontariato hanno intrapreso nuove vie per reperire risorse per l?invio di volontari nel mondo.
Oggi sono più di 500 quelli inviati dalle ong italiane nei Paesi in via di sviluppo. Molti con esperienza, altri ?senza alcuna esperienza sul campo?, ma formati e preparati. Persone che rispondono agli sforzi delle ong con altrettanti sforzi personali rinunciando ai vantaggi della legge italiana, consentendo la stipula di ?contratti privati?. In attesa della nuova legge sulla cooperazione diamoci da fare prima che muoia anche la speranza. ?
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