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Volontari e sponsor: l’incontro è possibile
Finanziamenti. Quale contratto con le aziende?
Sarà il 5 per mille; sarà la +Dai, -Versi; sarà il principio di sussidiarietà orizzontale tanto decantato e applicato (non sempre cum grano salis). Qualsiasi sia la ragione, il non profit sta riscuotendo sempre maggiore interesse, e da alcuni anni a questa parte anche presso quei soggetti (le aziende) che una volta si mantenevano ben distanti dalle cause non profit, umanitarie o sociali che fossero.
Ma il vento cambia, per fortuna (anche in provincia), e i due mondi ormai dialogano, certo anche per rispettiva convenienza.
Cinque anni fa uscì una risoluzione (n. 356/02), a firma dell?Agenzia delle Entrate, che mise in forte dubbio la possibilità per le onlus di instaurare determinati rapporti con le aziende, in quanto, a parere dell?Agenzia, la cessione del marchio da parte della onlus configurava un rapporto di sponsorizzazione e come tale intrinsecamente commerciale, peraltro non riconducibile tra le attività connesse permesse alle onlus. La conseguenza, secondo l?Agenzia delle Entrate, sarebbe la perdita della qualifica onlus.
In relazione allo specifico del volontariato (enti iscritti agli omologhi registri locali), l?Agenzia dice solo che la questione deve essere vista alla luce della legislazione specifica (così come per le altre onlus di diritto).
Lasciati così, in mezzo al guado, e detto che alcune delle argomentazioni sostenute dall?Agenzia non ci convincono del tutto, possiamo premettere che per le organizzazioni di volontariato non è ammissibile l?esercizio di attività commerciale (con conseguente apertura di partita Iva) al di fuori delle cinque tipologie previste (quali marginali) dal dm 25 maggio 1995.
Tra esse non troviamo neppure in via analogica un riferimento al contratto di sponsorizzazione o di cessione del marchio.
Allora, il matrimonio non s?ha da fare? Credo si debba ragionare sui dati in nostro possesso.
Ad esempio, è ammessa – anche per esplicito riferimento nella risoluzione – una liaison tra il mondo profit e le onlus in occasione delle raccolte pubbliche di fondi (attenzione, alle condizioni dettate dalla norma), sempre che il contributo corrisposto dall?azienda superi il valore della controprestazione (co-branding e obblighi ?pubblicitari? del volontariato) richiesta al non profit.
In generale, aggiungiamo noi, è certo ammessa la contribuzione in spirito di liberalità da parte delle aziende a favore delle organizzazioni di volontariato, in quanto è certo ammessa la donazione anche da aziende (con tanto di agevolazioni fiscali per quest?ultime cfr. art 100 Tuir o art 14, dm 35/05).
La vera difficoltà (e la sfida) per le onlus in generale e per il volontariato in particolare consiste nel riuscire a ringraziare – in qualche modo pubblicamente – le aziende per la donazione, senza per questo cadere nella pura sponsorizzazione, nel mero co-branding, nel cause related marketing.
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