Non profit

volontari e aziende in campo per l’abruzzo: ecco come aiutarli

Tutte le modalità per sostenere le popolazioni colpite

di Gabriella Meroni

Molti italiani si sono chiesti come fare per esprimere la propria solidarietà. «Vita» vi offre una guida ragionata alle associazioni già attive sul posto. E lancia un’iniziativa dedicata alle aziende Le immagini scorrono nei computer, su ogni scrivania, e vengono rilanciate dalle tv in mensa, negli atri, negli angoli-caffè. Dirigenti e amministratori delegati, colletti bianchi e tute blu si uniscono in un pensiero comune: facciamo qualcosa per i terremotati dell’Abruzzo. Partono così le raccolte fondi aziendali: iniziative lodevoli che però spesso raccolgono poche migliaia di euro e, in mancanza di un coordinamento o di un obiettivo preciso, non risultano di grande impatto.
Per evitare questo rischio è nata l’iniziativa Sos Abruzzo di Vita Giving Europe onlus (Vge), legata a Vita Consulting, con lo scopo di aiutare le aziende a gestire efficacemente le proprie azioni di filantropia. In pratica Vge apre e gestisce conti bancari per conto di singoli committenti (le aziende) che vi depositano fondi destinati ad attività sociali; inoltre collabora con loro per studiare la destinazione dei fondi in accordo con le indicazioni del management. Se, per esempio, una multinazionale ha un budget di 100mila euro per la filantropia in Italia, e vuole dedicarli al sostegno dei minori a rischio, potrà disporre di quei fondi sul conto gestito da Vge e valutare con quest’ultima il finanziamento di una serie di progetti di organizzazioni serie e trasparenti che la onlus avrà selezionato. Con un notevole risparmio di tempo, fatica e denaro, e avendo la certezza che i propri quattrini finiscano in buone mani.
«In questi giorni c’è il forte desiderio, da parte di molte imprese, di fare qualcosa a favore dell’Abruzzo», testimonia Giuseppe Ambrosio, vicepresidente di Vge. «Così abbiamo attivato un fondo interaziendale in cui far confluire i fondi di diverse realtà, per utilizzarli nella fase di post emergenza». Uno dei problemi di chi è colpito da un sisma disastroso come quello dell’Aquila, infatti, è quello del difficile ritorno alla normalità dopo la prima fase di shock. «In genere la ricostruzione finanziata dallo Stato si concentra sugli edifici pubblici, come è giusto», nota Ambrosio, «col rischio di trascurare altri importanti punti di riferimento per una comunità, come i centri per minori o anziani, le strutture per disabili, i circoli sociali. La nostra idea è proporre alle aziende di ricostruire queste realtà, essenziali per il tessuto comunitario e anche per gli enti non profit del territorio». Vge ha già contattato numerose aziende, e i primi riscontri sono «ottimi».

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