Mondo

Volontari di Medicina della Cattolica in Camerun

23 tra studenti, specializzandi e docenti partiranno il prossimo 1 agosto. L’iniziativa promossa dal Centro Pastorale dell’Ateneo in collaborazione con l’AUCI e il Centro per la Cooperazione Internazi

di Redazione

Costruire un ponte di solidarietà a favore di una realtà disagiata del continente africano: questo l?obiettivo dei 23 volontari ? studenti, specializzandi e docenti ? della Facoltà di Medicina e chirurgia dell?Università Cattolica di Roma. Il gruppo, coordinato dal Centro Pastorale della Cattolica e guidato da padre Cristiano Cavedon, partirà per il Camerun il 1° agosto per operare in piccole strutture sanitarie nel nord del paese, affiancando e formando il personale locale. L?iniziativa è promossa in collaborazione con l?AUCI (Associazione Universitaria per la Cooperazione Internazionale) e il Centro per la Cooperazione Internazionale e con il sostegno dell?intero Ateneo. Si tratta di un modo concreto per dare seguito all?impegno di rinnovamento in chiave solidale della società, in linea con il tema centrale della 78° Giornata per l?Università Cattolica: “Nel nome dell?uomo. Sostieni i progetti dell?Università Cattolica e il suo impegno per i paesi in via di sviluppo”. Il gruppo di volontari della Cattolica presterà la propria opera per tutto il mese di agosto nel Camerun del Nord (Dipartimento di Mayo Louti) in strutture sanitarie tenute da suore camerunensi, le “Figlie di Maria di Yaoundè”. L?aiuto concreto che forniranno, in accordo con i missionari che svolgono il proprio servizio stabilmente, sarà di tipo medico (collaborazione di carattere ambulatoriale) e formativo (corsi di igiene e di educazione sanitaria) per il personale del luogo. “Lo scopo principale ? afferma Padre Cavedon, assistente ecclesiastico della sede romana della Cattolica ? è tenere vivo lo spirito di missione dei nostri studenti. È importante che l?Università stessa fornisca gli stimoli giusti in tal senso per spiegare, nella concretezza degli atti di carità, che ognuno deve essere missionario nella sua vita”.


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