Famiglia

Volontari all’Opera dalla parte dei Rom

Risanamento delle baraccopoli e integrazionRisanamento delle baraccopoli e integrazioni

di Redazione

Risanamento delle baraccopoli e integrazione scolastica, tutela della lingua e cultura zingara, manifestazioni culturali, avviamento al lavoro e difesa della salute. È un impegno a 360 gradi quello promosso dall’Opera Nomadi a tutela della minoranza zingara presente in Italia. Costituitasi a Bolzano nel 1963 come associazione regionale, l’Opera Nomadi si è in seguito estesa a tutto il territorio nazionale ed è stata eretta in Ente morale nel 1970. Oggi conta circa 800 soci ed è il principale mediatore tra le istituzioni e le comunità nomadi presenti in Italia. Togliere gli zingari dall’emarginazione in cui sono relegati, e aprire la collettività nazionale alla comprensione e all’accoglienza dei diversi, è il fine statutario dell’assocazione.
«Purtroppo lo Stato italiano continua a considerare gli zingari come un problema di ordine pubblico», esordisce Massimo Converso, segretario nazionale dell’Opera Nomadi. «I governi che si succedono in Italia mostrano la stessa incapacità di affrontare il problema in maniera organica. Solo gli enti locali, in maniera autonoma, trovano, a volte, qualche soluzione». A offrire il destro per l’ennesima denuncia è stata l’esclusione della sola lingua “romanì” dalla recentissima legge sulle minoranze linguistiche in Italia. «Il fatto», sottolinea Converso «la dice lunga sulla complessità del cammino da ancora percorrere in Italia perché i diritti fondamentali del popolo zingaro vengano rispettati».
Sugli zingari, 110 mila persone, di cui 70 mila di cittadinanza italiana, si indirizza un concentrato di pregiudizi e luoghi comuni. “Gli ultimi tra gli ultimi” vivono, invece, situazioni di grande disagio. A destare preoccupazione sono le condizioni igienico sanitarie dei campi. La cintura metropolitana di Napoli, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Melito Porto Salvo; Catanzaro, Battipaglia, Pisa e il Varesotto, sono le località dove i campi sono più fatiscenti. In controtendenza Brescia, Napoli, Foggia e Roma, città dove si attuano politiche di smantellamento delle roulottopoli a favore di villaggi attrezzati, con prefabbricati dotati di servizi autonomi per ciascun nucleo familiare. A Roma nel famigerato Casilino 700, che con 1400 persone era il campo più grande d’Europa, l’Opera Nomadi ha avviato un importante progetto sanitario in collaborazione con l’Asl Rm B. Un camper attrezzato ad ambulatorio ha sostato per otto mesi, con medici, infermieri, assistenti sociali e mediatori culturali. Si effettuano centinaia di vaccinazioni, consulenze pediatriche, interventi di medicina di base ed educazione alla salute.
A Cosenza, la collaborazione tra comune e Opera Nomadi ha portato addirittura alla costruzione di due villaggi per i Rom, baraccati lungo il Crati dal 1946. Composti da villette quadrifamiliari, con giardino intorno e piazzuole che riproducono i luoghi d’incontro delle comunità. Il progetto si pone all’avanguardia tra quelli finora realizzati in Italia e in Europa. Sempre a Cosenza, dalla metà degli anni ’80, il Comune e l’Opera Nomadi hanno avviato un programma di scolarizzazione che, alla fine del triennio ’86/89, aveva già ridotto in maniera drastica la fortissima evasione scolastica. Oggi Cosenza è una delle città d’Italia con il più alto numero di diplomati Rom e con molti iscritti all’Università della Calabria.
Corsi di formazione per mediatori culturali, “sportelli giustizia” per consulenze e difesa legale, costituzione di cooperative per valorizzare i tradizionali mestieri della tradizione zingara (artigianato e lavoro dei metalli), iniziative imprenditoriali. Queste le ultime iniziative per rompere il “muro di gomma” intorno agli zingari e per rilanciare il cammino dell’integrazione.
Massimo AngeliRisanamento delle baraccopoli e integrazione scolastica, tutela della lingua e cultura zingara, manifestazioni culturali, avviamento al lavoro e difesa della salute. È un impegno a 360 gradi quello promosso dall’Opera Nomadi a tutela della minoranza zingara presente in Italia. Costituitasi a Bolzano nel 1963 come associazione regionale, l’Opera Nomadi si è in seguito estesa a tutto il territorio nazionale ed è stata eretta in Ente morale nel 1970. Oggi conta circa 800 soci ed è il principale mediatore tra le istituzioni e le comunità nomadi presenti in Italia. Togliere gli zingari dall’emarginazione in cui sono relegati, e aprire la collettività nazionale alla comprensione e all’accoglienza dei diversi, è il fine statutario dell’assocazione.
«Purtroppo lo Stato italiano continua a considerare gli zingari come un problema di ordine pubblico», esordisce Massimo Converso, segretario nazionale dell’Opera Nomadi. «I governi che si succedono in Italia mostrano la stessa incapacità di affrontare il problema in maniera organica. Solo gli enti locali, in maniera autonoma, trovano, a volte, qualche soluzione». A offrire il destro per l’ennesima denuncia è stata l’esclusione della sola lingua “romanì” dalla recentissima legge sulle minoranze linguistiche in Italia. «Il fatto», sottolinea Converso «la dice lunga sulla complessità del cammino da ancora percorrere in Italia perché i diritti fondamentali del popolo zingaro vengano rispettati».
Sugli zingari, 110 mila persone, di cui 70 mila di cittadinanza italiana, si indirizza un concentrato di pregiudizi e luoghi comuni. “Gli ultimi tra gli ultimi” vivono, invece, situazioni di grande disagio. A destare preoccupazione sono le condizioni igienico sanitarie dei campi. La cintura metropolitana di Napoli, Lamezia Terme, Reggio Calabria, Melito Porto Salvo; Catanzaro, Battipaglia, Pisa e il Varesotto, sono le località dove i campi sono più fatiscenti. In controtendenza Brescia, Napoli, Foggia e Roma, città dove si attuano politiche di smantellamento delle roulottopoli a favore di villaggi attrezzati, con prefabbricati dotati di servizi autonomi per ciascun nucleo familiare. A Roma nel famigerato Casilino 700, che con 1400 persone era il campo più grande d’Europa, l’Opera Nomadi ha avviato un importante progetto sanitario in collaborazione con l’Asl Rm B. Un camper attrezzato ad ambulatorio ha sostato per otto mesi, con medici, infermieri, assistenti sociali e mediatori culturali. Si effettuano centinaia di vaccinazioni, consulenze pediatriche, interventi di medicina di base ed educazione alla salute.
A Cosenza, la collaborazione tra comune e Opera Nomadi ha portato addirittura alla costruzione di due villaggi per i Rom, baraccati lungo il Crati dal 1946. Composti da villette quadrifamiliari, con giardino intorno e piazzuole che riproducono i luoghi d’incontro delle comunità. Il progetto si pone all’avanguardia tra quelli finora realizzati in Italia e in Europa. Sempre a Cosenza, dalla metà degli anni ’80, il Comune e l’Opera Nomadi hanno avviato un programma di scolarizzazione che, alla fine del triennio ’86/89, aveva già ridotto in maniera drastica la fortissima evasione scolastica. Oggi Cosenza è una delle città d’Italia con il più alto numero di diplomati Rom e con molti iscritti all’Università della Calabria.
Corsi di formazione per mediatori culturali, “sportelli giustizia” per consulenze e difesa legale, costituzione di cooperative per valorizzare i tradizionali mestieri della tradizione zingara (artigianato e lavoro dei metalli), iniziative imprenditoriali. Queste le ultime iniziative per rompere il “muro di gomma” intorno agli zingari e per rilanciare il cammino dell’integrazione.
Massimo Angeli

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