Volontariato
Volontari ai musei: bene, ma teniamoli distinti dal personale
L'intervento di Maria Pia Bertolucci, vicepresidente del Centro Nazionale per il Volontariato
In seguito alle polemiche nate intorno alla "convocazione" dei volontari da parte del Ministero per i Beni Culturali (vd fra le notizie correlate), riceviamo e volentieri pubblichiamo l'intervento di Maria Pia Bertolucci, vicepresidente del Centro Nazionale per il Volontariato
«L‘idea di iniziare a dialogare con il Ministero dei Beni Culturali, è venuta da Anna Maria Buzzi, subito dopo la sua nomina e per questo si è impegnata a fondo. Ha ricostituito una commissione al Ministero, composta dai rappresentanti delle Associazioni nazionali più impegnate in questo ambito, e abbiamo fatto anche un incontro con l’allora Ministro Ornaghi.
Da tempo si parla di una collaborazione proficua, e l’idea di mettere il valore aggiunto dei volontari alle aperture serali dei Musei, è una delle sperimentazioni che vorremmo fare; come anche la possibilità di aprire piccoli musei, antiquarium, o anche chiese altrimenti chiusi. Il tema è sempre lo stesso, contribuire a far crescere l’attenzione e l’amore per il patrimonio – sia dei Beni ma anche delle tradizioni, delle usanze, del folckore … – da parte di tutti, o di molti. Perché altrimenti i beni rimangono feticci, le tradizioni vecchie pratiche desuete, e si perdono le nostre radici.
Sono convinta che se non si fa questo scatto in avanti, corresponsabilizzando tutti al patrimonio culturale e dei Beni culturali, quello che veniva chiamato anni fa il nostro petrolio, rischia di essere soltanto una palla al piede. Se gli arabi gestissero il loro petrolio, come noi gestiamo i nostri beni culturali, non sarebbero ricchi come sono! Dobbiamo cambiare passo e i volontari possono e devono dare il loro contributo, rimanendo nel loro ambito: dare valore aggiunto e non certo sostituire il personale che può, anzi deve, trovare possibilità occupazionali in una gestione più fresca e nuova del nostro patrimonio.
A mio parere ci sono le condizioni per lavorare insieme, valorizzando la tradizione ma anche facendo crescere nuovi fermenti che ci consentano di dire che non eravamo la culla della cultura, ma lo siamo anche in questo tempo. Sogno? Ma senza sognare non si possono raggiungere nuovi traguardi».
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