Cultura

Volontari a Rio. A loro tante funzioni strategiche

Il 90% del lavoro delle JMJ dipenda da loro, spiega Padre Ramon Nascimento che è il coordinatore. Sono 60mila. Molti gli italiani. Impegnati in particolare nel delicato servizio delle traduzioni simultanee

di Giuseppe Frangi

Sono 60 mila i volontari della Giornata mondiale della gioventù di Rio. 45 mila provengono dalla diocesi di Rio de Janeiro, e da quelle vicine di Niterói, Nova Iguaçu e Duque de Caxias. Gli altri 15 mila sono stati divisi in due gruppi da 7500, uno formato da volontari internazionali e l’altro da quelli nazionali.

I volontari sono responsabili del 90% del lavoro fatto nella Giornata. Il settore è coordinato da Padre Ramon Nascimento. Che spiega: «I volontari sono l’anima della Giornata, sono coloro che assistono in ogni cosa i pellegrini in arrivo e che permettono loro di vivere l’evento di fede. Il nostro motto è “non importa chi tu sia, dentro ogni persona vive un giovane”».

Padre Ramon racconta di esser stato chiamato già in occasione della GMG di Madrid di due anni fa, per capire come si organizza un servizio così importante e delicato. Dopo di che padre Ramon si è trovati a coordinare il COL, il Comitato organizzativo locale, sul quale convergevano tutte le domande di volontari da tutto il mondo. Al Col hanno lavorato in questo periodo 80 persone, l’80% a titolo completamente gratuito.

Il processo di arruolamento è durato oltre due anni che stanno dando il loro aiuto per l’organizzazione di questo grande evento. Molti anche i ragazzi italiani che hanno scelto di venire a Rio de Janeiro per svolgere questo servizio totalmente gratuito. «Lo spirito del volontariato sarà un importante retaggio di questa Giornata Mondiale della Gioventù, in particolare per il Brasile», dice padre Ramon.

Qualche migliaio i volontari arrivati dall’Italia. Tra di loro c’è ad esempio Silvonei Protz, che si occupa delle traduzioni ed è arrivata qui già a fine marzo. «Sono volontaria del settore di comunicazione», ha raccontato a Radio Vaticana. «Coordino le traduzioni del sito web ufficiale e anche due equipe per la preparazione del programma radio che trasmettiamo durante gli eventi ufficiali. Inoltre garantiamo una copertura con traduzioni simultanee di tutti gli eventi principali di queste giornate».

La prima impressione? «È un’esplosione di gioia, di emozione! Spero di essere in grado di trasmettere tutto quello che sto provando e il messaggio – che noi traduttori tradurremo – di Papa Francesco a tutti i giovani che presenti».

Anche Claudia Giampietro lavora nel settore traduzioni. Lei viene da Pescara. Racconta queste prime giornate: «Mi guardo attorno oggi e vedo ragazzi francesi, tedeschi, polacchi, italiani, statunitensi, canadesi, argentini, boliviani, che comunicano tra di loro in portoghese e mi stupisco del fatto che Dio abbia fatto ritrovare insieme in questa città meravigliosa persone che hanno obiettivi comuni e lavorano per la buona riuscita di un evento così importante. La Chiesa è giovane!? e, aggiungerei, entusiasta! Mi basta guardare tutte le mattine i volti dei miei colleghi e l’impegno che ciascuno di noi mette nel realizzare il proprio lavoro».

Un entusiasmo condiviso da Filippo Salvi, di Anagni, che per venire a Rio ha scelto addirittura di lasciare il lavoro: «Sì, lavoravo in Italia da circa 3 anni in una società di consulenza, un lavoro con grandi prospettive di carriera, un contratto a tempo indeterminato che però non riusciva a riempire la mia vita, nonostante riconoscimenti e promozioni. A settembre 2012 quando è arrivata la proposta di partire come volontario internazionale per Rio de Janeiro e far parte del Comitato Organizzatore Locale della GMG per me è stato un fulmine a ciel sereno, ma ho capito subito che poteva essere un’occasione importante. Ho accettato, nonostante le tensioni con i miei genitori per la decisione di lasciare un lavoro sicuro. Ma più passano i giorni e più capisco di aver fatto la scelta giusta».


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