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Gli "emendamenti" alla manovra proposti dalle associazioni di disabili. Anteprima di VITA in edicola

di Sara De Carli

«I falsi invalidi non se li è inventati Tremonti. Così come c’è un sacco di gente che ha approfittato delle agevolazioni fiscali per i disabili. Perciò abbiamo proposto degli emendamenti che la segreteria tecnica del ministro Sacconi ha giudicato molto interessanti, proprio perché aprono margini di recupero economico». A parlare così è Pietro Vittorio Barbieri, presidente della Fish – Federazione italiana superamento handicap: i disabili veri scendono in campo contro i falsi invalidi e contro gli sprechi che – denunciano – effettivamente esistono.

Tutto è cominciato con l’attacco frontale di Tremonti, che con la Manovra 2010 ha innalzato dal 74 all’85% la soglia minima di invalidità necessaria per avere l’assegno. Abrogare quel comma è un imperativo, insieme alla revisione delle tabelle: «Io che sono disabile al 100% trovo lavoro molto più facilmente di una persona con una disabilità intellettiva del 75%», spiega Barbieri. «Capisce che c’è qualcosa che non va». E però non basta. Se c’è un aspetto positivo in questa vergognosa vicenda, è che tanto le associazioni di disabili quanto il mondo istituzionale hanno reagito non tanto in difesa dello status quo, ma con proposte innovative. «Nella lotta ai falsi invalidi, Tremonti si è concentrato su chi gode di provvidenze economiche», dice Barbieri, «mentre bisogna considerare tutto il sistema, dai contrassegni per il parcheggio all’esenzione dal pagamento dei ticket sanitari». Ecco quindi le proposte che Fish e Fand, in maniera congiunta, hanno presentato alla politica.

Se caccia deve essere, deve partire dai meccanismi di collocamento al lavoro: «Per entrare nelle liste del collocamento obbligatorio basta un’invalidità del 47%. È più semplice e conveniente fingere un’invalidità di questa entità e ottenere un posto di lavoro, che non simulare una falsa invalidità del 100% per avere una pensione di 256 euro al mese», ragiona Barbieri. Bisogna cercare soprattutto nella pubblica amministrazione, precisa, ricordando l’imperituro esempio di Carlo Azeglio Ciampi, che da ministro del Tesoro licenziò 13 dipendenti falsi invalidi.

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