Formazione

Vogliono insegnare, ma sono ignoranti

Il 94% di bocciati agli scritti del concorso per la scuola in Lombardia vi sembra troppo? Un commissario (pagato 1,50 euro al giorno) spiega perché invece è giusto così: «quelle prove erano un disastro, pura ignoranza»

di Sara De Carli

Vorrebbero insegnare, ma sono ignoranti. Il 94% di bocciati in Lombardia, agli scritti del concorso per la scuola dell'infanzia, vi sembran troppi? Se vedeste quei compiti, cambiereste idea. Gli scritti del "concorsone" sono pieni di errori di ortografia, di lessico, di grammatica: errori dei più banali e terribili, tipo “ha” senza acca e “un’esperienza” senza apostrofo. Strafalcioni scritti nelle prove di chi si candida ad insegnare ai nostri bimbi i fondamenti della lingua italiana, quelle regole basilari che lui per primo ignora. Nelle scorse settimane avevamo dato notizia di quell’impressionante percentuale di bocciati alla prova scritta raggiunto in Lombardia per la scuola dell’infanzia: oltre 9 su 10. Per saperne di più abbiamo cercato un membro di una delle commissioni della Lombardia per la scuola dell’infanzia. Così, proprio nell’ultimo giorno delle prove orali, ecco una fotografia di quel che i commissari hanno visto passare sotto i loro occhi increduli.

Quanti compiti ha corretto?
In Lombardia per la scuola dell’infanzia abbiamo corretto 2.358 compiti. Abbiamo ammesso all’orale 142 candidati, significa che abbiamo un 6% di ammessi. Per 96 posti. Siamo cinque commissioni, ognuna composta da un presidente e due commissari: ogni commissione ha corretto fra i 450 e i 500 compiti.

Che criteri avete usato per la correzione?
Abbiamo seguito una griglia di correzione unica, pubblicata sul sito dell’Ufficio scolastico. Abbiamo valutato la congruenza del testo rispetto alla consegna, l’organicità della risposta, la correttezza ortografica, sintattica e lessicale, i riferimenti all’esperienza, l’originalità del percorso didattico. Ci sono state alcune polemiche perché la griglia di correzione è stata pubblicata dopo lo scritto, ma non mi sembra che nei criteri ci sia nulla di “imprevedibile”.

Com’erano le domande?
Quattro quesiti a cui rispondere in 20/22 righe, che riguardavano la pratica della didattica, ad esempio come organizzare un lavoro in piccoli gruppi o le abilità messe in campo dai bambini nella routine della merenda/colazione.

Cosa avete visto?
Tantissimi errori ortografici, lessicali, di grammatica pura. Gente che si appresta ad insegnare e non conosce le regole base della nostra lingua, le concordanze, l’uso dei verbi. Le giuro che ho visto “ha” senz’acca e “un’esperienza” scritto senza apostrofo. E poi una non attenzione al compito: le indicazioni erano chiare, molte risposte invece erano completamente fuori tema.

Come definirebbe lei questi compiti?
Un disastro, ignoranza pura.

Avete avuto indicazioni di essere molto selettivi, visti i numeri elevati dei candidati e le difficoltà che inevitabilmente avrebbe comportato il fatto di avere troppi ammessi agli orali?
No, assolutamente. Non sarebbe stato professionale.

I 142 ammessi all’orale come sono?
Le prove orali sono in corso e si concludono oggi. A ieri sera tutti hanno superato la prova orale. Le posso dire che ho visto tanti respinti ma anche tante persone preparate egregiamente. La novità di questo concorso era la simulazione di una lezione, su un argomento sorteggiato 24 ore prima: ascoltare alcuni orali è stato proprio bello, ho sentito lezioni interessanti, originali, fatte da giovani entusiasti, appassionati al loro lavoro.

C’è un minimo comune denominatore tra chi è passato?
La maggioranza dei candidati che sono passati è molto giovane, del 1980, ‘81, ‘86. Le persone uscite dall’università hanno una preparazione di qualità maggiore, senza dubbio. Non hanno esperienza, ma il tirocinio li ha aiutati molto. E poi sono entusiasti.

Quindi è vero che con il concorso avremo un’iniezione positiva di giovani docenti?
Sì, direi di sì.

Che succede ora?
Noi abbiamo valutato l’orale per l’orale, senza sapere il voto che il candidato aveva preso allo scritto. Fare le graduatorie non compete a noi, ma alla direzione scolastica regionale, che valuterà anche i titoli. Credo che nel giro di una settimana per la scuola dell’infanzia ci sarà la graduatoria definitiva e i 96 che avranno il punteggio più alto avranno una cattedra. Siamo perfettamente in linea con i tempi indicati dal ministero.

Quanto ha ricevuto per questo lavoro di commissario del concorsone?
Un forfait di circa 110 euro, più 0,50 euro a compito corretto e 0,50 a orale. Prediamo una di queste giornate di orali: si inizia alle 8 con il sorteggio dei temi delle lezioni per il giorno successivo, poi in una mattina facevamo tre candidati. Ci vuole un’ora per ciascuno: 35 minuti per la lezione, 15 per il colloquio orale, 10 per la valutazione. Insomma, abbiamo lavorato dalle 8 alle 12,30 per portare a casa 1 euro e cinquanta.

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