Volontariato
“Vogliamo una Europa aperta”: Mons. Graab a Loreto
Monsignor Amedèe Grabb, Presidente CCEE, ha preso parte al dibattito della seconda giornata del Meeting internazionale sulle Migrazioni di Loreto.
LORETO (AN)Si parla di Globalizzazione e migrazione in Europa in questo secondo giorno di Meeting di Loreto e alla tavola rotonda a cui hanno preso parte esponenti politici e studiosi di ambito europeo, non poteva mancare la voce del Consiglio dei Vescovi Europei. E allora ecco Monsignor Amedèe Grabb, Presidente CCEE, analizzare, col suo accento inconfondibilmente francese, due fenomeni che, di primo acchitto, sembrano piuttosto distanti tra loro. ?Globalizzazione e migrazione sono due concetti non del tutto simili. La globalizzaizone è una realtà che non è definibile in termini teologici. Noi cristiani ci siamo divisi e si sono formate due correnti di pensiero: quella dell?utopia futuristica che vede nel processo globalizzante una grande chance di arricchimento e sviluppo di risorse e lavoro, e quella che porta ad una reazione violenta, vedi no global, per intenderci. Per quanto mi riguarda, penso che la globalizzaizone stia ormai procedendo per una strada negativa e non vedo proprio in che modo possa contribuire al miglioramento della situazione dei paesi poveri?.
D?altra parte, secondo Grabb, anche il flusso migratorio, così com?è strutturato ora, non può essere la soluzione ai problemi del mondo, ma di certo, questo fenomeno preme di più alla Chiesa rispetto alla globalizzazione. ?E? fondamentale sviluppare la dimensione dell?accoglienza, del dialogo interreligioso. Non possiamo dimenticare che la Chiesa per prima è un popolo di migranti e per questo è impensabile una vita da cristiani che non sia fondata su un?apertura incondizionata al ?diverso? che entra nei nostri mondi. Ma come potrà essere aperta al diverso questa società se non è aperta nemmeno al simile??
Un quesito a cui non è facile dare una risposta, soprattutto alla luce della politica che attualmente si sta applicando in Europa in materia di immigrazione. Un? atteggiamento, quello europeo, che secondo Monsignor Grabb è ancora impregnato di quegli ideali di nazionalismo e ?difesa della fortezza? che per secoli hanno contraddistinto l?assetto politico, culturale e sociale del Vecchio Continente. ?Non vogliamo un?Europa fortezza, che si chiude in se stessa, la vogliamo aperta, in tutte le accezione del termine. Più che dell?allargamento di cui tanto si parla, io parlerei di riunificazione: la nostra Europa è stata frantumata, divisa, ora deve ritrovare la sua identità, le sue origini, la vitalità delle sue radici cristiane?.
Solo così, ha concluso Grabb, potrà essere pronta alla vera accoglienza, perché ?è impensabile vivere da uomini senza un?apertura totale, che implica progresso, sviluppo e ricchezza, sia dal punto di vista economico che sociale?.
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