Cultura

«Vogliamo solo difendere la gente»

Intervista a Mario Andolina, pediatra e scudo umano.

di Maurizio Pagliassotti

Un?auto con targa italiana gira per Bagdad da un?ospedale all?altro. È quella di Mario Andolina (nella foto), pediatra presso l?Ospedale infantile Burlo Garofalo di Trieste. 10mila euro di medicinali da distribuire e la volontà di fare lo scudo umano.
Vita: Fino a che punto vi spingerete nella vostra azione? Siete disposti a morire?
Mario Andolina: Bella domanda. Tutti quanti desideriamo riportare a casa la pelle. Tra di noi non ci sono pazzi invasati che vogliono fare i martiri a tutti i costi.Gli human shields sono persone normali che conducono una vita normale contraddistinta ovviamente dall?opposizione alla guerra con metodi nonviolenti. Tra di noi sono presenti famiglie, coppie di giovani, ragazzi, studenti, professionisti, operai, insomma ogni categoria sociale. Tutti possono fare gli scudi umani, basta che non siano dei gasati mentali. Ci schieriamo a difesa di obiettivi civili la cui distruzione porterebbe grave danno alla popolazione non colpita direttamente dai bombardamenti. Noi non vogliamo vincere la guerra, vogliamo solamente difendere la gente.Per fare questo è necessario aumentare il costo mediatico della guerra e un buon mezzo possono essere gli scudi umani.
Vita: Il regime vi strumentalizza?
Andolina: Non siamo certo noi a rafforzare il regime! Piuttosto le sanzioni che permettono il lusso all?oligarchia e tolgono il necessario alla popolazione per sopravvivere.Tra noi e le autorità non c?è alcun rapporto, noi non abbiamo mai parlato nei discorsi ufficiali del governo. Detto questo è impossibile non ammettere come vi sia una strumentalizzazione interna di quanto facciamo.
Vita: Mai pensato ad altre forme di protesta?
Andolina: Certamente. Trovo molto interessante la campagna Fermarsi un minuto. Consiste nel bloccare ogni attività che si sta svolgendo tutti i giorni a un?ora prefissata, ovvero a mezzogiorno. Se tutti seguissimo questa semplicissima forma di protesta potremmo realmente bloccare il mondo, almeno per un minuto. (M.P.)

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