Una bella campagna delle Nazioni Unite sull’importanza di disporre dei dati demografici della popolazione mondiale ha come slogan: “Contare tutti perché tutti contano”.
E’ talmente scontato che nemmeno ci pensiamo ma è esperienza comune che quando abbiamo a cuore qualcuno o qualcosa cerchiamo di avere tutte le informazioni possibili in proposito. Cosi come sappiamo bene che se vogliamo contare dobbiamo essere contati: contiamo gli elettori di un partito; le persone che sono a favore di una certa opinione; gli aderenti ad un movimento; ecc.
Questo vale anche per quanto riguarda i bambini adottati e le famiglie che si rendono disponibili ad accoglierli: le statistiche relative ai bambini che arrivano in Italia attraverso l’adozione internazionale e alle famiglie che li accolgono sono molto importanti per tutti quelli che credono che i bambini e le famiglie adottive contano!
E’ per questo che tutti coloro che sono interessati alle adozioni, dalla singola famiglia adottiva alla maggiore istituzione mondiale nel campo delle adozioni internazionali – il Permanent Bureau dell’Aja – sottolineano l’importanza di avere a disposizione dati aggiornati sulle adozioni.
E’ solo per questo motivo che da quasi due anni in Italia molte organizzazioni che si occupano di adozione insistono e premono perché la Commissione Adozioni pubblichi i dati sulle adozioni relativi al 2014 e al 2015.
Anche per Vita i bambini adottati contano, tanto che qualche giorno fa Sara De Carli e Gabriella Meroni hanno cercato di raccogliere i dati relativi al numero dei bambini adottati in Italia nel 2015. E’ stato sicuramente un segno importante di attenzione per i bambini e le famiglie adottive ma non esaurisce la necessità di informazioni relative al fenomeno delle adozioni internazionali in Italia.
E’ con il rapporto statistico della Commissione Adozioni, elaborato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze e raffinatosi ad ogni edizione fino all’ultima pubblicata nel 2013, che riusciamo ad avere le informazioni necessarie a disegnare un quadro completo del fenomeno delle adozioni internazionali in Italia.
Dall’analisi del rapporto statistico CAI, cosi come pubblicato fino al 2013, è possibile conoscere non solo il numero dei bambini adottati in Italia ma anche sapere da quali Paesi provengono, che età hanno, se hanno fratelli, se sono portatori di problemi di salute o disabilità.
Molto importanti sono anche le statistiche rispetto alle famiglie che accolgono questi bambini: in quali zone d’Italia risiedono, che età hanno, che professione svolgono, se hanno altri figli e molto altro ancora.
Di rilievo anche le informazioni relative agli enti autorizzati attraverso i quali sono state effettuate le adozioni, che indicano in quali Paesi operano, che struttura hanno in Italia e nel mondo.
Tutte queste informazioni sono molto importanti per avere un quadro abbastanza preciso delle adozioni realizzate in Italia, per valutare l’andamento del fenomeno e capire se e quali interventi siano utili per la migliore l’inclusione familiare e sociale di questi nuovi cittadini italiani.
Il fatto, ad esempio, che l’età media dei bambini adottati tra il 2010 ed il 2013 corrisponda a 6 anni indica che molti bambini, poco dopo il loro arrivo in Italia, hanno necessità di essere inseriti a scuola e di conseguenza segnala l’opportunità di pensare ad interventi affinché le scuole siano pronte ad accoglierli.
Così come avere informazioni circa la crescente percentuale di bambini con problemi di salute ci interroga circa la necessità non solo di essere attrezzati per sostenere questi bambini ma anche di individuare interventi a sostegno delle famiglie che si trovano ad affrontare situazioni particolarmente impegnative.
Insomma, sono davvero tanti i motivi per cui è indispensabile avere i dati delle adozioni, per chi, come me, crede che i bambini adottati e le loro famiglie contano.
Per questo auspico che la Commissione Adozioni, per la quale sicuramente le famiglie adottive ed i bambini adottati contano, pubblichi al più presto il rapporto statistico relativo agli anni 2014 e 2015.
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