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Voglia di arte? Venite per musei con noi

Nate per far amare città e monumenti, le associazioni culturali ci fanno conoscere l'Italia. Ecco dove trovarle

di Antonietta Nembri

Fai – Fondo per l’Ambiente Italiano
via Coni Zugna – Milano
Tel. 02.46761575 Fax: 02.48193631
Email:info@fondoambiente.it

Federazione Italiana Associazioni Amici Musei
via Carducci 8 – Firenze
Tel. 055.2469091 (anche fax)
Presidente Carla Guiducci Bonanni

Vami – Volontari Associati per i Musei Italiani
via Bigli 19 – Milano (aperto 9- 13)
Tel. 02.76022152
Anno di nascita: 1978
Presidente: Alberica Trivulzio

Opera d’Arte
via Boltraffio, 18 – Milano
Tel. 02.69000579
Email:operarte@libero.it

L’isola che c’è
via Efeso, 2/a – Roma
Tel. 06.5404219
Email:isolache@libero.it

Il Bel Paese molto spesso è poco conosciuto. Soprattutto dai suoi stessi abitanti. Quanti sono gli italiani che andando a Firenze si fermano al classico giro turistico lampo dei giapponesi? E che dire di Milano, una città ricca d’arte anche se non tutti lo sanno? Per fortuna sono fiorite negli anni tante associazioni, piccole o grandi, che hanno la mission della salvaguardia dei beni culturali e artistici, una salvaguardia che nasce dalla conoscenza e dall’amore.
È nato così il Fai, Fondo per l’ambiente italiano, sorto nel 1975 dall’iniziativa di Giulia Maria Mozzoni Crespi, che si ispira al National Trust inglese: dal 1895 possiede, gestisce e tutela il patrimonio artistico e naturalistico inglese. Dopo un quarto di secolo il Fai è proprietario di antiche ville, palazzi, castelli e monasteri (in totale 26) che ha restaurato e che gestisce con oltre 3 mila volontari e la generosità dei suoi sostenitori. Grazie all’opera del Fai sono tornate a nuova vita il Castello della Manta in provincia di Cuneo, il monastero di Torba in provincia di Varese e l’Abbazia di San Fruttuoso vicino a Camogli, oltre al castello di Avio in Trentino. Luoghi che non sono sotto vetro, ma aperti, e in cui organizzano manifestazioni e mostre.
C’è chi ha dato vita a realtà di volontariato partendo dalla passione per le opere esposte nei musei italiani. Sono tantissime le associazioni che si sono definite “amici dei musei” o “volontari per i musei”. A Firenze negli anni ’70 è nata la Federazione italiana degli Amici dei musei cui aderiscono un’ottantina di associazioni in tutta Italia. «In quegli anni», racconta la presidente Carla Guiducci Bonanni, «quando l’avvocato Torricelli (fondatore degli Amici dei musei di Firenze che conta un migliaio di soci) diede vita a queste iniziative dimostrò lungimiranza per un settore che stava allora nascendo: quello del volontariato culturale». Agli Uffizi i volontari degli Amici dei musei iniziarono un’attività di vigilanza. «Il nostro impegno è quello della formazione e della conservazione finalizzata alla fruizione, ma ogni associazione ha una sua specificità che va al di là della sorveglianza», continua la presidente. «Sbaglia chi ci riduce al mero volontariato di custodia: la nostra azione mira alla promozione dei beni culturali». Come i corsi di storia dell’arte e le visite a luoghi particolari e poco conosciuti.
Oggi il nome Vami (Volontari associati per i musei italiani) identifica diverse associazioni in Italia; la culla di questa realtà è però milanese. Il Vami nasce dall’idea della sua presidente, Alberica Trivulzio, che pensò di dare la possibilità ai non vedenti di accedere ai musei. «La sperimentazione iniziò», racconta Giuditta Aina, una delle volontarie, «con il Museo del Duomo di Milano. Oggi queste visite ci sono in altri musei a Roma, Firenze e Venezia. Nati per aiutare i non vedenti, abbiamo allargato il raggio d’azione alle scolaresche e a chi a Milano voleva visitare i musei civici». Fino al 6 maggio, in collaborazione con il Museo diocesano, sono in programma dei tour nelle chiese del centro storico, denominati “Pasqua itinerario nell’arte”. «Nel percorso tattile», spiega Paola Fasoli, che si occupa di queste visite, «si possono toccare statue e oggetti e stiamo sperimentando la possibilità di “vedere con le mani” anche le opere della Pinacoteca di Brera».
Opera d’arte è sia un’associazione sia una cooperativa, nate nell’89 da un gruppo di donne laureate in storia dell’arte o archeologia, come spiega Grazia Massone: «Realizzavamo itinerari con alcuni centri culturali di Milano. Poi è nata l’idea di rendere un lavoro la nostra passione, oggi realizziamo progetti con i Comuni per la valorizzazione del territorio». Accanto all’azione della cooperativa prosegue l’attività dell’associazione che si occupa di svolgere visite nei weekend alle mostre aperte a Milano e a luoghi d’arte dei dintorni. Tra le iniziative vi sono le “Notti d’arte”: dalle 21 alle 22 anche i milanesi che non si fermano mai di giorno possono andare alla riscoperta dell’arte offerta in mostre e musei.
Un percorso analogo hanno compiuto anche i fondatori della romana Isola che c’è, associazione nata dall’iniziativa di un gruppo di neolaureati in storia dell’arte e archeologia. «All’inizio», racconta Massimiliano Leardini, vicepresidente dell’associazione. «Ci siamo rivolti agli adulti con visite in luoghi particolari come le catacombe o percorsi alternativi, come andare in bici sull’Appia. Poi abbiamo iniziato a proporre delle “visite giocate” per i bambini dove le guide sono i personaggi della loro fantasia». Il gruppo si è specializzato nei monumenti minori romani.

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