Cultura

Vodafone, Cpd e Atc tendono una mano alle periferie

Presentato il nuovo progetto “Integrazione sociale in quartieri periferici” per la creazione di una rete di solidarietà all’interno dei condomini

di Redazione

“Integrazione sociale in quartieri periferici” è il progetto, finalizzato al miglioramento delle condizioni di vita e della struttura sociale nei quartieri di edilizia popolare, realizzato dall’associazione Cpd, Consulta per le Persone in Difficoltà Onlus, insieme all’Atc (Agenzia Territoriale per la Casa) di Torino, grazie al contributo della Fondazione Vodafone Italia.
Lo hanno presentato questa mattina i rappresentati degli enti coinvolti: l’assessore alle politiche sociali del Comune di Torino Marco Borgione, il project manager della Fondazione Vodafone Italia Edmondo Esposito, il presidente Atc di Torino Giorgio Ardito e il presidente Cpd Paolo Osiride Ferrero. «La Fondazione Vodafone Italia», ha dichiarato il Segretario Generale Ida Linzalone, «crede fortemente in un modello d’intervento diverso, innovativo, che vede il coinvolgimento della cittadinanza, del terzo settore, delle istituzioni e delle imprese, sia nelle fasi progettuali che in quelle operative. Sostenere progetti come “Integrazione sociale in quartieri periferici” vuol dire moltiplicare le risorse e le opportunità presenti nei territori e nelle comunità delle periferie italiane, per rendere gli interventi sostenibili, efficaci e futuri modelli da esportare».Il progetto si rivolge a quelle aree condominiali di pertinenza Atc in cui vi sia necessità di interventi per alleviare il disagio a persone in difficoltà e/o per favorire l’integrazione di gruppi sociali differenti. Le azioni previste sono: un servizio di sportello informativo e di consulenza, una serie di iniziative di contrasto alla solitudine, il coinvolgimento di volontari interni al nucleo abitativo (soprattutto cittadini stranieri) per creare reti di reciproco sostegno fra inquilini. E ancora, la creazione di gruppi di auto-mutuo aiuto. Paolo Osiride Ferrero, presidente dell’Associazione Cpd Onlus, ha sottolineato «Noi, che lavoriamo con le persone in difficoltà, non possiamo non avere fiducia nel prossimo, nell’altro, nel vicino. Da questa convinzione nasce il progetto, rivolto in modo particolare ai dei quartieri socialmente più in difficoltà. Qui offriamo il nostro impegno e la nostra esperienza per migliorare le condizioni di vita di chi ne ha bisogno, ma stavolta non ci fermiamo qui. Vogliamo superare la divisione tra assistente e assistito, la differenza concettuale tra chi offre l’aiuto e chi lo riceve. Vogliamo riscoprire il senso della comunità, il rapporto tra le generazioni e le diverse etnie, vogliamo che chi vive nello stesso condominio e condivide le stesse difficoltà quotidiane torni a darsi una mano, in nome del dono e della reciprocità. Il lavoro è lungo e impegnativo, ma la creazione di reti di solidarietà è un obiettivo imprescindibile».
L’idea è quella di lavorare alla creazione di una rete di solidarietà all’interno dei condomini, nella convinzione che solo passando da un’ottica prettamente assistenziale a una più attiva, basata sul reciproco aiuto, si possa migliorare il tessuto sociale.
«Abbiamo sottolineato più volte che non è sufficiente dare una casa per superare le difficoltà», ha speigato Giorgio Ardito, presidente di Atc Torino, «ma occorre fornire un supporto integrato, socio-sanitario-assistenziale e continuativo. Questi interventi hanno la finalità sia di migliorare la qualità della vita nelle case popolari, sia di integrare sempre più il lavoro di Atc con quello dei servizi sulla marginalità (associazioni ed istituzioni competenti). Atc ha recentemente messo a disposizione di Circoscrizioni, Comuni, Asl e Consorzi le proprie banche dati per migliorare la conoscenza di situazioni a forte disagio sociale e ha creato la figura dell’’Amministratore d’Area, per avvicinare l’Ente alle famiglie e alle persone più in difficoltà. Lavoriamo da anni per coniugare innovazione e solidarietà. Questa per Atc è un’altra occasione per sostenere progetti di supporto alle fasce deboli, ma soprattutto di contrasto all’emarginazione sociale, innovando: solo così, oggi, si potenzia e allarga la solidarietà».


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