Non profit

Voci di morte del figlio di Gheddafi

di Redazione

Le brigate fedeli a Muammar Gheddafi stanno bombardando  il centro della città di Zintan, in Tripolitania. Lo ha annunciato una fonte dei ribelli libici citata dalla tv satellitare ‘al-Arabiya’. Secondo la fonte, “le brigate circondano la città e ci stanno attaccando. Negli scontri in corso oggi siamo riusciti a catturare alcuni loro soldati”

Un missile ha colpito e completamente distrutto un edificio ”di comando e di controllo” di Muammar Gheddafi nel complesso di Bab el Aziziya a Tripoli. Lo riferisce un funzionario della coalizione a ‘SkyNews’, precisando che l’edificio si trova a circa 50 metri dalla tenda dove il Colonnello è solito incontrare i suoi ospiti a Tripoli. Fumo è stato visto innalzarsi dall’edificio che, oltre a essere la residenza militare di Gheddafi, era anche una caserma militare.

I funzionari libici hanno portato questa mattina i giornalisti nell’area per vedere i danni provocati dai missili. E la tv libica al-Jamahiriyah ha diffuso la notizia che si tratta di ambasciatori stranieri, oltre che giornalisti. Secondo quanto riferisce l’emittente locale, l’edificio nella zona di Bab al-Aziziya “è stato bombardato dalle forze di aggressione del crociato colonialista”

Circolano inoltre in queste ore voci circa la morte di Khamis Gheddafi, figlio del colonnello, il quale sarebbe deceduto ieri a Tripoli. Secondo quanto ha annunciato il sito dell’opposikzione libica ‘al-Manara’, Khamis sarebbe morto per le ferite riportate nei giorni scorsi quando un pilota dell’aviazione libica passato con l’opposizione avrebbe aperto il fuoco contro di lui nei pressi della caserma di Bab al-Aziziya, nel centro di Tripoli. La notizia non è stata confermata ma sta già facendo il giro dei media arabi. A capo di una delle brigate del regime impegnate a combattere contro gli insorti, capitano dell’esercito e responsabile del reclutamento e dell’addestramento dei soldati mercenari africani, Khamis Gheddafi è il sesto dei figli del colonnello.

Intanto, di ritorno dal raid nel cielo di Bengasi nella tarda serata di ieri, rischierati sulla pista della base militare di Trapani Birgi, i Tornado Ecr sono di nuovo pronti per altre operazioni militari, come ha ribadito anche il Comandante del 37esimo Stormo dell’Aeronautica militare, il colonnello Mauro Gabetta. “Noi siamo pronti a intervenire in qualsiasi momento – ha detto incontrando i giornalisti – la missione non finisce qui e noi siamo pronti a rispondere a tutte le chiamate”. L’aeroporto militare è al lavoro dall’alba di oggi con i top gun che si preparano ad eventuali partenze immediate.

 ”La missione è stata raggiunta positivamente e gli obiettivi sono stati raggiunti”. E’ quasi mezzanotte quando il Colonnello Gabetta incontra i giornalisti per fare un resoconto dell’operazione militare. Dei sei tornado, due ‘tanker’, che appartengono al 6/o Stormo di Ghedi (Brescia), sono stati i primi a rientrare alla base dopo aver effettuato il rifornimento aereo degli altri velivoli, Tornado Ecr, che provengono dal 50/o Stormo di Piacenza, e che sono atterrati poco prima delle 23 di ieri.

E da questa mattina alle 8:30 chiude l’aeroporto civile ‘Vincenzo Florio’ di Trapani. La decisione è stata presta ieri pomeriggio dopo un incontro avvenuto presso la base militare del 37° stormo di Trapani Birgi tra i vertici dell’Aeronautica e quelli dello scalo civile. Prima prima della chiusura sono decollati i quattro voli previsti per Roma Ciampino, Bergamo, Londra e Baden Baden-Karlsruhe, in Germania. I voli rimanenti e previsti per oggi verranno quindi trasferiti, sia i decolli che le partenze, all’aeroporto palermitano ‘Falcone e Borsellino’.

 

 

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.