Non profit
Viviana Beccalossi: “Gli enti locali non arretreranno di un passo”
Da un lato il Ministero dell'Economia che chiede di "tener d'occhio i conti". E i conti sono presto fatti: l'azzardo frutta allo Stato 8,5 miliardi di euro l'anno. Briciole rispetto al giro d'affari di questo colossale business. Dall'altro chi combatte sui territori. Come conciliare numeri e vite? "La battaglia no slot è una battagli etica per la dignità di tutti", afferma l'assessore Beccalossi, che aggiunge: "non temiamo il confronto se franco e chiaro. Importante l'appuntamento del 9 marzo in Regione Lombardia".
di Marco Dotti
Il 9 marzo la Regione Lombardia organizza un evento dedicato al contrasto al gioco d’azzardo legale. Nel corso dell'incontro interverranno sindaci, governatori e rappresentanti della società civile: Roberto Maroni, Giorgio Gori, Flavio Tosi, Giovanni Toti, Emilio Del Bono, Manuela Lanzarin, Maurizio Fiasco. Nel frattempo, la Regione Lombardia ha stilato un Manifesto delle Regioni per la lotta alla ludopatia . Un manifesto che chiede a sindaci e governatori di impegnarsi per la tutela della salute dei cittadini, per il controllo del territorio e – cosa che non piace molto dalle parti del MEF – di preservare e garantire la totale autonomia di sindaci e regioni in tema di regolamentazione e contrasto all’azzardo. Oggi, in Conferenza Regioni l'Assessore al Territorio, Urbanistica e Difesa del suolo Viviana Beccalossi, una delle persone più impegnate nella battaglia NoSlot, ha presentato il Manifesto e la Conferenza ai suoi colleghi e al Governo. L'abbiamo incontrata.
Assessore, si è da poco conclusa la Conferenza delle Regioni. Lei ha presentato l'iniziativa No Slot del prossimo 9 marzo. Che sensazione ha avuto?
Molto buona. Il fronte della sensibilità su questo problema si allarga sempre più. Molte Regioni parteciperanno con i loro rappresentati alla Prima Conferenza Nazionale degli Enti Locali per il contrasto alla ludopatia che abbiamo indetto per il 9 marzo prossimo a Milano, altre non saranno presenti fisicamente ma hanno aderito al Manifesto che abbiamo presentato. Si è capito che una condivisione del mondo istituzionale-regionale sulla lotta all'azzardo è oramai un'esigenza comune. Presto il Governo dovrà presentare un decreto che riguarda il riordino – come dicono loro – del mondo dell'azzardo. Ecco che diventa sempre più importante un confronto tra le Regioni che hanno assunto una posizione ben chiara e il Governo che non potrà prescindere da questa posizione.
Nel Manifesto presentato dalla Regione Lombardia c'è un punto molto preciso: dovrà essere preservata e tutelata l’autonomia di sindaci e Regioni in tema di regolamentazione e contrasto all’azzardo…
E noi da questo punto non ci muoviamo.
L'autonomia dei sindaci e delle Regioni non si tocca.
Rispettiamo il Governo, non temiamo il confronto, ma questo è un punto imprescindibile. Oggi ho avuto modo di parlare con il Sottosegretario all'Economia che ambisce alla delega ai giochi Pier Paolo Baretta…
Che non ha mai visto di buon occhio l'attivismo civico di Regioni, sindaci e movimenti…
Partiamo da posizioni certamente distanzi. Io sono per la lotta senza "se" e senza "ma", lui ha le sue posizioni. Il punto che ci pongono è questo: si può fare, ma non deve cambiare il saldo degli incassi che all'Erario derivano dall'azzardo… Trovo un po' difficile mediare tra due esigenze, però il confronto non lo temiamo e non lo sfuggiamo. L'importante è andare a testa alta e parlando chiaro. Siamo pronti a trovare un punto di incontro sulle soluzioni, non certamente sui valori che hanno mosso il nostro impegno e la nostra battaglia anti azzardo.
Si parla sempre di entrate fiscali, come se fossero uno scoglio insormontabile. Numeri, cifre, altri numeri. Quei numeri, oggi, in attesa del resoconto del Mef, dovrebbero attestarsi secondo le stime tra gli 8 e i 9miliardi di euro. Ma dietro quei numeri ci sono vite, storie, sofferenze. C'è un vissuto che è il corpo stesso del nostro Paese…
Ho toccato con le mani e con gli occhi, ma soprattutto col cuore la disperazione di tanti cittadini. Donne e uomini che si sono rovinati con l'azzardo, buttando in una macchinetta i risparmi, i sogni, le fatiche di una vita. Questa è una malattia, una malattia gravissima che aggredisce il tessuto sociale. Noi l'abbiamo sempre trattata così e non smetteremo di trattarla per quello che è. È una dipendenza di massa che crea sofferenze terribili. Non solo la sofferenza di chi si è ammalato, ma anche la sofferenza di coloro che vivono nella loro famiglia o nella cerchia dei loro affetti il caso di qualcuno che si è ammalato o indebitato per l'azzardo. Francamente
è vero i contabili devono far tornare i conti, ma è anche vero che non li possono far tornare a discapito delle famiglie italiane e della povera gente. Il Governo non può più pensare di far cassa con le slot machine. Ci sono conseguenze umane, sociali e anche economiche che poi ricadono sulle spalle dei cittadini, dei Comuni, delle associazioni, di tutto quel Terzo Settore che in qualche modo si preoccupa più di tanti politici del legame sociale.
Il costo sociale e economico di questa piaga è altissimo e ricade sulle spalle di tutte le istituzioni sensibili.
Lei ha parlato del legame sociale. L'azzardo legale di massa aggredisce questo legame, lo corrode, lo perverte persino. Crea diseconomie e disvalori di lunghissimo periodo sul territorio. Quando si sta a Roma e si vive distanti dal mondo della gente si può anche parlare di numeri, ma chi lavora e vive sul territorio questo non se lo può permettere…
Ma di che numeri stiamo parlando? Sono tanti o pochi 8 o 9 miliardi di euro rispetto al disastro da cui nascono? Io credo che la politica debba riappropriarsi di un po' di etica. Oggi se c'è uno scollamento tra i cittadini e la politica questo è dovuto anche al fatto che la politica si è sempre più allontanata dalla vita quotidiana, dal concreto della vita vissuta. E che cosa c'è di più concreto, terribilmente concreto dell'impatto dell'azzardo sulla vita delle persone? "Numeri che devono tornare" dicono… Ma poi, a ben vedere, quei numeri non tornano. Quanto si spende in cura, recupero, prevenzione, sicurezza? Insisto col dire che la politica deve riappropriarsi di un po' di etica.
Diranno che etica è una parola desueta…
Lo dicano pure. Ma etica è capire dove sta la vita concreta della gente. La battaglia contro l'azzardo non si può concludere con un dibattito partitico o politico. Deve essere una battaglia di carattere etico. Non è di destra, di centro, di sinistra. È per la dignità di tutti. La combattono quelle persone che hanno a cuore la dignità di tutti. Da questo fronte non si indietreggia.
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