Oggi è il mio compleanno. Come sempre succede, vivo ogni anno che passa come una benedizione. Sento un'energia particolare in questo giorno. Sentimenti diversi e contrastanti: un po' di malinconia; un po' di gioia; ma certamente lieta di trovarmi felice per quello che sono oggi e aperta a ciò che il domani mi riserva.
Sono una persona serena. Fremente e desiderosa di mettersi sempre alla prova ma tutto sommato serena. Così, semplicemente. E nelle questioni professionali, ai margini, sempre; per scelta.
La prima volta che ho riflettuto su questo aspetto è stato nel '99. Quell'anno lavoravo in Pubblico, una testata che si occupava di pubblicità e di marketing. Io facevo un lavoro molto diverso allora ma il mio approccio alle cose era il medesimo di oggi. Un giorno, l'allora direttore mi disse una cosa cui non avevo mai pensato.
Mi disse: "Sai Elena, noi non riusciamo mai a capire se tu ci sei davvero. Non riusciamo a coglierti pienamente.".
Allora non ne capii il significato, e per certi versi quelle parole mi ferirono. Ho provato tuttavia a farne tesoro e le ho viste declinate spesse volte nel corso di questi anni. Aveva ragione lei. La mia è un'inquietudine sottile che mi accompagna fin da bambina e caratterizza il mio approccio alle cose, alla voglia di sperimentare – per come posso – le esperienze che questa vita mi propone.
Ma nelle esperienze che vivo e racconto, non sono mai totalmente dentro.
A volte mi capita ancora di vivere come un disvalore questa mia inclinazione e di sforzarmi di provare diversamente. Poi la mia natura ha il sopravvento. Quel po' di maturità che i miei anni portano con sé mi spingono a comprendere che quest’attitudine mi permette di vivere con il giusto distacco le esperienze nel lavoro. Mi permette di essere più pragmatica e mi permette di intervenire con lucidità nelle situazioni, contribuendo con efficacia a un cambiamento in positivo dello stato dei fatti. D'altro canto, stare ai margini mi permette di non concedere a nessuno di scegliere per me. Quando questo mio malgrado succede, allora arriva il momento dell'addio. Nessun risentimento. Nessun rancore. Brucia, perché brucia, ma ognuno per la propria strada.
La libertà di decidere per sé non è un bene contrattabile. Io assaggio questa libertà ogni giorno: nei miei viaggi in giro per l'Italia e nei chilometri di autostrada che macino; nei treni che prendo e in quelli che sbaglio; nelle notti insonni alle prese con una nuova idea o nei conflitti a volte necessari; nei successi e negli insuccessi; nel mio umore altalenante ma tutto sommato fiero e determinato.
Se c’è un regalo che posso fare alla mia vita, e lo faccio oggi più che mai, è quello di dirmi che, nonostante tutto, non è mai abbastanza; che c’è sempre tempo di fare le cose e che le cose vanno fatte; che sono sempre sufficientemente pronta a fare un passo in più ed eventualmente non lo fossi, sono pronta a imparare; che io sono io, con pregi e difetti; che un sogno è fatto per essere realizzato, perché sennò, che senso ha sognare?
Mi lascio andare. Vivo e respiro tutta l’aria che posso.
Oggi, come ieri e come domani.
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