Famiglia

Vivere nell’attesa: 4 storie di ordinaria burocrazia

Presa diretta

di Redazione

LINDA

Mia figlia aveva 13 anni quando ho chiesto la naturalizzazione. Ero convinta che l?avrei ottenuta prima del compimento dei suoi 18 anni. Così le avrei risparmiato la trafila infinita per ottenere il passaporto italiano: i figli minorenni di stranieri naturalizzati diventano automaticamente italiani. Ora però non sono più così sicura che avrò una risposta in tempo.

3Sono passati già quasi quattro anni. Il primo anno non ho mai chiamato, mi fidavo. Ora invece telefono ogni due, tre mesi, ma ogni volta al ministero mi rispondono che la domanda è «in fase di istruttoria». Eppure gli avvocati dicono che per legge l?attesa non dovrebbe superare l?anno e mezzo. C?è anche chi fa ricorso. Non si capisce bene perché ci sia da aspettare così tanto: se la richiesta è arrivata fino a Roma, significa che è tutto a posto. È bassissima la percentuale di rifiuto di naturalizzazione: i documenti sono già stati controllati sia in prefettura che in questura, prima dell?ultimo passaggio al ministero dell?Interno.

ALBERTO

Nel 2001 ho deciso di venire in Italia con la famiglia, anche perché la Provincia di Trento ci incentivava a farlo. Ci ha rimborsato il 90% del biglietto aereo e dato priorità nell?assegnazione di un alloggio pubblico. Faccio parte dei discendenti di emigrati austro-ungarici in Brasile da Trento, Bolzano, Trieste, Gorizia, tra il 1867 e il 1920, prima che questi territori diventassero italiani. In base alla 379/2000 possiamo fare richiesta di cittadinanza entro il 2010, anche dall?estero.

Ma i tempi di risposta sono lunghissimi: c?è un intasamento di pratiche dal Sudamerica. Nei consolati in Argentina e Brasile danno appuntamenti per il 2011. La procedura non è come quella dei discendenti di italiani, che fanno richiesta nel Comune di residenza. La nostra domanda deve passare dal ministero dell?Interno e si può aspettare anche più di cinque anni. Abbiamo un permesso di soggiorno per attesa di cittadinanza, che non autorizza al lavoro. Se domani fallisse la ditta dove lavoro, non ho diritto di farmi fare nessun contratto.

VICTOR

La mia pratica di naturalizzazione è rimasta ferma in questura per quasi due anni, non si sa perché. Sarebbe ancora lì se mia moglie non avesse fatto pressione, dato che lavora come interprete per questura e prefettura. Quando fai domanda devi dimostrare la residenza continuativa in Italia per 10 anni, un reddito non inferiore agli 8mila euro, l?atto di nascita nel tuo Paese e il casellario giudiziario. Presenti i documenti in prefettura, che li manda in questura per verificare che sia tutto a posto. Se la questura dà l?ok, la domanda torna in prefettura e viene inviata al ministero. Le mie carte erano tutte a posto, ma ci sono voluti quattro anni per ottenere la naturalizzazione. Ora ha fatto richiesta anche mia moglie. Quando chiama a Roma le dicono che c?è gente in attesa da più di tre anni. Che chiama a fare, lei, che ha fatto richiesta nemmeno da un anno…

WENDY MANFORD

Vivo in Italia da quando avevo 5 anni, oggi ne ho 22, sono iscritta all?università e lavoro per il Comune di Pordenone. Chi è appena arrivato dal Ghana non ci crede che non ho il passaporto italiano. Invece da un anno ho in mano solo la ricevuta della Posta, il famoso cedolino che ti danno quando fai richiesta di rinnovo del permesso di soggiorno. A 18 anni ho pure rischiato di dover tornare in Ghana: una volta maggiorenne, per la legge è come se fossi appena arrivata. O ti iscrivi subito all?università e hai un permesso per studio oppure trovi un lavoro entro sei mesi, altrimenti sei clandestino. Oggi è possibile, in base a una circolare ministeriale del 2007, fare richiesta presentando il Cud dei genitori. È quello che stiamo per fare: abbiamo quasi pronti tutti i documenti. Ma chissà quanto dovremo aspettare per una risposta. Capisco i miei amici stranieri che hanno preferito andare all?estero. Sono l?unica ghanese iscritta all?università.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA