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#NataleÈ

Vivere il presente, insieme a nostro figlio Adama

Per Ilaria e Giuseppe è il primo Natale in tre: sono rientrati a metà novembre dal Burkina Faso, insieme al figlio Adama di quasi 5 anni. «Ci siamo quasi scordati dei regali: il dono più grande è lui, non desideriamo più nulla», dicono

di Sara De Carli

Ilaria e Giuseppe si sono sempre fatti molti regali. Anche solo simbolici, ma il dono era segno del loro pensarsi l’un l’altro. Quest’anno invece per la prima volta sono arrivati praticamente alla vigilia di Natale senza che il pensiero del dono da fare all’altro li avesse sfiorati. «Ce ne siamo quasi dimenticati. Perché davvero quest’anno non c’è niente di più che potremmo desiderare e donarci. Il dono più grande è lui, Adama. E con lui viviamo una pienezza che non avremmo mai immaginato», racconta Giuseppe. 

Quello che sta arrivando, per la famiglia Tartaglione sarà il primo Natale in tre. Sono rientrati dal Burkina Faso a metà novembre, insieme al figlio Adama, che a gennaio compirà cinque anni. Hanno adottato con il Ciai. «So che è una frase scontata, ma è il Natale più bello della nostra vita», dice Ilaria. Il percorso adottivo, per loro, è iniziato nel 2017: «Finalmente viviamo il presente anziché vivere nell’attesa. Ogni giorno siamo esattamente dove avremmo voluto essere. Ci gustiamo ogni attimo: la colazione insieme, le passeggiate al mare, i balletti di Adama, il fatto che la nostra casa tutto d’un tratto sia diventata piena di rumore e di confusione», spiega.  

Adama guarda tutto con i suoi occhi giganti, spalancati sul mondo. Non era mai uscito dall’istituto, prima di incontrare i suoi genitori. «Per noi è emozionante vedere tutto attraverso il suo sguardo. La nostra casa, la nostra città, il mare. Abbiamo riscoperto anche noi tante cose, che per abitudine non percepivamo più come “meraviglianti”. Invece lo sono», aggiunge. 

Ogni famiglia ha i suoi riti di Natale e a casa Tartaglione stanno iniziando a costruirli: «Ovviamente quest’anno tutto ruota attorno ad Adama, anche il menu del pranzo di Natale. Stiamo scoprendo piano piano nuovi sapori, da affiancare a quelli che conosceva. Adora il pollo, che mangiava anche in Burkina, per cui certamente quello sarà il piatto forte del pranzo… ma ha già imparato ad apprezzare il ragù della nonna e la farinata. Oltre che i dolci», ride la mamma. I regali per lui? «Ne è già sommerso, ben più di quello che potessimo immaginare. Adama è stato atteso tanto da noi, ma anche dalle nostre famiglie e dai nostri amici», aggiunge il papà. 

Un pensiero Ilaria e Giuseppe lo dedicano ai tanti genitori adottivi ancora in attesa: «Bisogna avere tanta pazienza e coraggio. L’augurio è quello di riuscire a vivere bene anche il presente dell’attesa, una cosa che non è sempre facile. Ma ne vale la pena».  

Foto dall’album della famiglia Tartaglione


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