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“Vivere alla Grande”, il film contro l’azzardo stasera di scena a Milano

Il documentario di Fabio Leli, presentato al Milano Film Festival e al Festival di Locarno, sarà nello storico Cinema Beltrade stasera alle 20.30

di Lorenzo Maria Alvaro

Con un tour di proiezioni che ha toccato più di cinquanta località in tutta Italia, Vivere alla Grande il film del giovane regista Fabio Leli, torna in programmazione a Milano. Il documentario sull'invasione del gioco d'azzardo in Italia, che ha avuto le prestigiose anteprime al 68° Festival del Film di Locarno e al 20° Milano Film Festival, sarà proiettato in esclusiva Lunedì 21 Novembre alle ore 20:30 al Cinema Beltrade. Come nelle precedenti tappe del tour, il regista Fabio Leli sarà presente alla proiezione per rispondere alle domande sulfilm e alle curiosità del pubblico su un tema, come quello del gioco d'azzardo legalizzato, che sta modificando le abitudini e il modo di vivere di tanti cittadini italiani. L'intervista.



Com’è nato il film?
Da ciò che vedevo per strada. La diffusione estrema di questi posti sempre pieni di gente. Osservando queste persone comuni e le loro abitudini che cambiavano velocemente.

Il documentario si basa su due storie…
Sì, quella di Mattia, ragazzo marchigiano che si è suicidato perché non riusciva a uscire dal tunnel del gioco. E poi Francesco, vicentino di mezza età, che invece è riuscito a farcela, ma solo dopo aver perso tutto.

Però non si tratta di un lavoro che guarda al rivolto sanitario della questione…
Esatto, analizza il fenomeno del gioco d’azzardo a 360 gradi. Non c’è solo la patologia. Non mi interessava fare un focus sulla malattia. Ma sul matrimonio tra stato e lobby che dà vita a questa piaga sociale. All’interno di questo ambito c’è anche l’aspetto patologico che colpisce non solo il giocatore ma anche la sua famiglia.

Entrando in questo mondo cosa ti ha maggiormente colpito?

La cosa che mi sta scioccando di più è vedere associazioni che si spacciano come anti azzardo e poi si piegano al potere e diventano colluse al sistema.

E in chiave positiva invece?
La cosa più bella è vedere le persone che capiscono, dopo la proiezione, come funziona il sistema. In tanti dopo averlo visto mi chiedono perché non si vede in tv o nei cinema. È infondo lo scopo per cui l’ho fatto e mi gratifica.

Ti è capitato di immaginare una via d’uscita, una soluzione al problema?
Non si può assolutamente pensare di vietarlo. Ormai si è creata la dipendenza di massa e sarebbe inutile. L’unica soluzione che vedo io per guarire la società è l’informazione. Informando veramente le persone e spiegando loro a chi stanno dando i soldi che spendono. Raccontando a tutti cosa li aspetta dopo. Soprattutto andare nelle scuole e raccontare le vite vissute di chi ha il problema. Solo questa educazione può cambiare le cose. Le persone non sono stupide, hanno solo bisogno di strumenti per capire le cose.

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