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Viva la fonica!

"Nessun bambino rimanga indietro", questo il nome della legge Bush/McGraw che pero' allargherà il divario fra ricchi e poveri. Di Savanna Reid (Guerrillanews.com)

di Redazione

I legami fra il Presidente Bush e la dinastia editoriale McGraw sono più solidi e antichi di quelli che lo univano al ex-presidente della Enron, Ken Lay. Mentre l?attenzione del Paese è stata calamitata dalla Guerra al Terrore e dall?implosione dell?azienda di Houston, Bush e McGraw hanno imposto alla chetichella un programma di studi su scala nazionale che secondo molti critici farebbe aumentare il tasso di abbandono scolastico allargando ulteriormente il divario fra ricchi e poveri. Gli autori della legge l?hanno chiamata ironicamente “Nessun bambino rimanga indietro” e presto la vedrete applicare in ogni scuola pubblica della vostra zona. “Insegnate un bambino a leggere e sarà in grado di superare l?esame di alfabetizzazione” ha detto il presidente Bush presentando i vantaggi della sua riforma educativa alla scuola elementare Townsend nel Tennessee lo scorso 21 febbraio. L?8 gennaio egli aveva convertito in legge il suo progetto, che secondo molti esperti è chiamato a lasciare per strada milioni di bambini e nello stesso tempo a servire da volano a un gigante dell?editoria scolastica strettamente legato alla famiglia del primo cittadino. Un prototipo del piano era stato implementato da Bush nel Texas, dove stando a una dichiarazione dello stesso presidente al Manhattan Institute for Policy Research, “Nel 1994 c?erano nel Texas 67 scuole giudicate ?esemplari? (sic) secondo i nostri test.” Molti insegnanti e pedagogisti hanno accolto con scarso entusiasmo la politica del tandem Bush-McGraw, mettendo in discussione sia la validità di un metodo interamente basato sulla scienza ?fonica? sia un sistema di valutazione punitivo che colpisce maggiormente i bambini delle minoranze. La fonica è una metodologia per l?insegnamento della lettura i cui componenti essenziali sono i suoni e non le parole. Si basa in forma approssimativa sulla fonetica e utilizza una gerga pseudoscientifica con nozioni quali ?consapevolezza fonemica? e ?fonogrammi? sviluppate pressoché esclusivamente all?interno di una delle editrici sussidiarie del colosso McGraw-Hill. Se i fautori del metodo sostengono che l?apprendimento fonico è indispensabile per ?decodificare le parole?, i detrattori spiegano che l?84% delle parole della lingua inglese è foneticamente regolare e suscettibile di essere decodificato con i fonogrammi, mentre l?altro 16% è fatto da parole irregolari che ricorrono nei testi con maggiore frequenza (80%). Queste cifre sono state giudicate ?banali? dai crociati della fonica, convinti di avere la scienza dalla loro. Gli stessi criteri ?scientifici? di valutazione sono entrati nei programmi di riforma della scuola spinti dalle ricerche pubblicate presso le case editrici del gruppo McGraw-Hill. Il Congresso ha dato ascolto a una serie di professionisti di parte, i quali hanno decantato il rigore e l?oggettività delle ricerche che correlazionano i risultati dei test con il rendimento scolastico. Gli insegnanti che hanno posto delle obiezioni sono stati accusati di ?paternalismo? nei confronti dei poveri e di voler ?abbassare gli standard? che vengono applicati agli studenti delle minoranze. Una sentenza texana lascia intravedere la trappole nascoste dietro questa mania dei testi. Il TAAS, ovvero il test di valutazione delle abilità scolastiche che costituisce il nocciolo del programma Bush-McGraw, è stato portato in tribunale nel 1999, quando l?attuale presidente era ancora governatore, con l?accusa di discriminare gli studenti neri e ispanici. In quella occasione il giudice Edward C. Prado sentenziò che, pur avendo un impianto chiaramente discriminatorio (dopo l?implementazione del TAAS come esame obbligatorio per l?ottenimento del certificato di studi il tasso di successo scolastico delle minoranze era sceso dal 60 al 50% ), il TAAS era “educativamente necessario? e quindi andava mantenuto. Esce di scena Kenny Lay, entrano i McGraw Le famiglie Bush e McGraw sono molto amiche fin dagli anni trenta. I legami fra i McGraw e la fondazione per la lotta all?analfabetismo della signora Barbara Bush sono fittissimi. Nella loro carriera di governatori sia Jeb che George W. Bush hanno promosso riforme che in un modo o nell?altro resero obbligatorio l?uso di prodotti McGraw-Hill nelle scuole pubbliche. John Negroponte è diventato ambasciatore degli Stati Uniti all?ONU dopo essere stato un dirigente di alto livello della divisione marketing globale della McGraw. Nel suo primo giorno nello Studio Ovale, poco prima della presentazione del programma di educazione fonica alla lettura, Bush ha incontrato personalmente McGraw. Analizzando i molti favori che l?attuale politica di Bush concede a McGraw, il giornalista di The Nation Stephen Metcalf spiega che ?per insegnare la fonica ci vogliono un libro di testo corredato da quaderni, batterie di test, libri per l?insegnante, ecc. che costituiscono un onere non indifferente per la scuola costretta all?acquisto e un filone d?oro per l?editore.? Una indagine pubblicata dal Elementary Reading Market Update di gennaio scorso mette in evidenza che più del 45% degli insegnanti di fonica intervistati aveva adottato materiali didattici complementari a quelli considerati di base e che il 43% di questi materiali aggiuntivi portava il timbro McGraw-Hill. Gli esperti di marketing della McGraw-Hill si sono guadagnati il plauso dei loro colleghi per aver conquistato il mercato dei libri di testo del Texas. A sua volta Bush si è presentato come il salvatore del sistema educativo, molte delle cui scuole sono passate da livelli disastrosi a rendimenti ?esempiari?. Ma i risultati brillanti dell?esperimento promosso dal Governatore Bush hanno tutta l?aria di essere un fallimento mascherato da successo. Così, gli allievi texani sono migliorati secondo i test di stato ma non hanno espresso livelli altrettanto soddisfacenti all?ora di partecipare in prove collaudate su scala nazionale come il test SAT. In una presa de posizione della Alliace for Childhood, Jay Heubert, professore alla Columbia University e direttore del programma di sistemi di valutazione presso la National Academy spiega che “i risultati tendono a migliorare nei primi anni successivi all?introduzione di un test perché gli insegnanti tendono a ?insegnare per il test?, ovvero, a presentare i contenuti secondo i formati con cui appaiono nelle prove.” Anche se i punteggi che gli studenti ottengono nei test forniscono una immagine distorta del rendimento individuale, essi vengono utilizzati ogni giorno più spesso per misurare il rendimento della scuola. Con la nuova legge le scuole a basso rendimento potrebbero vedersi tagliare i fondi qualora gli insegnanti avessero scelto di non ?insegnare per il test?. Uomini d?affari per lo sviluppo del ?capitale umano? In un documento recente la Business Roundtable, una associazione che raggruppa gli amministratori delegati delle principali aziende degli USA ha sollecitato l?introduzione da parte del governo di misure per “incentivare il lavoro di insegnanti e presidi (responsabili della presa di decisioni operative quali la contrattazione, il licenziamento, la promozione e il trasferimentio del corpo docente), far cessare la certezza del posto a vita e introdurre nella scuola la prassi secondo la quale colui che non raggiunge i risultati fissati dal cliente si colloca fuori dal mercato.” Tale richiesta non si distingue da quella promossa da Louis Gerstner, amministratore delegato dell?IBM e prima ancora della RJR Nabisco, nella quale gli insegnanti venivano descritti come venditori di informazione prodotta in serie all?interno di un mercato memetico e gli allievi non erano altro che ?capitale umano?. Peter Sacks, autore di uno studio recente sull?impatto dei test nella standardizzazione della cultura americana, si sofferma volentieri sulla tendenza dei disegnatori di test a considerare gli studenti come materia grezza che deve essere modellata per poter diventare forza lavoro efficiente. “Spesso le domande che i rappresentanti degli uomini d?affari pongono al legislatore vengono introdotte da questa premessa: ?Siamo i clienti dei vostri prodotti?. Intendono forse dire che andiamo a scuola al solo scopo di diventare prodotti delle imprese del nostro paese?” In una intervista concessa ad Alan Stoskpf, direttore di ricerca presso il gruppo di Boston Facing History Ourselves Sacks attacca i vizi fondamentali di questa pedagogia basata sul profitto: “Studiare per superare un test implica privilegiare certe forme di pensiero a scapito della riflessione approfondita e metodica.” Gli esperti sono i primi a riconoscere che i risultati numerici possono dare una aureola di precisione a valutazioni che sono fortemente soggette a errore. Nel test di lettura che viene amministrato in quarta elementare, ad esempio, lo stesso bambino può ottenere risultati diversi a seconda del giorno della settimana in cui avviene la prova. L?anno scorso gli errori di programmazione nei moduli di punteggio e le estrapolazioni spurie basate su test di valutazione mal disegnati hanno deformato la percezione pubblica delle capacità di milioni di studenti di cui si è avuta una forte eco negli organi di stampa. Viste le gravi conseguenze che le valutazioni errate possono avere sul futuro scolastico dei bambini, la American Education Research Association scoraggia con fermezza la presa di ?decisioni che potrebbero condizionare le future opportunità educative o il percorso di vita degli allievi? sulla base del risultato di un test piuttosto che con metodi di valutazione comprensivi di tutti gli aspetti del rendimento scolastico. Il rapporto del National Center for Fair & Open Testing conclude: ?Le scuole avranno addosso la pistola della responsabilità nella gestione del test senza avere le risorse per fare un buon lavoro. Poiché questa riforma rafforzerà la tendenza a ?insegnare per il test?, il personale docente verrà accusato di mancanze che sono fuori dal suo controllo e gli istituti subiranno sanzioni (ovvero, tagli) che produrranno soltanto ulteriore degrado e risultati ancora più scadenti. …Non abbiamo alcuna indicazione che il Presidente o il Congresso agiranno nel senso di affrontare i molti fattori che determinano il rendimento scolastico, fra cui spiccano le condizioni abitative, nutrizionali e sanitarie dei ragazzi. In sostanza ci si aspetta che le scuole abbiano successo senza avere le risorse necessarie e si definisce il successo in termini così limitati da mettere in forse ogni probabilità di avere una istruzione di qualità.? Molti genitori delle zone benestanti si stanno mobilitando contro l?uso di test che, a loro avviso, rubano tempo e risorse allo studio dei programmi scolastici. La scorsa primavera ci sono state proteste organizzate in almeno sei stati. In una manifestazione orchestrata dai genitori il 67% degli allievi di un distretto scolastico del ricco sobborgo newyorchese di Scarsdale ha boicottato i test standardizzati imposti dallo Stato. Nel loro primo giorno di protesta un altro gruppo di genitori, studenti e insegnanti si sono dati appuntamento nella città di New York per manifestare contro la politica di valutazione disegnata dai mercanti di test e hanno portato i loro cartelloni alla cerimonia di premiazione sponsorizzata dalla McGraw per festeggiare i risultati di una azione tutt?altro che disinteressata in favore della nuova riforma educativa (che uno dei direttori generali del gruppo editoriale Pearson giudica ?identica al nostro business plan?). I critici della riforma predicono che essa avrà risultati devastanti nei quartieri poveri dove i genitori non sono in grado di pagare lezioni private o corsi di sostegno. Un carico di venti o più ore alla settimana per prepararsi ai test in aggiunta al lavoro in classe e ai compiti può essere un ostacolo insormontabile per la stragrande maggioranza degli studenti, i quali a loro volta finiranno per avere la colpa dei tagli ai fondi della scuola. A questo punto gli amministratori attenti a migliorare la media della propria scuola tenderanno a scoraggiare l?iscrizione degli allievi con scarso rendimento e gli insegnanti più preparati saranno poco propensi a rimanere nelle zone povere in cui gli studenti possono ottenere punteggi molto bassi per motivi socioeconomici che i test non prendono minimamente in considerazione. Le famiglie di questi studenti spesso non sono in grado di mobilitarsi contro i test di stato, per paura che i figli vengano discriminati o mandati via per rappresaglia. Michael H. Kean, uno dei vicepresidenti della McGraw-Hill, chiude la dichiarazione di principi della azienda con queste parole: “Non dovremmo permettere che gli studenti vengano sottoposti a test non validati, soprattutto quando i risultati possono avere delle conseguenze gravi.” Peccato che sorvoli sul fatto che il gigante editoriale agisce indisturbato come unico validatore dei test che commercializza e unica fonte delle ricerche di fonica che stanno alla base dei nuovi programmi scolastici. Fedele a sé stesso, il presidente Bush ha risposto all?intervistatore di Rethinking Schools che le chiedeva di citare il nome di un esperto favorevole all?imposizione di un test per gli scolari al di sotto dei nove anni con una ingenuità disarmante: “Vuol dire una persona diversa da George W. Bush?” Nota: Dieci anni fa Gerstner promosse una riforma dell?istruzione mentre era presidente della RJR-Nabisco, la stessa corporation che all?epoca finanziava una potente campagna per la diffusione del consumo delle sigarette Camel fra gli adolescenti. Le scuole che aderivano all?iniziativa vennero presentate come modelli di cambiamento. In anni più recenti lo studioso di problemi educativi Gerald Bracey ha dimostrato che, nelle sue conferenze sullo stato dell?istruzione pubblica, Gerstner deforma grossolanamente i dati statistici nel tentativo di spingere il suo programma di riforma della scuola.


Traduzione di Delia Tasso

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Articolo originale: Hooked on Phonics


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