Non profit

Vittoria della società civile

Il tribunale di Pordenone condanna l'agricoltore che ha coltivato mais modificato

di Redazione

La Task Force per un’Italia libera da Ogm, composta da Acli, Adoc, Adusbef, Aiab, Amab, Campagna Amica, Cia, Città del Vino, Cna alimentare, Codacons, Coldiretti, Crocevia, Fai, Federconsumatori, Federparchi, Focsiv, Fondazione Univerde, Greenaccord, Greenpeace, Lega Pesca, Legacoop Agroalimentare, Legambiente, Movimento difesa del cittadino, Slow Food, Unci, Vas e Wwf, accoglie con favore il ripristino della legalità operato dal Tribunale di Pordenone, che ha condannato, con decreto penale, l’agricoltore Giorgio Fidenato per aver messo a coltura ben tre ettari di mais OGM nella provincia di Pordenone, in palese disprezzo della legge e con grave pregiudizio dell’ambiente e della qualità del patrimonio agroalimentare italiano.

A seguito dello stop dei comportamenti ritenuti colpevoli, si attende ora la distruzione del raccolto per eliminare ogni equivoco ed incertezza rispetto alla tutela della competitività delle nostre produzioni agricole e alimentari.

A questo proposito, la Task Force per un’Italia libera da Ogm, sollecita gli assessori all’agricoltura, che si riuniranno in sede di Conferenza delle Regioni il 30 settembre, ad assumere una posizione assolutamente contraria all’approvazione delle linee guida di coesistenza tra colture GM, convenzionali e biologiche.

In attesa della completa definizione del nuovo quadro comunitario di riferimento in materia di Ogm, che lascia liberi gli Stati membri di scegliere circa la coltivazione, è necessario procedere senza alcuna incertezza e tentennamento con l’attivazione della clausola di salvaguardia da parte del ministro delle politiche agricole tanto rispetto al mais MON810 che alla patata Amflora.

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