Politica

Vittime di tratta: CNCA, occorrono nuove politiche

Presentato ieri a Roma il documento “Da vittime a cittadine e cittadini”. 157 enti pubblici e non-profot chiedono un "Tavolo interistituzionale" ad hoc.

di Chiara Sirna

Quasi 45 mila persone contattate e accompagnate ai servizi sanitari, psicologici e sociali perche’ possibili vittime di tratta negli ultimi sei anni. Undicimila e 226 vittime accertate, sempre nello stesso periodo (marzo 2000-maggio 2006) ed avviate grazie anche all’art. 18 della legge sull’immigrazione a programmi di protezione, assistenza e integrazione sociale, di cui seicento minori. L’emergere di una vera e propria ‘emergenza’ Romania se e’ vero che dal 2004 il 53% degli stessi minori ridotti in schiavitu’ provengono da quel paese.
Sono questi alcuni dei dati forniti ieri dal Cnca, il Coordinamento delle comunita’ di accoglienza, che ha presentato ieri nel corso di un convegno, il documento ”Da vittime a cittadine e cittadini”, proposto da 157 enti pubblici e realta’ non-profit per rilanciare le politiche e gli interventi in favore delle vittime di tratta.
Tra i soggetti aderenti figurano 92 enti del non profit, quattro Regioni, 18 Province, 36 Comuni, tre Consorzi dei servizi sociali e quattro Aziende sanitarie Locali. Secondo il Cnca ”occorre che il percorso di protezione e tutela per le vittime di tratta stabilito nell’art.18 del testo unico sull’immigrazione” che, dalla sua entrata in vigore, ha prodotto anche quasi 8 mila percorsi di formazione socio-occupazionale per le vittime della tratta, la concessione dal 2000 al 2004 di 4.700 permessi di soggiorno ‘premiali’ dopo la denuncia del proprio sfruttatore, quasi 5.400 inserimenti nel mondo del lavoro di vittime di tratta, e il recente programma di assistenza stabilito dall’art.13 della normativa sulla tratta ”siano realmente applicati non solo a coloro che rientrano nei circuiti della prostituzione, ma anche a tutte le altre diverse situazioni del fenomeno tratta”.
A fronte di una situazione estremamente complessa, secondo i 157 enti firmatari, bisogna ripensare le politiche per renderle piu’ efficaci nel contrastare la tratta e nell’aiutare le vittime. In particolare, i firmatari chiedono l’istituzione di un ”Tavolo Interistituzionale Nazionale sulla Tratta”, in cui trovino posto i Ministeri competenti, la Commissione interministeriale per l’attuazione dell’art. 18, la Direzione Nazionale Antimafia, Regioni, Enti locali, enti non profit e sindacali.
Occorre poi dare continuita’ e stabilita’ agli interventi passando dai progetti annuali a interventi inseriti strutturalmente nella rete dei servizi, aumentando, conseguentemente, le risorse disponibili; dare una piena e omogenea applicazione all’art. 18 sul piano della concessione dei permessi di soggiorno, in modo che il godimento di tale diritto non sia subordinato, come avviene in alcuni contesti locali, contro la lettera e lo spirito della legge, alla collaborazione della vittima nelle indagini sui suoi sfruttatori e rilanciare il Numero Verde sulla Tratta, non attivo per ben sei mesi, promuovendo una campagna di informazione rivolta non solo all’ambito della prostituzione e assicurando coordinamento e formazione alle 14 diverse postazioni attivate sul territorio nazionale.
Tra le altre proposte formulate la creazione di reti di soggetti competenti in materia di tratta: enti pubblici, soggetti non profit, forze dell’ordine, ispettorati del lavoro, magistratura, sindacati, anche assicurando a tali soggetti la necessaria formazione; l’abrogazione delle disposizioni di legge, contenute nella legge Bossi-Fini, che prevedono l’arresto per chi non ottempera al decreto di espulsione, almeno per coloro che sono vittima di tratta; consentire l’accesso ai programmi previsti nell’articolo 18 da parte dei cittadini dei paesi comunitari, diversamente da quanto stabilito ora nella normativa vigente.
Considerando che il 30% delle persone che, attualmente, usufruiscono dei benefici previsti dalla legge sono romene, si capisce come l’ingresso della Romania nell’UE, fissato per il primo gennaio 2007, richieda urgentemente una modifica legislativa su questo punto specifico.
Serve, infine, attivare interventi nei paesi di origine e di transito della vittime di tratta (informazione e prevenzione, ma anche progetti di sviluppo locale).

Cosa fa VITA?

Da 30 anni VITA è la testata di riferimento dell’innovazione sociale, dell’attivismo civico e del Terzo settore. Siamo un’impresa sociale senza scopo di lucro: raccontiamo storie, promuoviamo campagne, interpelliamo le imprese, la politica e le istituzioni per promuovere i valori dell’interesse generale e del bene comune. Se riusciamo a farlo è  grazie a chi decide di sostenerci.