Cultura
VITA? Un hub per ong e imprese sociali
La lettera aperta della portavoce dell'Associazione delle ong italiane alla nostra redazione: «Siamo disponibili e interessati a capire insieme alla nuova Impresa Sociale che Vita sta per battezzare come tradurre la nostra volontà di sostenere la sfida e con quali proposte e apporti. È essenziale farlo, c’è bisogno oggi più che mai di un patto, un quadro di alleanze tematiche e strategiche tra i soggetti del terzo settore»
#iostoconvita. Con convinzione. Personalmente e come portavoce di AOI, una numerosa e composita rappresentanza sociale che ha scelto da più di 5 anni di dare spazio, dignità, voce e protagonismo al mondo veramente ampio e differenziato del terzo settore solidale, di volontariato e cooperazione internazionale. Ci siamo ‘dati uno scossone’ allora, uscendo da un periodo di crisi associativa e di difficoltà ad essere autorevolmente ed efficacemente pronti ad affrontare le sfide del nuovo contesto internazionale: una globalizzazione che ha generato squilibri nello sviluppo e mette a rischio la sostenibilità ambientale, sociale e politica dell’intera Africa, di Paesi e regioni importanti anche in America Latina e in Oriente, che tocca l’Europa; una logica di guerra e attacco legata al mercato delle armi e all’interventismo militare al posto della diplomazia nel Mediterraneo e in Medio Oriente, mettendo a rischio la democrazia e i diritti umani. Proprio perché nella trasformazione per la partecipazione e il cambiamento positivo AOI ha posto le basi per il suo rilancio, ci sentiamo culturalmente vicini alla sfida di cui la redazione di Vita si vuol far carico. Vita pone attenzione alle esperienze di lotta alla povertà e alle disuguaglianze sociali, perché è originariamente nata per dar voce alle diverse istanze e anime del Terzo Settore. Nel cammino a volte ci siamo persi, ma il dialogo è attivo. Oggi con un rilancio importante e nuovi contenuti.
Aoi e è disponibile e interessata a capire insieme alla nuova Impresa Sociale che Vita sta per battezzare come tradurre la nostra volontà di sostenere la sfida e con quali proposte e apporti. È essenziale farlo, c’è bisogno oggi più che mai di un patto, un quadro di alleanze tematiche e strategiche tra i soggetti del terzo settore che con la L.106/2016 come enti o come imprese sociali definiranno il nuovo agire della società civile organizzata italiana. Nello specifico, la cooperazione allo sviluppo del nostro Paese,a 3 anni dall’approvazione della L.125, non sta ancora decollando come sistema, minando così la scelta di essere soggetto strategico trasversale nella definizione delle politiche per rispondere agli impegni dell’Agenda 2030 e più urgentemente delle cause della migrazione, dell’esodo epocale di genti in fuga forzata da guerre, violenza, fame, povertà, morte certa. Non servono interventi tampone e scollegati, l’Italia e l’Europa sono chiamate a costruire strategie di ampia condivisione tra istituzioni e cittadini. Non potremo più attendere soltanto gli imput dalle istituzioni per poi reagire. È il momento di un laboratorio comune con obiettivi alti di ong e altri soggetti del non profit, fondazioni, diaspore, enti locali, regioni e anche imprese impegnate consapevolmente per uno sviluppo etico e sostenibile. Da quel laboratorio deve uscire ogni vertenza, advocacy e lobbing verso il Governo e soprattutto il Parlamento. Vita può davvero svolgere un ruolo nel laboratorio per una nuova cooperazione internazionale, confermando e rafforzando lo spazio della ‘narrazione’ e proponendo temi e occasioni di confronto tra tutti gli attori. Partiamo da qui, dalla mission originaria di Vita. Noi ci siamo.
In foto operatori della Fondazione l'Albero della Vita, membro di Aoi
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