Cultura

Vita, la capacità di ringiovanire

Per 15 anni ho guidato la redazione. Il passaggio che porta Stefano Arduini alla guida del giornale e del sito è una prova della vitalità di un giornale che ha saputo costruire professionisti certamente bravi. Ma soprattutto appassionati

di Giuseppe Frangi

Non parlo al passato perché Vita è esperienza presente. È un luogo che continua ad essere un orizzonte della mia quotidianità. Parlo dunque al presente di un’avventura che dimostra la sua originalità e anche “necessità” proprio per il modo con cui sa rinnovarsi restando se stessa.

C’è un dato incontrovertibile che dimostra come Vita sia stata e sia un’esperienza davvero “viva”: è il fatto che abbia saputo far crescere tanti talenti con una caratteristica speciale. Quello di essere appassionati e fedeli alla storia che li ha visti formarsi. Stefano Arduini è certamente l’esempio di quel che sto cercando di dire. Giornalista bravissimo, preparato su tutti gli argomenti che fanno il know how prezioso di Vita, stimato da tutti i principali stakeholder del nostro mondo di riferimento. Con gli anni l’ho visto crescere in autorevolezza e sicurezza, in capacità di organizzare il lavoro degli altri, oltre che approfondire sempre di più il proprio. Tutte cose che ha imparato certamente in questa scuola speciale che è la redazione di Vita. Ma non c’è solo la tecnica. C’è anche la passione, la convinzione di lavorare in un posto bello per delle ragioni bellissime. Stefano Arduini porterà il suo sguardo e la sua sensibilità nel giornale e nel sito che guiderà. E sono curiosissimo di assistere a questo rinnovamento che è anche un ringiovanimento come ha detto Riccardo Bonacina (la sua lettera).


Quello di Stefano non è un caso unico all’interno di Vita. Dovrei fare tanti altri nomi di giornalisti (per stare solo all’ambito della redazione) che confermano l’immagine di un giornale vera fucina di talenti che mi piace definire “fedeli”. Fedeli non tanto ad un’azienda (tanti oggi lavorano altrove) ma alle ragioni che l’hanno fatta essere. Questo è il risultato più bello del lavoro di questi anni, che ha portato a produrre un giornale bello nei contenuti e – mi piace sottolinearlo – geniale nell’impostazione grafica. Un giornale quindi che ha saputo innovare anche in questo aspetto “estetico” nella consapevolezza che contenuti di valore hanno bisogno di un corrispettivo visivo degno e se possibile capace di sorprendere. E Vita ha saputo farlo in questi anni mobilitando le energie creative di decine e decine di illustratori. Sono stato testimone di questo cammino e di questa crescita. Continuo ad essere un compagno di strada con quello che so e che ho imparato in questi anni, dentro un rapporto che è professionale ma che è qualcosa di più: un’amicizia.

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