Non profit

Vita, il racconto dell’Italia che cambia

Oggi in edicola il nostro magazine nel nuovo formato

di Franco Bomprezzi

C’è qualcosa di nuovo oggi in edicola. Un magazine colorato, fresco, ricco di pagine e di contenuti. Appena stampato, è il frutto di un laboratorio culturale e giornalistico di mesi. Siamo noi. E’ VITA. Per un giorno ci prendiamo lo spazio della rassegna stampa, perché vogliamo anticiparvi quello che potrete leggere con calma, acquistando in edicola la vostra copia, da conservare con cura.

Tre dorsi: VITA cambia per raccontare l’Italia che cambia. ATTUALITA’, ESPERIENZE, CANTIERI. Sono queste le tre idee guida del nuovo magazine da oggi in edicola. L’editoriale è affidato a Pietro Barcellona. Leggiamone il passaggio conclusivo: “Come affermava Saint-Exupéry, occorre: «che si sbrogli la logica per dar conto alla vita!». La prima rivoluzione culturale di cui questo Paese ha bisogno è la verità del confronto, l’apertura dello spazio pubblico ai “dilettanti della vita” che praticano giornalmente la fatica di lavorare, insegnare, educare, amare e soffrire. Facciamo davvero posto alla “gente” di cui tutti parlano a sproposito: facciamo parlare i giovani, gli operai, le casalinghe, gli anziani, i malati. Smettiamola con il nichilismo della fiction e con la semplificazione opportunistica degli schieramenti politici. Nel mondo comune le parole sono ancora pesanti, perchè chi le pronuncia ne vive i significati, incarnandoli. Smettiamola di parlare di onestà in astratto e mostriamo, invece, che cosa fanno e dicono gli uomini e le donne oneste”.

Il primo dorso, 32 pagine di ATTUALITA’, si apre con un viaggio fra le mamme di Terzigno. “Mamme sulle barricate” è infatti il titolo portante della copertina, su una foto splendida di una mamma dignitosa e fiera, davanti agli scudi dei poliziotti in tenuta antisommossa. “In ottobre centinaia di donne, armate di rosari e magliette nere con scritte antidiscarica, sono andate in pellegrinaggio a Pompei a piedi, per chiedere quello che ormai sembra un miracolo, un ambiente sano – si legge nel pezzo portante -. Sono loro le «mamme vulcaniche», che hanno occupato pacificamente, pregando, i posti riservati alle autorità per la celebrazione della Supplica alla Madonna del Rosario. E sono loro che hanno appeso i disegni dei figli nei due gazebo del presidio antidiscarica sulla rotonda panoramica di Boscoreale, che è come una piazza ormai, dove i bambini giocano assieme all’ombra della discarica. I manifestanti hanno ottenuto la promessa che una seconda gigantesca discarica, cava Vitiello, non si aprirà, ma non basta. Il presidio è nato spontaneamente in maggio, non ha nemmeno un portavoce, è un popolo che continua a pretendere anche la bonifica e chiusura della cava Sari, responsabile della puzza e dell’inquinamento della falda acquifera sottostante. Le mamme vulcaniche non sono altro che donne, casalinghe e lavoratrici, che da un giorno all’altro si sono trovate a essere «rivoluzionarie»”. Il commento è di Iaia Forte: “C’è qualcosa di potente nel loro fare resistenza, esito di un’energia vitale e di una consapevolezza innata che sale su dalla storia – annota la scrittrice – In loro vedo il riemergere di esperienze come quelle delle quattro giornate del 1943, durante le quali le donne furono le protagoniste assolute della resistenza. Ma in loro vedo anche le “capofamiglia” del teatro di Eduardo De Filippo: quelle donne che prendono in mano il timone della casa, come la Concetta di Casa Cupiello o la Filumena in piedi sulla soglia della camera da letto, con le braccia conserte pronta alla sfida”.

ESPERIENZE è il luogo per raccontare le storie di coloro che agiscono per costruire un futuro etico e responsabile. La prima foto di copertina di questo agile dorso di 16 pagine, è dedicata a Frieda Boschi, consulente informatico, ma soprattutto fra i primi a impegnarsi nella diffusione di Wikipedia in Italia dal lontano 2003, una dei 18 fondatori e oggi il presidente della dell’associazione Wikimedia Italia, nata per promuovere la conoscenza e l’uso dei progetti a “contenuto aperto”, fra cui – soprattutto – Wikipedia. “Wiki anche tu” è il titolo che precede una lunga intervista, piena di notizie poco conosciute dal grande pubblico, una breve scheda biografica, e soprattutto una novità interessante del nuovo settimanale: COSA PUOI FARE TU. Una scheda per spingere a interagire concretamente con le sollecitazioni dell’argomento appena raccontato, scegliendo le opzioni possibili in base al tempo a disposizione e alle personali aspettative del lettore. Eccone, ad esempio, le prime frasi: “Vuoi partecipare alle attività di Wikipedia? Quanto tempo hai a disposizione? Un’ora ogni tanto: la cosa più semplice che puoi fare è scrivere una voce che non esiste ancora su Wikipedia o migliorarne una già esistente. Vai sul sito http://it.wikipedia.org, inserisci nel motore di ricerca del sito il termine di cui vorresti scrivere. Nel caso la voce esista, puoi ampliarla o correggerla cliccando sul bottone in alto a destra “Modifica”. Idem per una voce da creare ex novo”. 

E infine il terzo dorso, CANTIERI, altre 16 pagine, spazio indipendente a disposizione di persone, imprese, non profit e pubblica amministrazione. Nel primo numero del nuovo VITA il tema di copertina sono gli asili nido aziendali. Il titolo è “C’è posto anche per me”. Leggiamo un passo del pezzo di apertura: “Il «fenomeno nidi aziendali» si è fatto largo, in questi anni, rispondendo alla complessità della vita delle famiglie italiane. Ci sono esperienze pioniere, come quella di Tod’s che ha un proprio asilo interno fin dal 1998. O esemplari, come quella di Fiat Mirafiori a Torino, che resta l’asilo più grande d’Italia (75 posti), seguito da quello di Vodafone a Pozzuoli (60 posti), che rappresenta il nido aziendale più grande del Mezzogiorno. O quelle di altre grandi realtà come Luxottica nel bellunese o Peg Perego ad Arcore, che forse finiranno per “contagiare” altri colossi, come la Mondadori o la Nokia, che ancora non ce l’hanno. Ma ci sono anche aziende più piccole che, nonostante la crisi, intendono lasciare un’importante impronta sociale nel proprio territorio”.

Segue un’intervista a Claudio Gentili, docente di Economia e politica del lavoro e della formazione all’Università di Firenze e direttore del nucleo Education di Confindustria. Ecco una domanda e una risposta: “Perché se un’azienda apre un nido ambisce a farlo bellissimo, a stabilire quasi un primato d’eccellenza? – domanda VITA, e così risponde Gentili – Non li abbiamo visti tutti, ma diciamo che l’eccellenza è uno standard diffuso fino a prova contraria. C’è un grande sforzo verso la qualità, da parte degli imprenditori, che in questo sono molto aiutati dalla straordinaria tradizione italiana. Quando il pluripremiato “modello Reggio Children” viene studiato anche negli States, è difficile pensare di fare qualcosa di meno. Inoltre, le aziende sono profondamente influenzate dalle ottime esperienze sul territorio, sia in ambito pubblico che da parte del non profit”. E poi un’intervista a Claudia Fiaschi, alla guida di un colosso del privato sociale, il consorzio Pan, che ha creato oltre 10mila posti nido in tutta Italia e vanta 370 affiliati tra nidi e nuove tipologie di servizi per l’infanzia, e dunque conosce bene la “fisiologia” dei nidi aziendali.

Così dunque si presenta il nuovo VITA al giudizio dei lettori, con una diffusione capillare nelle edicole, e con la presenza in Borsa, a conferma di una sfida a tutto campo, da vincere insieme.


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