Economia
Veghu, tradizione e innovazione contro lo spopolamento
L'iniziativa di un giovane sardo che ha scelto di produrre formaggi vegetali e andare ad abitare a Sorradile, un paesino di appena 350 anime nel cuore dell'Isola. Veghu rientra nel progetto MEDSt@rts, che sostiene e promuove l’imprenditoria giovanile anche attraverso dispositivi di microcredito e percorsi di inclusione finanziaria
La Sardegna da millenni vanta una tradizione casearia di tutto rispetto, per qualità e varietà. Ma i tempi cambiano e, con essi, le abitudini. Un giovane di 34 anni, originario di Cabras (provincia di Oristano), ha fondato la società Veghu e ora lancia un prodotto particolare nel mercato nazionale e internazionale. Marcello Contu propone alternative 100% vegetali ai formaggi tradizionali, senza ingredienti di origine animale, ma con metodologie e processi presi dalla tradizione. Marcello è consapevole che i puristi potrebbero storcere il naso. Laureato a Torino in Lingue e Letterature straniere, con indirizzo in Scienze del turismo, da quando aveva 23 anni ha iniziato a dedicarsi al cibo, ai suoi aspetti tecnici e soprattutto agli aspetti culturali, che lui reputa essere un potentissimo veicolo di trasformazione sociale.
«Ho deciso di iniziare a fare ricerca e sperimentazione nel mondo dei formaggi vegetali perché lasciare i formaggi tradizionali è stato il passo più difficile quando, da pluriennale vegetariano, sono diventato vegano: parliamo oramai di sei anni fa», spiega il giovane sardo. «Mi piacciono le sfide, e il mondo dei formaggi vegetali rappresenta ancora un territorio tutto da scoprire, senza maestri né referenti, e proprio per questo avvincente. Negli ultimi anni ho lavorato e seguito corsi di specializzazione in Spagna, Australia e nel Sud-est asiatico».
«Questa iniziativa – spiega Anna Maria Catte, direttrice generale dell’Ufficio dell’Autorità di Gestione ENI CBC Med presso la Regione Sardegna – rientra nel progetto MEDSt@rts, che sostiene e promuove l’imprenditoria giovanile anche attraverso dispositivi di microcredito e percorsi di facilitazione per l’accesso al credito. Coordinato dalla Fondazione di Sardegna in qualità di capofila, il progetto si sviluppa in Italia, Palestina, Grecia, Tunisia e Libano ed è finanziato con oltre due milioni e mezzo di euro dal Programma ENI CBC Med, uno strumento operativo unico per la cooperazione euro-mediterranea, di cui la Regione Sardegna è Autorità di Gestione fin dalla sua prima edizione nel 2007-2014: si tratta infatti della più grande iniziativa di cooperazione transfrontaliera dell’Unione Europea nell’ambito della politica di vicinato, che mette in connessione 14 Paesi delle sponde nord e sud del bacino mediterraneo».
L’azienda Veghu si occupa di formazione (online e in presenza, per amatori e professionisti), vendita di formaggi vegetali (da taglio, spalmabili, stagionati, erborinati) e vendita di forniture (batteri, muffe, accessori, strumenti) e di tutto il necessario per iniziare l’autoproduzione. «Ci rivolgiamo a coloro che vogliono comprare un prodotto alternativo ai formaggi animali tradizionali, di qualità e adatto non solo a un pubblico vegano o intollerante al lattosio ma anche a tutte le persone curiose sotto il profilo gastronomico, che nutrono interesse per i prodotti di eccellenza», sottolinea Marcello Contu. «Ai nostri prodotti sono interessate anche le imprese del settore gastronomico che vogliono inserire i nostri formaggi all’interno della loro offerta culinaria, e i distributori che operano sul territorio regionale, nazionale ed europeo. Il difficile periodo, condizionato dalla pandemia, suggerisce una certa prudenza: contiamo di iniziare a distribuire i nostri prodotti in Sardegna per poi espanderci nel mercato italiano anche attraverso il nostro sito di e-commerce (www.veghu.org)».
Marcello si definisce un nomade. «Sono originario di Cabras ma ho lasciato il mio paese per motivi di studio all’età di 18 anni. Vivo a Sorradile, un paese di appena 350 anime che lotta contro lo spopolamento, mentre il laboratorio di produzione si trova a Bidonì (120 anime, ndr), entrambi a due passi dal lago Omodeo. Ci troviamo, dunque, nel cuore della Sardegna, a due passi dalla Blue Zone, riconosciuta a livello mondiale come una delle zone tra le più longeve del pianeta. Il cibo è un elemento essenziale del patrimonio culturale di un luogo, ed è da considerarsi un elemento vivo. Vivo perché in trasformazione costante. La cultura gastronomica, a mio parere, non si dovrebbe basare solo sulla cucina tradizionale; dovrebbe invece prenderne spunto, innovare, trasformarsi ed essere capace di soddisfare le esigenze sempre diverse di una popolazione in costante cambiamento. È ora di creare qualcosa di innovativo ma che mantenga, al tempo stesso, lo sguardo verso la tradizione e verso le materie prime e i processi che da sempre la contraddistinguono. È una scommessa, non c’è dubbio, e spero di vincerla». Avere il laboratorio a Bidonì, un micro paese che nel 2016 aveva avuto il triste primato della povertà in Sardegna, è già una prova di grande coraggio. Da questa iniziativa potrebbero nascerne altre nel territorio.
Credits: le foto sono gentilmente concesse da Valerio Atzori (http://valerioatzoriphoto.com)
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