Cultura
“Un Milione di italiani (non sono italiani)”, il corto per promuovere lo ius soli
Dedalus Cooperativa Sociale e Officine Gomitoli il 2 dicembre presentano, a Napoli, il documentario musicale “Un Milione di italiani (non sono italiani)” di Maurizio Braucci. Il cortometraggio affronta il controverso tema del riconoscimento della cittadinanza ai tanti ragazzi nati in Italia. Complessivamente sono poco più di 1.300.000 i minori di seconda o nuova generazione nati in Italia, solo una piccola parte (290.000) ha ottenuto la cittadinanza
di Redazione
Dedalus Cooperativa Sociale e Officine Gomitoli presentano, per la prima volta a Napoli, il documentario musicale “Un Milione di italiani (non sono italiani)” di Maurizio Braucci, al Cinema Modernissimo il 2 dicembre 2022 alle ore 19. Dopo la proiezione, il cast e il regista incontrano il pubblico in sala con un’esibizione musicale live delle protagoniste del film. Segue un dibattito sul diritto di cittadinanza delle seconde generazioni con rappresentanti del mondo sociale, culturale e dell’attivismo della città. Moderano e conducono Andrea Morniroli e Elvira Ricotta Adamo, interverranno Maurizio Capone, Antonella Cristiani, Alessandro Di Rienzo, Giuseppe Gaeta, Shopika Gowrykanth, Sabira Ibrahim, Fatima Maiga, Cristiana Morbelli, Antonio Musella, Marco Rossano e Francesca Scamardella.
Il documentario racconta, attraverso la storia di due talentuose artiste nate e vissute a Napoli, che lo stato non considera ancora italiane, il controverso tema del riconoscimento della cittadinanza ai tanti ragazzi e ragazze nati/e in Italia. Il titolo dell’opera nasce proprio dal dato statistico per cui circa un milione di giovani donne e uomini nati in Italia non hanno diritto alla cittadinanza fino al compimento del diciottesimo anno di età (e a volte nemmeno dopo).
Un viaggio musicale sulla vita reale dei figli “italiani” di genitori stranieri, in cui immagini e suoni ci ricordano che l’arte e la musica uniscono e travalicano i confini fisici e mentali. L’opera si ascrive in una campagna di promozione a sostegno di una legge che riconosca la cittadinanza italiana a chi nasce o comunque cresce in Italia, indipendentemente dalla provenienza dei genitori. È stato presentato in anteprima world première, il 16 ottobre 2022, alla XX edizione di Alice nella Città – rassegna collaterale e autonoma della Festa del Cinema di Roma, sezione “cortometraggi eventi speciali”.
La regia è di Maurizio Braucci, che ne firma anche sceneggiatura e soggetto. Le musiche di Pier Paolo Polcari (Almamegretta). Nel cast: Fatima Mbengue, Sara Vanderwert, Francesco Di Napoli, Chiara Orefice e Sergio Vitolo. È prodotto da Arrevuoto – Teatro Cinema e Pedagogia e Dedalus – Officine Gomitoli, in collaborazione con Parallelo 41.
Il film è nato nell’ambito di un percorso, iniziato nel 2019, del Centro Interculturale Officine Gomitoli della Dedalus per sviluppare e promuovere l’empowerment sociale di giovani con background migratorio, la loro partecipazione al dibattito pubblico sulle questioni di policies che li riguardano e la possibilità di esprimere e portare i propri bisogni e le relative proposte.
Un universo, quello delle seconde/nuove generazioni, eterogeneo, variegato e che esprime una grande voglia di essere protagonisti, cittadini attivi e partecipi della società in cui sono cresciuti e vivono. I giovani e le giovani di origine straniera in Italia sono 887.000, il 10% del totale di tutti gli studenti e il 65% di loro è nato in Italia. Complessivamente sono poco più di 1.300.000 i minori di seconda o nuova generazione nati in Italia, di cui circa 1.005.000 cresciuti qui. Solo una piccola parte (290.000) ha ottenuto la cittadinanza italiana, acquisita tramite i genitori o per altro motivo, ma la maggioranza non ha questo riconoscimento, eppure si sentono cittadine e cittadini italiani o comunque con una doppia cittadinanza culturale. I riferimenti normativi risalgono agli anni ’90 quando i fenomeni migratori erano molto differenti. A Napoli sono circa 20.000 i minori con cittadinanza straniera e poco più di 32 mila i giovani fino a 26 anni. 13.000 di questi sono iscritti nelle scuole della città metropolitana. Sono la ‘generazione involontaria’ di cui parla Tahar Ben Jelloun: giovani che si trovano a essere considerati migranti senza averlo deciso e talvolta senza nemmeno aver migrato.
«Quando mi hanno proposto di lavorare a un cortometraggio per promuovere il principio dello ius soli», spiega Maurizio Braucci, «ho iniziato a incontrare tanti giovani italiani di seconda generazione per farmi raccontare la loro condizione. In loro ho trovato talenti e intelligenze che mi sembrava riduttivo raccontare solo come quelli di giovani figli di stranieri, erano Persone. Quando ho scelto le due attrici, Sara e Fatima e le ho sentite cantare, ancora di più mi sono detto che era assurdo raccontarle perché erano di famiglia straniera. Così mi sono limitato a mettere in scena dei momenti della loro vita quotidiana, con le musiche di due canzoni che raccontassero l’assurdità di come funziona in Italia l’acquisizione del diritto di cittadinanza. È nata così l’idea di far ri-arrangiare un classico della canzone napoletana, una canzone che Sara cantava spesso. ‘Era de maggio’ in napoletano, srilankese e wolof è un inno alla fratellanza, la prova che si può dire ‘core’ in tre lingue diverse ma il ‘cuore’ resta unico. Questo corto è una sorta di lavoro politico e sociale con cui cercare di far riflettere su quanto la legge italiana attuale sulla cittadinanza sia superata e limitata e che resta in vigore solo perché si gioca sulle paure della gente verso il cambiamento e la diversità. Io e i miei amici siamo a favore della tradizione ma siamo contro i tradizionalisti e il nostro piccolo film lo racconta».
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.