Non profit

Un birrificio sociale al posto della vecchia palestra abbandonata

“Fuori Orario” è il birrificio sociale aperto a Bari nel quartiere di San Pio da un gruppo di ragazzi che avevano occupato la vecchia palestra della scuola abbandonata da 20 anni. Hanno appreso le tecniche della produzione di birra artigianale ed hanno rigenerato un luogo che adesso è aperto a tutta la comunità

di Emiliano Moccia

Sognavano di trasformare quel luogo, di renderlo un posto speciale, di valorizzarlo dopo tanti anni di abbandono, incuria e atti vandalici. Sognavano di farlo diventare un punto di ritrovo in cui incontrarsi, parlare, crescere insieme. Per questo, lo avevano occupato e lo avevano “abitato” per tanto tempo. Ugo ed i suoi amici sono cresciuti lì dentro sin da quando erano adolescenti, un po’ come i loro sogni, che hanno preso forma e sostanza. E adesso, la vecchia palestra dell’ex-scuola media statale “A. Moro”, nel quartiere San Pio a Bari, è diventata il birrificio sociale “Fuori Orario”. Merito di una rete di enti che hanno preso per mano questi giovani per accompagnarli in un percorso di crescita in cui hanno potuto apprendere anche le tecniche della produzione di birra artigianale. Di conseguenza, quello che era un luogo abbandonato e privo di senso, si è oggi trasformato in uno spazio sociale gestito dai ragazzi del quartiere che si candida a diventare luogo di aggregazione per eventi culturali e non solo.

«Abbiamo avuto l’occasione di valorizzare l’ex-palestra della scuola che non è stata mai aperta e che dopo la nostra occupazione era diventata il posto di ritrovo durante il periodo della nostra adolescenza. Grazie a questo progetto è stato possibile donarle un altro volto e farla diventare un birrificio, attività differente dalla birreria, perché abbiamo pensato questo spazio come un contenitore di eventi pubblici e privati in cui la gente può partecipare e gustare la nostra birra che viene prodotta in base all’esigenza». Ugo Caradonna è ancora emozionato. Quasi non riesce a credere al passo che ha compiuto con i suoi amici, al sogno prima idealizzato e poi trasformato in realtà. Caradonna è il presidente dell’associazione Ragazzi di San Pio, come il quartiere in cui vivono e sono attivi, composta da sette giovani tra i 25 ed i 28 anni alla loro prima esperienza imprenditoriale. Ognuno di loro svolge altri lavori, ma quella del birrificio sociale “Fuori Orario” è una scommessa che abbraccia tutto il quartiere, privo di spazi, attività, iniziative di questo genere.

«Siamo stati aiutati dai mastri birrai del Bilabì, il pub-birrificio artigianale che due anni fa ha chiuso a causa del covid nel quartiere San Pasquale. Facciamo due cotte con quattro birre differenti in cui nomi sono ispirati a dei registi cinematografici: Kieślowski (Keller-Pils), Fassbinder (Weiss), Lynch (Ipa) e Burton (Stout)» spiega Caradonna. «Uno dei nostri obiettivi futuri potrebbe essere anche quello di produrre birra da vendere in altri circuiti, ma prima volgiamo acquisire più consapevolezza per metterci in competizione sul mercato. Alla fine, il nostro desiderio era di riuscire a mettere in piedi un’impresa come questa, anche con la speranza di riuscire a garantire il lavoro a qualche giovane». Intanto, seguono la gestione del birrificio e si stanno attivando ad organizzare eventi che richiamino persone non solo per conoscere gli spazi del “Fuori Orario”, ma anche per degustare la loro birra artigianale.

Un percorso, quello realizzato dall’associazione Ragazzi di San Pio, reso possibile dal supporto costante del circolo Arci “La stanza di Cesco”, presieduto da Daniela Martino, e della cooperativa sociale Get, capofila del progetto ed attiva sul territorio da circa 20 anni con l’esperienza dell’Accademia del Cinema Ragazzi. Non a caso, i nomi delle birre si rifanno all’amore per i registi. Perché è proprio nell’Accademia del Cinema che il gruppo di giovani ha mosso i primi passi quando la vecchia palestra era solo un edificio vandalizzato e loro trascorrevano il loro tempo lì dentro. Anche da quel percorso hanno capito che volevano provare a fare altro ed il territorio è riuscito ad ascoltare ed intercettare i loro fermenti. Compreso il Comune di Bari che ha finanziato il progetto attraverso l’avviso “Urbis” nell’ambito del Pon città metropolitane 2014-2020, che prevedeva la creazione di servizi di prossimità presso le aree urbane a forte rischio di marginalità. Ma la realizzazione di “Fuori Orario” è stata possibile anche grazie al co-finanziamento di altre realtà: Fondazione Opere Laiche Palatine Pugliesi, Cippone&diBitetto e Ance-Puglia e a una rete solidale di aziende e cittadini che hanno voluto offrire il loro contributo e sostegno a questo progetto.

«Il progetto, infatti, non prevedeva il contributo per gli interventi di ristrutturazione degli spazi abbandonati. E così, in questi mesi siamo stati circondati da un processo di autocostruzione che ha coinvolto tutta la comunità, tantissimi cittadini che si sono messi a disposizione, a titolo gratuito, per realizzare il gazebo in legno, per arredare il birrificio, per dare un valore a questo luogo» conclude Caradonna, che attraverso il loro progetto rilanciano il tema della rigenerazione dei luoghi, a partire dalla loro occupazione, dalla visione che si ha di uno spazio e dalla capacità di saper intercettare finanziamenti per avviare l’idea.

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