Inclusione
Trani, va in scena il “Giullare”: il teatro che supera ogni barriera
Domenica 7 luglio nella città pugliese inizia la sedicesima edizione del festival organizzato dalla cooperativa Promozione Sociale e Solidarietà che porta in scena compagnie teatrali composte da attori con e senza disabilità. Un evento culturale che esalata le capacità artistiche di chi sale sul palco e sensibilizza la comunità sul tema delle fragilità
«Il giullare proveniva dal basso, era bistrattato sia dal potere ecclesiastico sia da quello temporale, aveva grandi abilità, qualche rotella fuori posto, vestiva in maniera strana. Insomma, aveva tutte le caratteristiche un po’ simili alle persone che venivano messe ai margini. Era l’unico, però, che poteva entrare nella casa del signorotto e addirittura prendersi beffa del potente. Questa cosa ci sembrava bella come paradigma di tutte quelle persone che sono ai margini, che possono così dimostrare al cosiddetto mondo dei “normali”, quante abilità e risorse hanno. Addirittura, quella di prendersi beffa dei potenti» Marco Pentassuglia ha seguito tutta l’evoluzione che ha portato un gruppo di giovani desiderosi di «cambiare il mondo» a passare dall’attività parrocchiale alla creazione di un’associazione, fino a costituire una cooperativa sociale in grado di mettere in campo una serie di servizi destinati alle persone più fragili. Come le persone con disabilità, che nel corso del festival nazionale “Il Giullare” – teatro contro ogni barriera – diventano le vere protagoniste sul palco, nella vita, in questo ambito artistico. Perché ciò che deve essere chiaro è che quello giunto alla sedicesima edizione, non solo rappresenta una delle più longeve esperienze in Italia di questo tipo, ma offre anche un’esperienza culturale di alto livello per tutta la comunità di Trani e non solo.
Ė qui, infatti, in questa antica città della costa pugliese, che prende vita il sogno della cooperativa sociale Promozione Sociale e Solidarietà che ha iniziato la sua avventura nel 2000, per poi trasformarsi in punto di riferimento per quanti a rischio di emarginazione. «Quello del teatro è stato il primo progetto che abbiamo fatto quando io ed altre persone abbiamo iniziato ad operare in una casa di accoglienza con persone proveniente dagli ospedali psichiatrici e dai centri di salute mentale, che in quei primi anni si aprivano al territorio» racconta Pentassuglia, coordinatore artistico del festival “Il Giullare”.
Il teatro era un elemento privilegiato perché su quel palco ciascuno recitava una parte, quasi si cancellava l’aspetto della disabilità, della fragilità, dell’emarginazione a favore del ruolo che ciascuno recitava
Marco Pentassuglia, coordinatore del festival “Il Giullare”
«Nella struttura trovammo signori di 40 o 50 anni che facevano i disegni sugli album dei bambin. Eravamo animati dalla passione e dallo spirito di riscatto delle persone più fragili, ed abbiamo pensato di portare in scena uno spettacolo teatrale sulle storie di queste persone ispirato all’opera di Dario Fo “Nascita del Giullare” tratta da Mistero Buffo. Ci sembrò un paradigma interessante. Il teatro era un elemento privilegiato perché su quel palco ciascuno recitava una parte, quasi si cancellava l’aspetto della disabilità, della fragilità, dell’emarginazione a favore del ruolo che ciascuno recitava. E se questo era vero sul palco, perché non poteva essere anche una provocazione nella vita di tutti i giorni? E da lì è nato questo percorso con il primo spettacolo che si chiamava “Il Giullare”, per poi arrivare al 2008 con la nascita del festival nazionale “Il Giullare” in cui, attraverso un bando che di solito pubblichiamo nel mese di marzo, invitiamo compagnie teatrali composte da attori con e senza disabilità ad inviare la domanda di partecipazione».
Ogni anno, quindi, dopo un’attenta selezione, vengono individuate sei compagnie teatrali provenienti da ogni parte d’Italia che danno vita al contest che dal 7 al 12 luglio si svolgerà come di consueto a Trani negli spazi del centro Jobel , con sipario alle ore 21.00, animato anche da una serie di eventi culturali e collaterali per tenere sempre viva l’attenzione sull’iniziativa che si concluderà a fine mese. «Al festival partecipano compagnie che fanno progetti teatrali di questo tipo da più tempo. Ci sono realtà che provengono dal mondo nel terzo settore che utilizza l’arte o il teatro come strumento di inclusione sociale; altre, invece, sono vere e proprie compagnie teatrale che al loro interno hanno attori con disabilità, che in alcuni casi vengono anche pagati a cachet» aggiunge Pentassuglia. «L’obiettivo principale è dimostrare che non è detto che una persona con disabilità debba essere per forza portatrice di bisogni o di assistenza. Una persona con disabilità può essere una risorsa per tutti, per la comunità, in tutti i settori: arte, sport, scrittura, lavoro».
Non a caso, quello che viene presentato agli spettatori è un festival di eccellenza e qualità, che richiama anche mille spettatori a sera, generando interessanti ricadute economiche nel territorio per tutta la durata del festival. «Il nostro evento, pure essendo molto orientato alla sensibilizzazione e alla lotta allo stigma, vuole essere un momento di eccellenza. Questo vuole dire che anche nella selezione delle compagnie» evidenzia il coordinatore artistico del festival «siamo attenti affinché sul palco si esaltino le capacità artistiche degli attori. Anche questo, vuole essere un atteggiamento di promozione della parità vera».
Siamo attenti affinché sul palco si esaltino le capacità artistiche degli attori. Anche questo, vuole essere un atteggiamento di promozione della parità vera
Marco Pentassuglia, coordinatore del festival “Il Giullare”
Dal cammino iniziato più di vent’anni fa, hanno preso forma ulteriori interventi sociali sempre finalizzati a migliorare la qualità della vita delle persone più vulnerabili. «Oggi è attiva la nostra compagnia teatrale stabile “Il Giullare”, composta da 16 attori di cui 12 con disabilità che gira per i teatri ed i festival italiani, abbiamo aperto sempre a Trani “La Locanda del Giullare – Il Ristorarte”, dove lavorano 14 persone con disabilità e fragilità sociale, abbiamo un truck food che gira per le città per portare ovunque la nostra idea di inclusione. E gestiamo» conclude Pentassuglia «il centro Jobel in cui si sono evoluti nel corso degli anni gli altri servizi che portiamo avanti, come il centro diurno per persone con disabilità, una struttura residenziale per adulti con problematiche psicosociali, il servizio di pronto intervento sociale con un dormitorio, quello del centro antiviolenza e antistalking e tanto altro.
Per saperne di più: https://ilgiullare.it
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