Cultura

Tamu, la libreria di Napoli che si è fatta casa editrice per dare voce al mezzogiorno d’Europa

Il progetto, che fa parte della rete di librerie indipendenti Lire, ha come idea di base «rafforzare e ampliare una comunità che condivide l’interesse verso il pensiero femminista, ecologista e antirazzista mettendo in luce l’eredità del colonialismo nella società contemporanea», spiega Valeria Gennari

di Redazione

Un punto di riferimento nazionale per studiosi e appassionati delle questioni relative al Mediterraneo, Medio Oriente e altri sud, oltre che uno spazio fisico di incontro e dibattito. A Napoli, la libreria Tamu è diventata anche casa editrice, dando vita a un progetto culturale indipendente e collettivo che presta particolare attenzione ai temi del femminismo, dell'antirazzismo, dell'ecologia politica e dell'eredità del colonialismo nella società globale contemporanea.

«La nostra casa editrice nasce a partire dalla libreria Tamu che Fabiano Mari e Cecilia Arcidiacono hanno aperto quasi tre anni fa nel centro storico di Napoli – spiega Valeria Gennari – La libreria è sin da subito diventata un punto di riferimento importante per studiose e appassionati a questioni relative al Mediterraneo, Medio Oriente e altri sud, oltre che uno spazio fisico di incontro e dibattito grazie alle tante presentazioni e attività laboratoriali svolte con ricercatrici, autori e attiviste. Insieme a Fabiano, Carmine Conelli ed io, che abbiamo una formazione rispettivamente in studi culturali e postcoloniali e in antropologia, abbiamo deciso di fare un ulteriore passo e immaginare Tamu anche come casa editrice».

L’idea di base è stata quella di rafforzare e ampliare una comunità che condivide l’interesse verso temi specifici, che attraversano il pensiero femminista, ecologista e antirazzista e mettono in luce l’eredità del colonialismo nella società contemporanea, per provare a stimolare ulteriori dibattiti sia attraverso la pubblicazione di libri che attraverso un blog ospitato sul sito di Tamu Edizioni. «Questo senso di apertura del progetto si attua concretamente nel continuo confronto con varie persone e realtà che si occupano dei temi di cui trattiamo e con le quali proviamo a definire la nostra linea editoriale, con cui discutiamo quali contributi, testi e idee vogliamo apportare nel contesto culturale e sociale italiano in questo momento, a partire dalla convinzione che più punti di vista siano meglio di uno – sostiene Valeria – Ci sono molte case editrici che lavorano in maniera preziosa su questi temi, ma pensiamo di poter dare un contributo diverso facendo emergere la nostra prospettiva su questi temi da sud, da Napoli appunto, la città in cui lavoriamo e che qui intendiamo anche un po’ come il confine materiale e simbolico dell’Europa meridionale. Napoli è una realtà molto feconda dal punto di vista culturale, che però spesso non trova spazi adeguati di espressione – prosegue Valeria – La città ha reagito bene alla nostra nascita, ed il merito di ciò è sia del preziosissimo lavoro svolto dalla libreria in questi anni, ma anche del rapporto che abbiamo instaurato con le numerose realtà culturali che hanno incrociato finora il nostro percorso. Basti pensare alla rete di librerie indipendenti Lire, della quale Tamu fa parte, che anima numerosi dibattiti e presentazioni di libri».

Nella consapevolezza che all’interno del mercato del libro piccole realtà come questa si trovano in una posizione sbilanciata rispetto alle grandi catene e ai giganti del mercato online, nella costruzione del progetto editoriale, i responsabili di Tamu Edizioni hanno deciso di tessere una rete di fiducia con altre librerie indipendenti in tutto il territorio italiano, e, contemporaneamente, di non vendere direttamente i libri ad Amazon, nonostante esista la possibilità che altri soggetti commerciali possano farlo al posto loro. «Si tratta di una riflessione secondo noi cruciale per il futuro dell’editoria italiana e per la tutela della bibliodiversità, e su cui non manchiamo di aprire spazi di riflessione con le persone che ci seguono e con le quali vogliamo essere trasparenti rispetto alle nostre scelte riguardo alla distribuzione dei nostri libri – afferma Valeria – La cosa che ci piace di più del nostro lavoro è la possibilità di pensarlo insieme ad altre persone che con noi sono coinvolte nella produzione dei libri. Il momento di maggior soddisfazione è sicuramente quello in cui i libri diventano momento di dibattito. Nonostante in questo momento storico ciò avvenga quasi esclusivamente online, con la possibilità di raggiungere molte persone contemporaneamente ma con le difficoltà connesse a un’interazione limitata dalla modalità virtuale, è in queste occasioni che ci rendiamo conto che i libri che stiamo producendo prendono vita e diventano patrimonio collettivo». Nel 2021 è in programma l’uscita di parecchi libri: a fine febbraio uscirà Undercommons di Stefano Harney e Fred Moten, un libro che ripensa il nostro rapporto con le istituzioni neoliberali ispirandosi alla tradizione nera radicale, in collaborazione con Archive Books. A metà marzo uscirà invece Laboratorio favela, un volume che raccoglie la tesi di laurea e i discorsi politici di Marielle Franco, attivista femminista nera brasiliana barbaramente assassinata per la sua attività politica.

«Nonostante le numerose lotte che soprattutto sul piano del femminismo, della giustizia sociale e dell’ecologismo stanno mettendo in discussione il sistema capitalistico a livello globale e le sue fondazioni razziste e sessiste, ci rendiamo conto che c’è ancora tanto lavoro da fare – conclude Valeria – Il legame tra cultura e potere è quanto mai forte e dalla nostra prospettiva abbiamo bisogno di scardinarlo facendolo attraversare da queste istanze di cambiamento globale, per provare a ripensare anche la nostra realtà, a partire dal nostro posizionamento nel sud Italia, che non dimentichiamolo, è anche il sud dell’Europa».


Nella foto di copertina, da sinistra verso destra: Carmine Conelli, Cecilia Arcidiacono, Valeria Gennari, Fabiano Mari

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