Sostenibilità
Sviluppo sostenibile, accordo tra Regione Sardegna e Università di Cagliari
Valido per cinque anni, prevede la realizzazione di attività istituzionali con cinque obiettivi: tutela dell’ambiente, inclusione sociale, tutela della salute, crescita personale e collettiva, benessere economico diffuso. Prevista l’istituzione di premi per tesi di laurea e borse di dottorato di ricerca
La Regione Sardegna e l’Università di Cagliari hanno firmato un accordo di collaborazione sullo sviluppo sostenibile, che è valido per cinque anni e prevede la realizzazione di attività istituzionali per sviluppare azioni nell’ambito degli obiettivi dell’Agenda Onu 2030 e per assicurare il supporto scientifico necessario all’elaborazione della “Strategia regionale per lo sviluppo sostenibile”.
«Vogliamo individuare obiettivi che possano conciliare prosperità, benessere e meccanismi per integrare la tutela dell’ambiente, l’inclusione sociale, la salute, la crescita personale e collettiva, come base per uno sviluppo economico», sottolinea l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis. «Perciò, in un’ottica di collaborazione istituzionale, su questo tema abbiamo deciso di avviare un percorso comune con l’Università di Cagliari, che metterà a disposizione le sue competenze e le sue professionalità».
«È un impegno – precisa Maria Del Zompo, rettore dell’Ateneo cagliaritano – che l’Università porta già avanti nella didattica, nella ricerca e nella terza missione. Sono convinta che questa sia l’unica strada percorribile per garantire uno sviluppo alla nostra società. Da due anni il nostro Piano Strategico fa esplicito riferimento allo sviluppo sostenibile. Abbiamo gruppi di lavoro che studiano e operano in questo senso, puntiamo in maniera sempre più decisa alla formazione su questi argomenti. Questo accordo quadro fa sinergia, e la sinergia non è mai una semplice addizione: mettersi insieme è sempre vincente».
La Regione ha istituito la cabina di regia istituzionale e definito le azioni da realizzare, compreso il coinvolgimento di istituzioni locali, associazioni di categoria e portatori di interesse attraverso i tavoli territoriali e la costituzione di un Forum regionale. Il quadro strategico si potrà avvalere, dunque, del pieno contributo della società civile, del terzo settore e soprattutto della ricerca scientifica, oltre che della funzione formativa svolta dall’Università con l’attività di ricerca e la didattica. È prevista anche l’istituzione di premi per tesi di laurea e borse di dottorato di ricerca, il supporto agli enti locali impegnati in politiche di sostenibilità e alle imprese innovative nell’implementazione di soluzioni per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, valorizzando le buone pratiche.
Dal 2016 l’Ateneo cagliaritano ha aderito alla Rete delle Università Sostenibili, primo network nazionale tra istituzioni universitarie pubbliche e private impegnate sui temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale. «Questo accordo – è il commento di Italo Meloni, referente dell’Ateneo nella Rete per le Università Sostenibili – rende sistematica la collaborazione tra Regione e Università per arrivare a un piano per lo sviluppo sostenibile. Sul ranking internazionale “Greenmetric” siamo risultati trecentesimi su oltre 900 atenei in tutto il mondo. Abbiamo fatto il primo passo verso il Report annuale sulla sostenibilità e aderito da subito all’avvio della prima Scuola di dottorato nazionale in Sviluppo Sostenibile e Cambiamento climatico, istituita presso l’ANVUR”.
Agenda 2030 ha 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e 169 traguardi da raggiungere entro il 2030, obiettivi che riguardano tutti i Paesi e tutti i cittadini: implementazione di azioni di contrasto degli effetti negativi dei cambiamenti climatici; diffusione di buone pratiche di sostenibilità ambientale in materia di “Green public procurement”; diffusione della cultura dell’educazione ambientale attraverso studi, programmi, progetti; promozione e realizzazione di azioni per mantenere, valorizzare e accrescere la conoscenza e la conservazione della biodiversità e dei servizi ecosistemici; promozione della conoscenza e sviluppo di piani e programmi per la gestione integrata delle risorse ambientali e urbane; rafforzamento della governance tra soggetti pubblici e privati.
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