Welfare
Sicilia, il sociale sprecato. L’inchiesta di Vita sul welfare siciliano
Arriva la quarta pubblicazione del progetto “Geografie Meridiane” di Vita a Sud, dedicato alla Sicilia con tutti i numeri di un welfare che fa fatica a fare sistema. La presentazione pubblica si terrà il 6 luglio a Palermo
Dopo la Sardegna, la Puglia e la Basilicata, VITA arriva in Sicilia con la quarta delle inchieste che puntano i riflettori sullo stato del sociale attraverso il racconto di tutti gli attori che appartengono al mondo del terzo settore e non solo.
“Sicilia, il sociale sprecato” è il titolo del volume della serie “Geografie Meridiane”, che verrà presentato alle 17.30 di giovedì 6 Luglio nella sede di Fondazione Sicilia, a Palazzo Branciforte, in Largo Gae Aulenti 2, a Palermo.
Un’inchiesta, curata da Gilda Sciortino, dalla quale emerge una realtà che ancora oggi deve imparare come governare un sistema nel quale pubblico e privato non riescono a dialogare. Una regione in cui il tasso di povertà assoluta ha una delle incidenze più alte in Italia. Una regione al secondo posto nel Paese per disuguaglianza di reddito, sempre al 2° posto per la spesa in reddito e pensione di cittadinanza con 36 euro mensili pro capite (rispetto alla media nazionale di 12,7 euro), purtroppo all’ultimo per spesa previdenziale media sulla popolazione over 65, pari a 862 euro (era 853 euro l’anno precedente), a fronte della media nazionale di 1.115 euro. Senza dimenticare che il 40% della popolazione è a rischio povertà ed esclusione sociale e che, proprio la Sicilia, risulta essere la prima regione in Italia per incidenza della povertà alimentare minorile. Dati contenuti nel focus del nostro Book sulla “Sicilia raccontata in cifre” che fanno preoccupare, se consideriamo che tutti gli sforzi compiuti dal mondo del Terzo settore vengono costantemente vanificati dalla mancanza di governance.
Numerosi i protagonisti attivi delle politiche del welfare in Sicilia che ci hanno aiutato a scendere nel profondo di una regione che, nonostante le tante difficoltà, vuole farcela; costruendo nuove politiche attive che magari consentano di invertire quella tendenza che ha visto 80mila laureati siciliani trasferirsi al nord negli ultimi dieci anni, con una previsione di 1.500.000 abitanti che l’intera regione perderà da qui al 2066.
Ne parliamo nel capitolo 1 con Luciano D’Angelo, presidente del “Consorzio Network dei Talenti” e consulente di sviluppo territoriale, ma anche con Pino Toro, presidente di Ail, Salvatore Cacciola, presidente della Rete delle Fattorie Sociali Sicilia, Nuccia Albano, assessore regionale della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, con Pippo Di Natale, portavoce del Forum del Terzo Settore Sicilia, con Salvatore Litrico, presidente di Confcooperative/Federsolidarietà Sicilia, Giuseppe Fiolo e Stefania Campanella di Legacoopsociali Sicilia, e con i referenti Csv di Palermo, Catania e Messina, Giuditta Petrillo, Salvo Raffa e Santi Mondello, per concludere il nostro viaggio con monsignor Antonino Raspanti, presidente della Conferenza episcopale siciliana.
Una Sicilia, con numerosi muri ancora da valicare e abbattere, ma anche una terra in cui fortunatamente c’è chi ci regala modelli da seguire. Nel capitolo 2, infatti, raccontiamo l’esperienza concreta di sette change makers che abbiamo scelto per dimostrare che c’è una Sicilia resiliente, una Sicilia che non si arrende. Ecco, dunque, la rigenerazione urbana di “Clac” che ci racconta Davide Leone. C’è, poi, il mondo dell’accoglienza vissuto da Agostino Sella, di “Don Bosco 2000”, mentre quello dello sport come occasione di rigenerazione umana lo ben rappresenta Alessandro Ciulla con “eCLettica”. Claudia Cardillo e Salvatore Cacciola ci fanno scoprire il mondo degli orti inclusivi di “Energ-etica”, mentre Elisa Furnari di “Fondazione Ebbène” ci svela quello del welfare di comunità. Un modello di successo per lo sviluppo comunitario è espresso pienamente dalla "Fondazione di Cpmunità Messina" di cui ci narra Tiziana Morina. Grazie a Roberta Lo Bianco, di “Moltivolti”, infine, conosciamo un’impresa sociale che fa integrazione anche attraverso il cibo. Modelli ai quali si affiancano tre sfide lanciate e accolte nel capitolo 3 del nostro Book da altrettanti testimoni di un territorio che ha solo bisogno di trovare la strada giusta per dimostrare che tutte le potenzialità possono non andare perdute. Quella di Alessandra Sciurba, professoressa di filosofia del diritto dell’Università di Palermo, è “Interdipendenza”. “Impatto sociale” è la sfida di Giuseppe Notarstefano, docente di statistica economica (Lumsa). La terza è “Creare valore” e la lancia Raffaele Bonsignore, presidente di “Fondazione Sicilia”.
Dopo i saluti di benvenuto di Raffaele Bonsignore, presidente di Fondazione Sicilia, e di Giuseppe Ambrosio, presidente e ad di VITA, Stefano Arduini, direttore di VITA, introdurrà il Book presentando i dati e dando vita al dibattito al quale prenderanno parte Giuseppe Notarstefano, ricercatore Università LUMSA, Pippo di Natale, portavoce regionale del Forum del Terzo settore Sicilia, e Gaetano Giunta, fondatore e co-organizzatore del piano strategico di “Fondazione di comunità Messina”.
Nel corso dell'evento saranno presentate le sette esperienze raccontate nell'inchiesta.
La presentazione sarà pubblica e si potrà partecipare liberamente. Dallo stesso 6 luglio sarà anche possibile scaricare gratuitamente il focus book accedendo al sito www.vita.it.
Qui il link per registrarsi all’appuntamento.
Nella foto: le attività di "Fondazione di Comunità Messina" che puntano a modelli che connettono transizione ecologica e inclusione sociale
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