Famiglia

Sfruttamento sessuale e lavorativo: a Napoli un progetto costruisce percorsi per l’emancipazione

Sarà presentato il 21 febbraio “Grazia Sotto Pressione”, un progetto della cooperativa sociale Dedalus, selezionato da Con i Bambini, che favorisce percorsi di fuoriuscita dalle situazioni di povertà educativa e di grave sfruttamento di bambini e adolescenti la cui “grazia”- l’intelligenza, i talenti, i desideri, le attitudini, gli affetti – resta schiacciata dalla “pressione” di quotidiani duri e rischiosi, in cui è difficile immaginare alternative di vita e di relazione

di Anna Spena

S. Lavorava di notte a Forcella, un quartiere di Napoli. Lavorava tutte le sere per otto ore a notte, sette giorni su sette, per 50 euro alla settimana: scaricava i cartoni. S. È di origine pakistana, qualche anno fa è arrivato in Italia dopo una richiesta di ricongiungimento familiare con il padre, il resto della famiglia è rimasto nel Paese d’origine. I ragazzi arrivano prima delle mogli e delle figlie femmine, i ragazzi sono “forza lavoro”. Adesso S. Non lavora più. Si è iscritto ad un istituto tecnico informativo e insieme agli educatori della cooperativa sociale Dedalus sta cercando un’azienda per iniziare un tirocinio.

«Dopo una negoziazione con il papà di S.», racconta Fabrizio Rocco di Dedalus, «abbiamo attivato una dote educativa prevista dal progetto di cui fa parte S. Una dote che consiste in una somma di denaro che abbiamo a disposizione per coprire i bisogni della famiglia e dei minori come fare la spesa, pagare qualche bolletta, comprare il materiale per la scuola».

Siamo nel quartiere di San Lorenzo tra i più multietnici della città. E qui a fare la differenza è la presenza. Una presenza che ha a che fare con la concretezza delle azioni messe in campo. Il progetto in questione si chiama “Grazia sotto pressione – Percorsi di cittadinanza rivolti a minori che si ritrovano in situazioni di grave povertà educativa e socio-economica”. «È un progetto», continua Rocco, responsabile dei percorsi individualizzati dell’iniziativa, «sostenuto dall’Impresa sociale Con i Bambini – Bando Un Passo Avanti, che realizza interventi integrati e multidimensionali, in grado di favorire percorsi di fuoriuscita dalle situazioni di povertà educativa che interessano questi minori e, contemporaneamente, impattare le vulnerabilità socio-economiche dei contesti familiari di appartenenza, contrastando la riproduzione dei processi di stigmatizzazione ed esclusione che li caratterizzano».

Grazia sotto pressione si rivolge ai ragazzi e alle ragazze coinvolti direttamente e indirettamente nel fenomeno dello sfruttamento sessuale e lavorativo. «Partiamo dalla relazione istaurata con i minori che avviene tramite la scuola, l’istituto comprensivo Bovio Colletta, dove lavoriamo e tramite il centro interculturale Officine Gomitoli e poi prendiamo in carico anche il nucleo familiare».

Il progetto, partito nel 2020, ha una durata triennale e il prossimo 21 febbraio sarà presentato in un evento pubblico dalle ore 15.00 alle ore 18.00 al Centro Interculturale Officine Gomitoli e in diretta Facebook sulla pagina della cooperativa. A raccontare l’iniziativa e i risultati raggiunti fino ad oggi gli educatori coinvolti in prima persona che conoscono bene il territorio e i ragazzi che lo vivono. Parteciperanno anche Carlo Borgomeo Presidente Fondazione Con il Sud; Luca Trapanese, Assessore alle politiche sociali del Comune di Napoli; Maria Caniglia, Presidente IV Municipalità; Marco Rossi-Doria Presidente Impresa Sociale Con i bambini, a chiudere una performance del musicista Maurizio Capone.

«Tutte le azioni mirano al protagonismo dei minori presi in carico e delle loro famiglie, svelando la “grazia” rappresentata dai loro talenti, attitudini e desideri, liberandola dalla “pressione” dei loro contesti di vita offrendo occasioni educative, socio-culturali, formative, anche finalizzate all’inserimento lavorativo e promuovendo il recupero di rapporti positivi con gli adulti e il contesto», spiega Rocco.

In quest’ottica la scuola diventa un luogo centrale: «Lavoriamo con circa 90 ragazzi», racconta Maria Soledad Ajuria Terrazas, che si occupa dell’organizzazione dei laboratori curricolari ed extracurricolari. «Attraverso i laboratori riusciamo ad intercettare anche le famiglie, intercettiamo e tocchiamo con mano la sofferenza di alcuni minori, riusciamo a stringere contatti più stretti con i docenti. La “grazia” dei ragazzi vuole uscire fuori, non stare più sotto pressione».

I laboratori promossi sono stati pensati e divisi in base all’età dei ragazzi: “C'era una volta”, laboratorio di fiabe per la prima elementare, laboratorio di musica per la seconda, e poi teatro danza in terza, atelier video in quarta e ancora musica in quinta. «Per le scuole medie», continua Ajuria Terrazas, «laboratori di scrittura, stereotipi, dialogo e confronto».

Nessuna delle storie dei minori e delle famiglia coinvolte è una storia facile. M. È arrivato in Italia quando aveva 16 anni. È cresciuto con uno zio e la nonna, qui si è ricongiunto con la madre. M. Era in un giro di sfruttamento sessuale. E in cooperativa si sta lavorando su due percorsi paralleli e necessari: uno con M., e l’altro con la sua mamma. «Abbiamo fatto reinserimento e accompagnamento scolastico per M, accompagnamento a visite mediche, la mamma – che ci segue a piccoli passi – è in terapia con una psicologa. Dobbiamo puntare all’allargamento della comunità educante e potenziare il ruolo della scuola come spazio di relazione, anche attraverso la co-progettazione di interventi di recupero e riutilizzo di spazi scolastici, con l’apertura di spazi educativi diffusi e di prossimità. Dalla scorsa settimana è attivo anche il punto di ascolto per le mamme, e questo ci sembra un altro servizio davvero importante».

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