Welfare
Segni particolari: ospitalità
Francesco Biacca, founder del Festival dell' ospitalità di Nicotera (VV) non vuole usare le parole "potenzialità", né i verbi al condizionale, «perché la prima cosa di cui ci dobbiamo liberare- dice- sono gli alibi del si potrebbe ma…» piuttosto ci parla di «innescare un dialogo strutturato tra cittadini e professionisti, perché qui non mancano le grandi opere ma piccole cose e una grande visione e soprattutto manca di mettere al centro le competenze grazie alle quali quel valore aggiunto dell’ ospitalità si trasforma in valore integrato».
Tra le parole che le recensioni post vacanza consegnano c’è da sempre la valutazione dell’ ospitalità come valore aggiunto, capace di descrivere, molto spesso l’ intero patrimonio, materiale e immateriale, che la vacanza restituisce al viaggiatore.
Ma «ospitare non è solo offrire un posto in cui dormire, ma è divulgare conoscenza, far vivere esperienze, condividere idee e culture».
Questa definizione la si legge nella home page del sito che racconta il Festival dell’ Ospitalità «Un evento per ispirare il futuro» che, dal 2015 si svolge regolarmente tra settembre e ottobre a Nicotera: cittadina in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, sul confine tra la Costa degli dei e quella Viola il cui centro storico è un affaccio tra il promontorio di Capo Vaticano e le gru del Porto commerciale di Gioia Tauro, e che allunga lo sguardo fino allo Stretto di Messina.
Il festival dell’ ospitalità nasce da una sinergia giovane: quattro imprese di innovazione sociale e digitale che hanno messo al centro della loro mission l’ ospitalità come valore culturale, legandolo alla rigenerazione umana e urbana: i luoghi e le persone.
Un appuntamento, interrotto solo nel 2020, causa pandemia, che in realtà è la community di un lavoro di relazioni che nell’ arco dell’ anno promuovono il network delle competenze in ambito turistico.
«Un momento lento di confronto, al Sud, tra giorni di formazione, socialità e scoperta del territorio dove operatori, cittadini, professionisti si incontrano condividendo una precisa visone del turismo». Francesco Biacca, tra i dei Founder del festival e di EverMind, azienda che opera nel settore dell’ innovazione culturale e sociale, lo sintetizza così l’ appuntamento storicizzato «nato con l’ obiettivo – continua – di formare gli operatori turistici ma anche per ispirare nuove attività imprenditoriali nel settore».
«Un panel di eventi che si sviluppano su due dimensioni – ci racconta ancora Francesco Biacca – una è quella del racconto e della formazione l’ altra è la dimensione della progettazione culturale che ha a che fare con i bisogni ma anche e soprattutto con i sogni di cui i cittadini si fanno portatori nei giorni del festival».
Un’ esperienza di co-progettazione sociale che nasce e vive senza finanziamenti pubblici, sostenuta con il 20% del fatturato annuale di EverMind e dove il contributo dell’ Amministrazione locale è garantito in servizi e utilizzo gratuito degli spazi pubblici.
In sei anni di attività circa 600 operatori turistici, dal Trentino alla Sicilia, si sono confrontati, tra le piazze e i vicoli di Nicotera, con cittadini e studenti sulla generatività economica data dalle risorse che l’ offerta turistica integrata rappresenta per la Calabria.
Francesco non vuole usare le parole potenzialità, né i verbi al condizionale, «perché la prima cosa di cui ci dobbiamo liberare- dice- sono gli alibi del si potrebbe ma…» piuttosto ci parla di «innescare un dialogo strutturato tra cittadini e professionisti, perché qui non mancano le grandi opere ma piccole cose e una grande visione e soprattutto manca di mettere al centro le competenze grazie alle quali quel valore aggiunto dell’ ospitalità si trasforma in valore integrato».
Tre parole e un manifesto sono il biglietto da visita del festival. Ospitalità, opportunità e promozione che delineano un nuovo modello turistico: sostenibile, autentico , rispettoso del territorio e delle sue tradizioni e dove pro-mozione è il progredire, l’ incontro tra la tecnologia e l’ uomo che promuove il territorio on-line e lo vive off-line.
E il manifesto, che vuole riscrivere le regole dell’ ospitalità la declina come virtù, identità di un luogo, benessere, cambiamento: «Una sorta di libretto d’istruzioni che vuole ispirare e guidare verso un’educazione all’ospitalità» come lo definiscono i writer del sito.
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