Welfare
Sbarchi, Bari accoglie 600 migranti. Le ferite dei minori vittime di violenze in Libia
Questa mattina la nave Geo Barents di Medici senza frontiere che ha prestato i soccorsi sulle coste siciliane, è approdata nel porto di Bari. Quasi 600 migranti, di cui 141 minori, molti dei quali senza accompagnatori. Nel loro racconto le violenze subite in Libia e la paura per il drammatico viaggio in mare
Arrivano dalla Siria, dal Bangladesh, dalla Palestina, dall’Egitto, dal Pakistan. Per quattro giorni sono rimasti in mare, dopo essere partiti dalla Libia, con un peschereccio. Quattro giorni di «un viaggio pericolosissimo e drammatico, in cui hanno finito cibo e acqua e a lungo sono rimasti senza soccorsi». A prestare i soccorsi sulle coste siciliane ai circa 600 migranti è stata la nave Geo Barents di Medici senza frontiere (Msf), che questa mattina è approdata nel terminal crociere del porto di Bari per metterli in salvo. Ma le ferite, soprattutto quelle psicologiche restano ben impresse. «Ci hanno parlato delle violenze che hanno subito in Libia. Persone che sono state rimandate in mare più di una volta, persone che sono state respinte, famiglie che sono state torturate anche davanti a bambini piccoli. Storie drammatiche che purtroppo non è neanche la prima volta che si sentono» racconta Fulvia Conte, responsabile soccorsi della nave Geo Barents di Msf.
Ad accoglierli in banchina questa mattina c’era la Protezione Civile pugliese con il supporto sanitario di Asl Bari e Policlinico di Bari. Secondo i dati della Protezione Civile e della Croce Rossa, sulla nave c’erano 584 uomini, di cui 141 minori, 111 dei quali senza accompagnatori e 16 donne, di cui 5 minori accompagnate. Sul porto presenti anche 15 volontari appartenenti alle associazioni di volontariato del coordinamento provinciale di Bari, oltre ai volontari attivati dall’assessorato al Welfare del Comune di Bari impegnati nella distribuzione di acqua, beni di prima necessità, scarpe e vestiario. «I bambini da un lato sono sollevati perché sono stati salvati, sono in un posto sicuro e adesso sono a terra riuniti con le loro famiglie» prosegue Conte «dall’altra parte, sicuramente avranno bisogno di tutte le cure mediche e psicologiche dopo aver vissuto le violenze ed essere stati testimoni e prime vittime di quello che succede». Proprio per i minori, le Pediatrie hanno liberato otto posti letto negli ospedali San Paolo, Altamura, Corato e Monopoli in caso di necessità. Anche il Policlinico di Bari ha predisposto il servizio di assistenza sanitaria per i minor. Sono stati allertati anche i reparti di ortopedia, oculistica e medicina per la presa in carico degli adulti.
Al momento, sono duecento le persone per le quali sono state completate le operazioni di sbarco: 33 sono state affidate al 118 per visite sul posto o consulenze specialistiche presso i tre ospedali di Bari San Paolo, Di Venere e Policlinico. Per 14 di loro è stato necessario il ricovero a causa delel critiche condizioni di salute per diabete, traumi vari e talassemia. Due i minori ospedalizzati con gravi ustioni agli arti. L’arrivo in Italia segna per i migranti la fine della prima parte del loro drammatico viaggio in cerca di un futuro migliore. «Qualcuno ha dei parenti in Europa, altri stanno fuggendo dal loro Paese senza un obiettivo ben preciso se non quello della fuga da una situazione peggiore di quella di prendere il mare» rileva Conte. «Quello che ci dicono spesso è che il mare a volte, soprattutto questo tratto di mare, nonostante sia la rotta più mortale al mondo è più sicuro della terra. E questa è una cosa su cui ragionare rispetto a quando si pensa sul perché le persone partono».
Le operazioni di salvataggio sono state coordinate dalla Guardia costiera, mentre sui due gommoni di salvataggio della Geo Barent di Msf c’erano otto persone che hanno aiutato tutti i circa 600 migranti ad evacuare dal peschereccio. Intanto, in Puglia si muove la macchina dell’accoglienza: «Dopo l’incontro di ieri in Prefettura, abbiamo attivato la nostra consolidata rete di accoglienza e assistenza sanitaria in favore dei profughi, come già accaduto in precedenti sbarchi avvenuti al porto di Bari. In queste ore sono operativi il personale del 118 e gli operatori del Dipartimento di prevenzione, compresi gli ospedali che hanno reso disponibili posti letto in alcuni reparti per i casi di necessità» dice Nicola Lopane, capo del Dipartimento protezione civile e gestione delle Emergenze della Regione Puglia, presente con propri funzionari e un camper adibito a sala operativa mobile.
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