Sardegna, si è dimessa l’assessora regionale alla sicurezza sociale

Alessandra Zedda ha rassegnato le dimissioni dall'esecutivo di cui era pure vicepresidente. La decisione sta scatenando una tempesta politica e sarebbe legata alle poco incisive politiche in materia sanitaria e sociale, ma non solo. Potrebbe aver inciso anche la montante protesta del Terzo settore e dei sindacati

di Luigi Alfonso

Alessandra Zedda, assessora al lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale della Regione Sardegna, si è dimessa dall’incarico. La lettera è stata protocollata questa mattina ma la decisione è stata assunta ieri in tarda serata. La vicepresidente della Giunta ha sorpreso nella tempistica anche il suo staff dell’ufficio di gabinetto, ma da tempo mostrava un evidente malumore. La scelta di fare un passo indietro è stata sicuramente facilitata dal fatto che conserverà il posto in Consiglio regionale e pertanto resterà nel gruppo di Forza Italia.

Nella lettera si parla ufficialmente e genericamente di motivazioni di carattere personale, ma nessuno crede a questa versione edulcorata. In verità, l’esponente azzurra sembrerebbe in contrasto aperto con il presidente della Regione, Christian Solinas, e su quanto l’esecutivo sta facendo sin dal suo insediamento. Da più parti Zedda è indicata come la possibile candidata del centrodestra per le prossime elezioni regionali, che si terranno nel 2024 (salvo sorprese oggi inimmaginabili). Lei stessa vorrebbe maturare un’esperienza ancor più importante dopo la lunga militanza nel parlamentino sardo. Di sicuro questa decisione accelererà i tempi del rimpasto annunciato sin da marzo scorso e mai fatto, ancor più necessario dopo le dimissioni rassegnate dall’assessore dei Trasporti e le prossime di quello dell’Ambiente, eletto in Parlamento all’ultima tornata.

Secondo persone vicine a Zedda, la decisione di abbandonare la Giunta sarebbe legata alla situazione di stallo che si è creata in Sardegna e, in particolare, all’immobilismo del collega che ha le deleghe di sanità e politiche sociali, Mario Nieddu. Quest’ultimo, tra ottobre e novembre, è stato al centro di aspre contestazioni da parte di Cgil, Cisl, Uil, Federsolidarietà, Legacoopsociali, Agci Solidarietà e Coordinamento delle comunità terapeutiche (Ceas). Ritardi incredibili nelle liste d’attesa anche da parte dei malati oncologici, carenze insostenibili del personale medico e paramedico nelle strutture ospedaliere, rette inadeguate per le strutture sociosanitarie e soprattutto per le comunità terapeutiche, mancato sostegno per le spese sostenute da queste realtà durante il periodo di pandemia per l’acquisto di dispositivi anti-Covid: sono alcune delle rivendicazioni che di recente sono sfociate in una manifestazione in piazza nel capoluogo isolano e in un duro documento del Ceas. Altre forme di protesta si preannunciano all’orizzonte. Anche questo avrebbe indotto Zedda a prendere le distanze dall’esecutivo, e soprattutto dal presidente Solinas che potrebbe essere suo diretto concorrente alle prossime elezioni regionali. Di sicuro è stata sollecitata da più parti del mondo sociale e del Terzo settore, alle quali lei è vicina. E alcune politiche si intrecciano con il segmento del welfare che Zedda ha gestito sino a ieri sera.

L’ormai ex assessora oggi (e sino a giovedì) si trova a Roma per impegni istituzionali assunti da tempo: un motivo valido per tenere spento il cellulare e rinviare spiegazioni e interviste alla stampa. Per ironia della sorte ieri ha assistito, a fianco del presidente Solinas, alla prima del film di Riccardo Milani dedicato a Gigi Riva, dal titolo “Nel nostro cielo un rombo di tuono”. Ma il temporale politico scatenato da queste dimissioni è certamente di proporzioni più ampie e non un passeggero rombo di tuono. La Sardegna non ha più tempo da perdere, la crisi sta facendo montare un malessere generale. Alcuni politici lo hanno capito e stanno correndo ai ripari. Alcuni, non tutti.

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