Sanità

Roseto Valfortore senza medico di base, arriva la telemedicina

Nel borgo in provincia di Foggia manca la presenza fissa di un medico di base. Per questo, la nascita della piccola Casa della Salute diventa importante per la comunità composta soprattutto da persone anziane, che potranno beneficiare di telemedicina e telecontrollo. Ma per il sindaco Lucilla Parisi «senza servizi essenziali, come sanità e istruzione, tra poco chiudiamo il paese»

di Emiliano Moccia

«La nascita della piccola Casa della Salute rappresenta per la nostra comunità un evento importante, perché si tratta di un servizio che coniuga l’aspetto sociale con quello sanitario. E’ importante soprattutto in un borgo come il nostro che dista dal primo presidio ospedaliero 54 km ed in pratica è privo di un medico di base, in quanto la nostra popolazione composta in particolare di anziani può disporre delle sua presenza solo 4 ore a settimana. Se continuiamo di questo passo, a tagliare servizi essenziali per i piccoli comuni come quelli dell’istruzione e della sanità, tra poco chiudiamo il paese e ce ne andiamo tutti da un’altra parte». Lucilla Parisi è il sindaco di Roseto Valfortore, tra i Borghi più Belli d’Italia e nella rete dei Piccoli Comuni Welcome, arroccato sui Monti Dauni che conta poco meno di mille abitanti. Una comunità popolata soprattutto da persone anziane, fragili, soprattutto in questo periodo dell’anno in cui le temperature particolarmente alte mettono a dura prova la salute degli abitanti.

Se continuiamo a tagliare servizi essenziali per i piccoli comuni come quelli dell’istruzione e della sanità, tra poco chiudiamo il paese e ce ne andiamo tutti da un’altra parte

— Lucilla Parisi
Lucilla Parisi, sindaco del Comune di Roseto Valfortore, in provincia di Foggia

Eppure, nel caratteristico centro in provincia di Foggia, manca o quasi il medico di base. Un disagio che riguarda tanti piccoli comuni italiani con meno di 15mila abitanti, come più volte rimarcato dalla Federazione italiana medici di medicina generala. Pensionamenti, dimissioni, chiusura dei piccoli ospedali territoriali. Fatto sta, che secondo la Fimmg quasi 2 milioni di cittadini sono senza medico di famiglia. Ed il borgo di Roseto Valfortore non fa eccezione. Per questo, l’attivazione della piccola Casa della Salute, è salutata con soddisfazione da tutta la comunità, perché ha l’obiettivo di ridurre le distanze con l’utenza e garantire un welfare inclusivo per le fasce più deboli della popolazione. «Siamo ben contenti di questo nuovo servizio, perché vista l’assenza del medico di base e di presidi specialistici, aiuta la mia comunità almeno da un punto di vista psicologico» evidenzia Parisi. «Questo intervento è incentrato molto sul telecontrollo e la telemedicina, attiva h24 e che consentirà un monitoraggio costante degli anziani attraverso braccialetti in dotazione. Inoltre, è prevista a partire dal mese di settembre la presenza tre volte alla settimana di un infermiere con operatore e questo va incontro alle esigenze della popolazione».

Una veduta del centro di Roseto Valfortore. Foto di Vito Giannini

Perché per la prima cittadina di Roseto Valfortore la vera battaglia è salvaguardare l’anima, l’identità, la storia e la vita nei piccoli comuni. Anche per questo l’Amministrazione comunale è coinvolta nell’organizzazione di tante attività di animazione culturali, ambientali, naturalistiche, enogastronomiche, sociali. «Ormai il cittadino non è più trattato come una persona ma viene visto come un numero» prosegue Parisi. «Fino a qualche anno fa la sanità italiana era considerata un pilastro, era vicina a tutti ed accessibile. Oggi, invece, la sanità è diventata privata, è al servizio di chi può pagarla. E in un comune come il nostro, o come quello di tanti altri piccoli centri, composto prevalentemente da anziani, bisognerebbe tutelare i più fragili. I nostri governanti, chi fa politica ai livelli più alti» dice sensibilmente arrabbiata Parisi «invita a tutelare l’identità dei piccoli comuni, a salvaguardarli dallo spopolamento, ma l’assenza di servizi essenziali, come il diritto alla salute, spingono la gente ad andarsene e chi magari vorrebbe venire a viverci perché la vita è più lenta, per le sue modalità di accoglienza, per la qualità della vita, ci pensa due volte prima di farlo davvero. E’ un controsenso enorme».

Per questo, per il sindaco «andrebbe aumentata almeno la presenza del medico di base, che oggi, dividendosi anche in altri piccoli centri, viene due volte a settimana, il martedì ed il giovedì, dalle ore 14 alle 16. Troppo poco. E’ come se non ci fosse per la nostra popolazione. Se vogliamo davvero tutelare le persone deve venire tutti i giorni, in modo che la gente possa beneficiarne quando ne ha bisogno». Di qui, l’importanza della piccola Casa della Salute, prevista all’interno di “Piccole Comunità in Salute”, progetto sostenuto dalla Fondazione CON IL SUD, con soggetto Capofila Croce Rossa Italiana ed una serie di partner pubblici e privati, tra cui la rete dei Piccoli Comuni Welcome. «I servizi socio-sanitari devono essere vicini ai cittadini, la cosiddetta sanità di prossimità, prevista anche dal Piano nazionale di ripresa e resilienza sta venendo ignorata dai nostri governanti» conclude Parisi. «Quella che abbiamo avviato è un primo passo, la prima casa della salute in Puglia, con l’augurio che altri problemi, come l’assenza del medico di famiglia, possano essere risolti in breve tempo».


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