Dialogo mediterraneo
Qui la cultura è transumante: così Matera sarà capitale del Mediterraneo
Per la prima volta dalla sua istituzione, il titolo di Capitale mediterranea della cultura e del dialogo toccherà a una città italiana. Il capoluogo lucano è stato scelto per rappresentare nel 2026 un Mediterraneo da sempre in movimento: non un mare circoscritto, ma un arcipelago di territori, storie e relazioni
di Redazione
«Che senso avrebbe avere tante virtù, opere d’arte, paesaggi invidiati, siti archeologici se tutto questo non servisse a formare una coscienza libera, ad aiutare uomini e donne a non arrendersi e ad aspirare ad affrontare insieme le sfide?». Queste parole a Matera ancora le ricordano, insieme alla potenza perentoria con cui David Sassoli, le affidò alla città durante la cerimonia conclusiva di Matera capitale europea della cultura. «Non ci vuole coraggio ad alzare i muri, ci vuole coraggio a scavalcarli» tuonò l’allora presidente del Parlamento europeo alla Cava del Sole. Era il 2019.
Sassoli non viene mai citato nel progetto con cui Matera si è candidata a tornare Capitale della cultura, questa volta di un’area ancora più complessa e frastagliata: quella mediterranea. Un nuovo sogno che si realizza: Proprio il 28 novembre, durante la Giornata del Mediterraneo, istituita nel 2020 (in commemorazione del 25º anniversario del Processo di Barcellona), Matera è stata ufficialmente proclamata Capitale mediterranea della cultura e del dialogo 2026. Eppure, leggendo il progetto vincitore presentato dal Comune di Matera e curato dalla Fondazione Matera Basilicata 2019, risuona inequivocabile l’eco delle parole che furono pronunciate tra le pareti di una delle storiche cave della città da cui si prendevano i mattoni di calcarenite di cui sono fatti i Sassi. Un pietra sedimentaria formata dalla compattazione di sabbie marine, composta principalmente da frammenti di calcare, fossili e altri detriti trasportati e depositati da un mare – Mediterraneo – preistorico.
«Quel discorso di David Sassoli è la grande cava da cui abbiamo tirato fuori i mattoni che compongono la visione di capitale mediterranea che abbiamo candidato con il Comune di Matera». Rita Orlando, direttrice della Fondazione Matera Basilicata 2019, commenta così la nomina arrivata oggi dal comitato promotore dell’iniziativa: Unione per il Mediterraneo (UfM), che rappresenta la dimensione ministeriale e statale, riunendo 43 Paesi membri del Mediterraneo; Fondazione Anna Lindh, espressione della società civile; Arlem (Assemblea regionale e locale euromediterranea), voce della dimensione regionale e locale.
Matera, terra immersa nel Mediterraneo
Il progetto con cui Matera si è candidata al titolo si chiama Terre Immerse. Titolo con cui intende evocare il profondo legame tra le aree interne e quelle costiere del Mediterraneo. Celebrando un dialogo continuo tra la ricchezza culturale e naturale dell’entroterra e l’apertura storica e identitaria delle comunità affacciate sul mare.
«Qui, nel cuore dell’Italia del Sud, la cultura si misurerà con temi sociali fondamentali per il dialogo mediterraneo, come coesione e integrazione» spiega Orlando. «Abbiamo previsto una serie di iniziative che puntano a superare le barriere fisiche e culturali. Il programma prevede infatti un itinerario che toccherà altre città meridionali, riflettendo quella che è stata definita una transumanza culturale, intesa come il movimento tra diverse culture e come risposta alla necessità primordiale dell’uomo di spostarsi, conoscere e integrarsi».
Raffaele Ruberto, commissario prefettizio del Comune di Matera (la città è stata commissariata dopo le dimissioni del sindaco e della maggioranza dei consiglieri comunali) commenta: «Il Mediterraneo non è solo un mare, ma un mosaico di civiltà, e Matera, con la sua identità stratificata, è il luogo ideale in cui queste possono incontrarsi, comprendersi e arricchirsi reciprocamente».
In un’epoca di divisioni e conflitti tragici che sembrano non avere una fine imminente, non possiamo ignorare il potenziale della cultura nel costruire ponti promuovendo il dialogo di cui abbiamo tanto bisogno
Nasser Kamel, Segretario Generale dell’Unione per il Mediterraneo
Migrazioni, inclusione e transumanze culturali
La transumanza, pratica antichissima che portava pastori e mandrie a spostarsi per trovare terre migliori, diventa simbolo del movimento umano tra culture e dell’apertura verso il nuovo, verso l’altro.
In uno scenario migratorio che sta diventando sempre più complesso, il progetto di Matera per il 2026 vuole valorizzare le migrazioni culturali che viaggiano insieme a quelle umane. Celebrando il Mediterraneo non come una barriera ma come uno spazio di connessione, un territorio comune che abbraccia culture, popoli e storie diverse.
Il concetto di transumanza culturale, adottato come metafora per descrivere il movimento culturale che attraverserà Matera e le città vicine, racchiude proprio questo senso di necessità e aspirazione alla mobilità.
La cultura allora non è solo custode del patrimonio, ma veicolo di inclusione e dialogo. Gli eventi itineranti previsti anche nelle regioni limitrofe, hanno l’obiettivo di coinvolgere le popolazioni locali e le comunità migranti che oggi abitano questi luoghi. Facendo emergere il potenziale delle aree rurali e portando nuovi riflettori su territori spesso considerati marginali. Incontri, performance e installazioni rappresenteranno la varietà e la ricchezza delle culture mediterranee.
Matera e Tetouan: un ponte tra due sponde del Mediterraneo
L’iniziativa “Capitali Mediterranee della Cultura e del Dialogo” è stata lanciata dall’Unione per il Mediterraneo (UpM) e approvata dai Ministri degli Esteri dei 43 Paesi membri nel 2022. Con l’obiettivo di promuovere dialogo e collaborazione tra le nazioni del Mediterraneo, l’iniziativa celebra le città selezionate come punti di riferimento per l’identità e la cultura mediterranee. Ogni edizione prevede la selezione di due città, una del Nord e una del Sud del Mediterraneo, incaricate di ideare un programma annuale che favorisca lo scambio culturale e la crescita socioeconomica, oltre a valorizzare il patrimonio artistico e storico.
Le prime due città nominate capitali mediterranee sono Tirana, in Albania, e Alessandria, in Egitto e svilupperanno il loro programma nel 2025. Per il 2026 Matera condividerà il titolo con la città marocchina di Tetouan. Lavoreranno insieme per costruire un ponte tra il Nord e il Sud del Mediterraneo. Il progetto promuoverà residenze artistiche, laboratori e workshop, e coinvolgerà artisti e professionisti della cultura sia da Matera che da Tetouan, con l’obiettivo di mettere in luce l’importanza delle migrazioni e dell’inclusione nelle dinamiche sociali e culturali contemporanee.
Che senso avrebbe il nostro patrimonio artistico e culturale se non servisse a renderci più umani?
David Sassoli, nel discorso di chiusura di Matera Capitale europea della cultura 2019
È la sfida che Matera ha assunto per il 2026, ma per essere davvero Capitale, non baste una proclamazione, occorre un territorio ampio quanto il Mediterraneo, da convincere e coinvolgere nella stessa visione. Non basteranno i suoi meravigliosi Sassi, non basterà contare le presenze turistiche e la percentuale di posti letto occupati negli alberghi a segnarne il successo. Ma il protagonismo di un Terzo settore che saprà contaminare linguaggi e narrazioni con quelli tipici del mondo della produzione artistica e culturale. E viceversa.
La foto in apertura è di Marco Longari per Visions from Europe, mostra fotografica a cura di Francis Kohn e Cosmo Laera, promosso da Canon Europa insieme a Matera European Photography e Matera Diffusa. Absa Tall, diciannovenne senegalese a Matera, indossa una creazione dello stilista ivoriano Eloi Sessou, parte di un’opera realizzata per il progetto Silent Academy di Matera capitale europea della cultura 2019, prodotto dalla cooperativa sociale il Sicomoro insieme alla Fondazione Matera Basilicata 2019. Il progetto, già nel 2019 esplorava le possibili contaminazioni tra arte e migrazioni.
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