Sviluppo e prospettive

“Punto Sud”, il Mezzogiorno reale che fatica di più rispetto a quello immaginato

“Punto Sud” è la manifestazione organizzata a Bari da Editori Laterza e Svimez che ha avuto per tema “Mezzogiorno reale, Mezzogiorno immaginato”. Un’iniziativa nata per elaborare una riflessione critica e partecipata sulla questione meridionale e gettare una luce sui problemi del Sud e le sue potenzialità, con lo sguardo verso le prospettive future

di Emiliano Moccia

«Lo scopo che stiamo cercando di sviluppare in questi giorni è di gettare una luce sui problemi del Mezzogiorno. Ma anche sulle possibilità che il Mezzogiorno reale oggi ha. E allo stesso tempo, di incrociare questa dimensione con quella del Mezzogiorno immaginato, quello dei film, del romanzi, delle fiction televisive che dà una rappresentazione di grande successo, che dobbiamo apprezzare e che rappresenta un punto di vantaggio guadagnato negli ultimi vent’anni, ma che ovviamente va anche rivisto criticamente: che significa questo successo, che tipo di immagine viene fuori del Mezzogiorno, che relazione c’è fra questo Mezzogiorno immaginato ed il Mezzogiorno reale con i suoi problemi e le sue prospettive?». Alessandro Laterza, editore dell’omonima casa editrice barese punto di riferimento per l’editoria del meridione, ha illustrato le finalità di “Punto Sud”, la manifestazione organizzata lo scorso fine settimana insieme alla Svimez (Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) quale momento di confronto, scambio, riflessione sul Mezzogiorno d’Italia attraverso diversi livelli di approfondimento: economico, politico-amministrativo e culturale.

I primi da sinistra: Luca Bianchi e Alessandro Laterza

Laterza ha approfondito il tema che ha contraddistinto questa prima edizione di “Punto Sud”: «A questo Mezzogiorno reale abbiamo mescolato il Mezzogiorno immaginato, che ha conosciuto negli ultimi vent’anni una fioritura straordinaria di cui non possiamo non tenerne conto. Parlo del Sud raccontato nei romanzi, nei film, nelle serie tv, nella musica, che si è tradotto anche in uno straordinario flusso turistico che certifica un successo importante. Allora la domanda da porsi è questa: com’è che questo Sud è così popolare in queste forme di espressione, è così ricercato, ed allo stesso tempo quando si tratta di parlare di questioni più complesse, più dure, il Sud passa in seconda linea? E’ paradossalmente dissonante rispetto al silenzio che c’è dal punto di vista politico e dell’azione pubblica. Di conseguenza, possiamo parlare della Xylella o dobbiamo solo vedere i turisti che fanno i giri per Bari per vedere i luoghi in cui viene girata la serie tv “Lolita Lobosco”? cosa vogliamo ricordare di Napoli, solo i racconti di Gomorra o anche i drammi di natura sociale che continuano a consumarsi sotto i nostri occhi ma che durano lo spazio di un mattino nella nostra attenzione». Nel corso dell’evento, dunque, le riflessioni ed i dialoghi hanno aperto due finestre di dibattito per ragionare sulla discrepanza tra il successo del Mezzogiorno immaginato e la disattenzione al Mezzogiorno reale.

A questo Mezzogiorno reale abbiamo mescolato il Mezzogiorno immaginato, che ha conosciuto negli ultimi vent’anni attraverso romanzi, film, musica, serie tv una fioritura straordinaria di cui non possiamo non tenerne conto

— Alessandro Laterza

«Sentivamo l’esigenza di provare ad ampliare il nostro spettro di azione e di rappresentanza delle nostre attività» ha affermato Luca Bianchi direttore generale di Svimez. «Il filo conduttore di questo dibattito multidisciplinare è un’attenzione a cosa sta accadendo all’interno della realtà meridionale, analizzata dal punto di vista sociale, economico, culturale. Noi siamo quelli del Mezzogiorno reale, l’istituto che mette sempre i numeri davanti ai problemi, dando una grande attenzione agli aspetti quantitativi per capire i fenomeni. C’è la necessità di tirare fuori il tema del Mezzogiorno, togliergli un po’ di polvere sopra. Non per aderire a narrazioni di un Mezzogiorno che ha risolto tutti i problemi o di un Mezzogiorno delle eccellenze, ma per rappresentare il Sud nei suoi divari sociali e nei tanti elementi di dinamismo e di trasformazione che lo riguardano. Insomma, un modo per riportare l’attenzione sulla complessità che il Sud offre».


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Tante questioni, dunque, che in qualche modo si legano e confermano il lavoro pubblicato nel book  “Puglia. Il sociale bifronte” – seconda pubblicazione della collana “Geografie Meridiane” nell’ambito del progetto “Vita a Sud” – che attraverso le voci dei protagonisti ha raccontato una regione a doppia velocità: da una parte innovazione, servizi, cultura, welfare, solidarietà; dall’altra mafia, povertà, dispersione scolastica, mancanza di lavoro, sostegno del pubblico. 

Uno dei momenti di riflessioni nell’ambito di “Punto Sud”

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