Politica & Istituzioni

Puglia, verso la legge che riconosce il ruolo del Terzo settore

Su proposta dell’assessorato al Welfare, è stato approvato in Giunta lo schema di disegno di legge “Disposizioni in materia di promozione dell’attività degli enti del Terzo settore”. L’obiettivo è di rafforzare il rapporto con la pubblica amministrazione e le attività di co-progettazione e co-programmazione degli enti pugliesi iscritti al Runts

di Emiliano Moccia

In Puglia sono 8.462 gli enti iscritti al Runts, il Registro unico del Terzo settore. Si tratta di 2.292 organizzazioni di volontariato, 3.543 associazioni di promozione sociale, 12 enti filantropici, quattro società di mutuo soccorso, 2.316 imprese sociali e 295 altri enti del Terzo settore. Se ne 2020 erano 5.453, negli ultimi anni nonostante la riforma nazionale avviata con la legge delega n.106/2016, il numero degli enti pugliesi è senz’altro aumentato. Un no profit impegnato in quasi tutti i settori, come cultura, assistenza sociale, protezione civile, istruzione e ricerca, sport, ricreazione, sanità e così via, riuscendo ad offrire risposte ai bisogni delle comunità e al tempo stesso di disegnare percorsi di innovazione culturale, economica e sociale. Anche per questo, la Giunta pugliese ha approvato lo schema di disegno di legge “Disposizioni in materia di promozione dell’attività degli enti del Terzo settore” su proposta dell’assessorato al Welfare.

Rosa Barone, assessora al welfare della Regione Puglia

«E’ stato approvato in Giunta il disegno di legge che dovrà andare nelle commissioni per essere poi approvato e diventare norma regionale» spiega Rosa Barone, assessora al Welfare della Regione Puglia. «Il terzo settore pugliese rappresenta una solida rete di protezione sociale, che si è dimostrata indispensabile nelle fasi più complicate del lockdown e oggi necessita di un riconoscimento normativo chiaro per favorire il rapporto organico tra enti pubblici, privato profit e privato sociale. Quella che ci auguriamo venga approvata presto, è una legge che si inserisce nel percorso della riforma nazionale del testo unico del Terzo settore, che deve diventare la nuova direttrice anche per il confronto e il rapporto tra il Terzo settore e il pubblico, che va analizzato e chiarito. Il ruolo attivo del Terzo settore è certificato dai tanti impegni e dai tanti tavoli che svolgiamo, lo stesso disegno di legge nasce dal confronto costante serrato con il Terzo settore della Puglia, che verrà sempre più riconosciuto nel suo ruolo attivo, affermando il tipo di collaborazione esistente con gli enti pubblici».

Per l’assessora Barone, dunque, «in un mondo che cambia e con la riforma nazionale del Terzo settore del 2016 abbiamo recepito come Regione Puglia, dopo l’Umbria, il Veneto, l’Emilia Romagna, quanto fosse importante normare a livello regionale le dinamiche ed i rapporti con il Terzo settore. Anche in un’ottica di co-progettazione e co-programmazione, che non devono essere più dei meri intenti, ma dei passaggi obbligati per gli Ambiti territoriali e per i Comuni per poter definire quelle che sono le politiche da mettere in atto e quindi le misure per i cittadini» conclude Barone. «Con il bando “Puglia Capitale Sociale 3.0” abbiamo stanziato più di 14 milioni di euro, di recente abbiamo dato vita ad altre misure in favore del Terzo settore proprio per rimarcare l’attenzione ed il ruolo attivo di questi enti che lavorano con grande passione ed energia nei territori».

vita a sud

Il disegno di legge, quindi, si articola in cinque Titoli ed ha come obiettivo l’adozione di una legislazione organica di attuazione del codice del Terzo settore, focalizzando in particolare l’attenzione sul rapporto fra pubblica amministrazione e Terzo settore. «E’ un ddl che abbiamo costruito al tavolo per l’attuazione della riforma del Terzo settore, su spinta del dipartimento Welfare, con una grande lavoro di tutte le reti e dei centri per il sevizio al volontariato» aggiunge Davide Giove, portavoce del Forum del Terzo settore di Puglia. «L’articolato riconduce a organicità il variegato comparto normativo relativo al Terzo settore e ci offre la possibilità, finalmente, di guardare più serenamente a partite assai sfidanti come quella dell’amministrazione condivisa, della co-programmazione e co-progettazione, valorizzazione dei beni pubblici inutilizzati». La parola adesso passa ai consiglieri regionali di maggioranza ed opposizione, chiamati ad approvare o respingere il testo con la raccomandazione di Giove che appunta: «La Puglia si è dotata di una delle leggi più evolute in Italia».


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