Comunità

Puglia, il “viaggio” di Ulisse per il diritto alla salute mentale

Fondazione Progetto Itaca da pochi anni è presente anche in Puglia per promuovere attività di informazione, prevenzione e supporto rivolte a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie. Le sedi di Bari e Lecce, con i loro volontari, sono impegnate in diversi progetti di sensibilizzazione, tutela e inclusione

di Emiliano Moccia

«Quello che portiamo avanti anche qui in Puglia è un viaggio, come quello di Ulisse. Un percorso fatto di rallentamenti, cadute, riprese. La meta Itaca non è rappresentata dalla guarigione della malattia, ma dal riuscire a fare avere una buona qualità della vita alle persone che seguiamo e ai loro famigliari». Felicia Giagnotti è la presidente di Fondazione Progetto Itaca, nata a Milano nel 1999 con l’obiettivo di promuovere programmi di informazione, prevenzione, supporto e riabilitazione rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale e alle loro famiglie. Per il suo impegno ed il suo lavoro, lo scorso mese di febbraio è stata nominata dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana «per aver creato una rete nazionale a favore delle persone che soffrono di patologie della salute mentale offrendo loro l’opportunità di un percorso di reinserimento nella società civile».

Felicia Giagnotti, presidente di Fondazione Progetto Itaca

Oggi, infatti, Progetto Itaca conta su tutto il territorio nazionale 17 sedi e 11 Club Itaca, luoghi in cui le persone in cura possono incontrarsi per iniziare insieme un percorso di reinserimento nella società civile. In questi anni, l’azione di Itaca è approdata anche in Puglia. Prima a Lecce, nel 2020, dove Giagnotti ricopre la carica di presidente, poi a Bari, nel 2022, dove segue le attività in qualità di vice-presidente. Del resto, Felicia Giagnotti la Puglia ce l’ha nel cuore, perché è qui che è nata a cresciuta prima di trasferirsi a Milano, dove ha poi dato vita ad un sogno coltivato dall’esigenza di offrire risposte concrete alle tante domande da parte di chi convive con problemi di salute mentale e chi vive al suo fianco. «Questi impegni mi permettono di facilitare lo sviluppo e favorire la crescita delle sedi verso l’autonomia, in modo che possano poi camminare da sole con le loro gambe».

Perché da Nord a Sud la sfida è sempre la stessa: «Occuparci dei famigliari e dei pazienti per dare alle persone e alla società una corretta informazione sulla salute mentale, con l’idea di superare pregiudizi e stigma, come l’inguaribilità dalla malattia, la vergogna, la pericolosità. Chi ne soffre arriva all’emarginazione, al grave isolamento. Per questo, ogni giorno siamo a contatto con studenti, genitori e le comunità per spiegare cosa avviene nella nostra mente e per dare indicazioni chiare e specifiche a domande a cui molto spesso nessuno fornisce risposte».

Ognuno ha il diritto ad avere una diagnosi precoce, una cura efficace e l’accompagnamento ad un percorso di inclusione sociale

– Felicia Giagnotti

Per Giagnotti non ci sono scuse: «Ognuno ha il diritto ad avere una diagnosi precoce, una cura efficace e l’accompagnamento ad un percorso di inclusione sociale». Di qui, la necessità di portare l’esperienza maturata in questi anni nelle varie sedi dislocate in tutta Italia anche in Puglia, affinché Ulisse trovi una nuova Itaca in cui far stare meglio le persone. «Non appena nasce una nuova sede della Fondazione prendiamo contatti con tutti gli enti pubblici che si occupano di cura della salute mentale». Uno dei progetti principali attivati a Lecce e Bari e l’attività di prevenzione nelle scuole.

«L’età adolescenziale è spesso il momento nel quale si manifestano i primi sintomi riconducibili a un disturbo della salute mentale, ma per mancanza d’informazione e per paura dell’argomento, spesso ancora sconosciuto, sono sottovalutati e raramente riconosciuti in tempo. Ma questa è una malattia che se non viene presa presto è più difficile da curare» spiega Giagnotti. «Incontriamo i ragazzi dai 16 anni in su degli istituti scolastici che mostrano interesse per questo intervento. Formiamo piccoli gruppi per avere con loro uno scambio e favorire l’ascolto. Portiamo anche lo psichiatra nelle scuole, perché è il medico della salute mentale e spesso invece è una figura stigmatizzata. I ragazzi si mostrano molto attenti, presentiamo loro la malattia e approfondiamo la questione. Facciamo lo stesso con genitori ed insegnanti, perché anche loro hanno bisogno di informazioni ed è importante in chiave di prevenzione».

Il Club Itaca di Lecce in visita a Brindisi nell’ambito delle attività culturali

Le sedi pugliesi ospitano anche i corsi di formazione pari a pari. «Lo facciamo seguendo il modello Nami (National alliance on mental illness) fondato sulla valorizzazione del rapporto tra pari. I docenti non sono professionisti della salute mentale, ma persone che hanno avuto direttamente esperienza con la patologia, come pazienti o famigliari. Dopo questo intervento, nasceranno anche i gruppi di auto aiuto». A Lecce e Bari è anche presente la Linea Ascolto Ponte, «dove i volontari aiutano tutti coloro che si trovano ad essere in contatto con persone con malattie psichiatriche o disturbi mentali. Forniamo supporto ai famigliari, troppo spesso lasciato soli quando un loro parente è affetto da problemi di salute mentale. Anche perché nonostante gli sforzi non sempre gli enti pubblici sono in condizione di poter soddisfare tutte le esigenze di un territorio. Così come reputiamo fondamentali i corsi di formazione per i nostri volontari».

Lecce, inoltre, ospita uno degli 11 Club Itaca che «puntano a favorire l’inclusione sociale e lavorativa di quanti hanno raggiunto un buon livello e possono essere aiutati in un cammino di autonomia attraverso l’impegno in attività necessarie al funzionamento del centro, che assume la forma di un vero e proprio Club. Per creare queste strutture servono spazi, personale e strumentazioni adeguate per organizzare al meglio le attività». Di conseguenza, i volontari sono impegnati in iniziative di animazione per intercettare finanziamenti utili a portare avanti le attività, «come organizzazione di eventi, viaggi culturali, concerti, tornei di burraco e così via. Qui al Sud molto spesso le raccolte fondi non sono sufficienti e ci scontriamo con la difficoltà di entrare in contatto con imprenditori o realtà produttive per sostenere i progetti. Per questo» rileva Giagnotti «partecipiamo a bandi pubblici e privati per trovare le risorse necessarie. A Lecce, per esempio, grazie al bando Puglia Capitala Sociale 3.0 della Regione abbiamo risorse che ci permettono di mantenere per due anni il Club Itaca, mentre a Bari grazie alla Fondazione Vincenzo Casillo portiamo avanti il progetto “A ritrovar la penna”, dove attraverso la scrittura autobiografica si affronta il disturbo della salute mentale». Tutte attività, dunque, che anche in Puglia diventano essenziali «per sensibilizzare la comunità questi temi e stigmatizzare falsi miti: crediamo che i disturbi della salute mentale siano patologie curabili e che ogni persona che ne è colpita meriti un aiuto tempestivo» aggiunge la presidente di Fondazione Progetto Itaca.

Sentiamo l’esigenza di avviare uno sviluppo degli interventi anche nel Mezzogiorno, per superare le disuguaglianze sociali che ancora esistono tra le regioni del Nord e quelle del Sud

– Felicia Giagnotti

Proprio per il suo ruolo di rappresentanza di famiglie e pazienti nel campo della tutela della salute mentale, Progetto Itaca è stata invitata a portare la sua esperienza al 7° Forum Mediterraneo in Sanità che si è svolto a Bari nei giorni scorsi. «Tra i diversi temi affrontati nelle sessioni, uno spazio è stato dedicato alla salute mentale, che sempre più negli ultimi anni, in particolare dopo il covid, sta diventando di centrale importanza per giovani e adulti. E’ stato importante il coinvolgimento di tutte le regioni meridionali e la presenza di tre rappresentanti della Commissione Europea, che si occupa dei Fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di altri fondi legati alla sanità» conclude Giagnotti. «Sentiamo l’esigenza di avviare uno sviluppo degli interventi anche nel Mezzogiorno, per superare le disuguaglianze sociali che ancora esistono tra le regioni del Nord e quelle del Sud e assicurare a tutti i servizi di assistenza».